venerdì 7 agosto 2015

Agricoltura sociale, c’è la legge. Martina: «Buona notizia nell’anno di Expo»


«Si apre una nuova frontiera per il mondo agricolo». È con queste parole che il vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera (e primo firmatario) Massimo Fiorio ha annunciato stamani l’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura sociale che un mese fa aveva incassato l’ok del Senato. Dopo il via libera definitivo al ddl di riforma della pubblica amministrazione, il Governo approva un provvedimento che apre nuovi scenari. «Dotare l’Italia nell’anno di Expo di una legge sull’agricoltura sociale non è solo una buona notizia, è una grande opportunità» commenta soddisfatto il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. «Dopo anni di attesa abbiamo finalmente dato il giusto riconoscimento a quanti, con passione e professionalità, hanno saputo coniugare l’imprenditorialità agricola con la responsabilità sociale» ha detto Andrea Olivero, viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che non risparmia i ringraziamenti. La sua riconoscenza va soprattutto agli imprenditori di agricoltura sociale «che hanno aperto la strada a un nuovo modo di concepire il lavoro agricolo». Tra le principali novità della nuova legge c’è l’introduzione della definizione di “agricoltura sociale”. In questo ambito si prevede l’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse dell’agricoltura, prestazioni e servizi terapeutici (anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante), iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità. «Tanti modi per concepire la multifunzionalità anche in ambito sociale» aggiunge il viceministro Olivero. «Sono certo che questa legge aiuterà l’intero comparto agricolo a crescere nella sostenibilità economica, ambientale e soprattutto sociale». La legge sull’agricoltura sociale era molto attesa dalle Regioni – soprattutto ora che siamo alla vigilia dell’approvazione dei piani di sviluppo rurali – che possano promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole. Ma non è tutto: le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale. Infine viene istituito l’Osservatorio sull’agricoltura sociale.

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