venerdì 31 luglio 2015

NEDA, Nutrizione ed Educazione Alimentare "Lo spuntino: una buona abitudine ad ogni età!"

I benefici associati al consumo dello spuntino sono identici ad ogni età; il principale è quello di essere un vero e proprio “spezzafame”, in modo tale da non arrivare a pranzo o a cena così affamati da eccedere nei pasti.
Inoltre,  per coloro che non iniziano la giornata con una vera prima colazione (abitudine scorretta e purtroppo molto frequente tra adulti e bambini), la merenda diventa ancor più importante configurandosi come un vero e proprio pasto, rimedio al fisiologico calo di energie e concentrazione a metà mattina.
Ciò che davvero conta, non è il momento della giornata in cui viene consumato questo spuntino (se a metà mattina, nel pomeriggio o addirittura nel dopocena) ma, consumandolo, il rispetto del fabbisogno calorico individuale: l’energia ingerita deve essere pari a quella spesa. Questo significa che è vero, che la merenda permette di arrivare al pasto principale, di mezzogiorno o serale, senza sentirsi letteralmente famelici ma è altrettanto noto che il cibo, consumato ad esempio dopo le 10 di sera, è spesso vissuto e considerato solo come soddisfazione della gola o antidoto di uno stato d’animo (ansia, stress...). Perciò, per non sbagliare, occorre ricondurre lo spuntino, a qualunque ora venga consumato, all’interno del consumo calorico quotidiano raccomandato per ogni singolo individuo.
Ognuno di noi consuma, come spuntino, diversi prodotti (frutta, yogurt, latte, crackers, merendine...) a seconda di gusti e necessità; per cui non è opportuno affermare l’esistenza di uno spuntino che possa andare bene per tutti (bambini, adolescenti, adulti sportivi o sedentari, uomini o donne, anziani). Ciò che è indiscusso, invece, è la necessità di tutti di fare merenda e tale regola generale deve essere adattata agli effettivi bisogni di ciascuno, tenendo presente che la merenda ideale deve fornire il 5-7 % delle calorie totali quotidiane.
Nella merenda ideale si dovrebbero poter rispettare le proporzioni raccomandate tra i gruppi alimentari, cioè:
• il 55 % di carboidrati che soddisfano la palatabilità e la richiesta di energia;
• il 30 % di proteine che sono sazianti ed indispensabili per l’integrità dell’organismo;
• il 15 % di grassi (non idrogenati), anch’essi palatabili ed energetici.
In questa proporzione, proteine e grassi rallentano l’assorbimento dei carboidrati, a tutto vantaggio sia del metabolismo glucidico sia del senso di sazietà.
Per quanto riguarda la scelta tra “merenda tradizionale” (ad esempio pane e prosciutto, pane e marmellata, frutta, biscotti...) e merenda confezionata, essa va fatta sulla base della comodità, dell’opportunità e del buon senso.
Le merende industriali (yogurt, gelati, barrette di frutta e cereali...) hanno, dalla loro, una precisa indicazione di ingredienti e apporto calorico mentre quelle tradizionali possono essere più variabili ed appetibili.

Insomma, sta ai consumatori scegliere, con il giusto spirito critico, la merenda più adatta per se stessi o per i propri figli.

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