lunedì 2 novembre 2015

Crisi: prezzo terra -0,6%, terzo calo consecutivo in Italia

Continua a calare il prezzo della terra in Italia, confermando nel 2014, per il terzo anno consecutivo una contrazione media nazionale dello 0,6%, mantenendosi intorno ai 20 mila euro ad ettaro, con punte più elevate nelle aree di pianura e di collina. Sono i dati Crea-Inea, secondo il quale il mercato fondiario non riesce più a generare interesse negli investitori e negli imprenditori. Colpa della crisi di liquidità, spiega il ricercatore Andrea Povellato, che ha investito famiglie e imprese, ma anche della tassazione Imu sui terreni e dell'embargo russo; non mancano infatti zone dove ormai l'offerta è superiore alla domanda e, pur di raggiungere un accordo, ci si accontenta di prezzi più bassi. Quanto agli imprenditori più dinamici cercano di aumentare la dimensione aziendale con produzioni più intensive, diversificando le attività o prendendo in affitto i terreni.

L'accesso al credito continua ad essere un punto dolente, spiega il ricercatore, malgrado la riduzione dei tassi offra buone occasioni per l'investimento e la Banca d'Italia segnali un incremento delle erogazioni per finanziamenti per l'acquisto di immobili rurali. Le politiche agricole, infine, non aiutano a migliorare la situazione. Infatti, il lento avvio della riforma della politica agricola comune riserva ancora numerose incognite, sia per quanto riguarda il futuro assetto dei pagamenti diretti, sia per il ritardo accumulato dai nuovi Piani di sviluppo rurale, considerati fino a poco tempo fa, un fattore decisivo per attivare nuovi investimenti fondiari. Le aspettative per il futuro non sembrano essere improntate all'ottimismo. Molti operatori segnalano probabili ulteriori riduzioni delle quotazioni, ad eccezione dei terreni nelle zone di pregio come quelle viticole, che sembrano attirare ancora l'interesse anche di investitori extra agricoli.

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