Dal
1° aprile prende il via l’etichettatura d’origine delle carni fresche. Il 17
dicembre 2013, infatti, la Comunità europea ha adottato una norma d’attuazione
del Regolamento n. 1169/2011 (relativo alla fornitura di informazioni sugli
alimenti ai consumatori) che fissa le regole per l’indicazione del Paese o
luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate e congelate di suino,
ovi-caprino e di pollame. “Accogliamo con favore la norma perché consentirà ai
Consumatori europei di conoscere l’origine e la provenienza delle carni suine.
Con questo intervento la comunità pone una serie di regole chiare, uniformi e
auspicabilmente stabili per gli operatori del settore”, ha affermato Davide
Calderone, direttore di Assica, Associazione industriali delle carni e dei
salumi.
Secondo
l'Istat nel 2013 sono stati macellati in Italia circa 11 milioni di capi suini
per un fatturato di circa 2,8 miliardi di euro. Lombardia ed Emilia Romagna
sono le Regioni italiane dove si effettuano il maggior numero di macellazioni,
circa il 76% del totale, seguite a notevole distanza da Piemonte, Veneto e Umbria.
Queste regioni ospitano anche le aziende di maggiori dimensioni. “Il settore
dell’industria di macellazione si augura che l’introduzione dell’indicazione
dell’origine delle carni porti ad una maggiore valorizzazione delle carni suine
italiane, riconoscendo il contenuto qualitativo della produzione suinicola
nazionale”, conclude Calderone. “Il suino italiano tradizionale, infatti, viene
allevato per fare i prosciutti Dop e ha carni più mature del suino leggero
europeo, carni che contengono meno acqua”.
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