lunedì 5 settembre 2016

Agricoltura di montagna, più reddito con lo zafferano

Alle pendici del Monte Bianco Diego Bovard coltiva zafferano. Una coltura che si adatta bene ai terreni e al clima delle Alpi e il cui prezzo ripaga il lavoro dell'agricoltore.
Di Morgex è famoso il vino bianco e le viti a piede franco, fra qualche anno forse lo sarà anche lo zafferano. E' questo il progetto di Diego Bovard, agricoltore e consulente agronomo che nella sua azienda agricola alle pendici del Monte Bianco ha deciso di impiantare una coltivazione di zafferano.
"L'idea mi è venuta leggendo un libro dell'abate Joseph-Marie Henry che alla fine dell'Ottocento catalogava le piante rare e preziose presenti in Valle d'Aosta. E tra queste c'era pure lo zafferano, coltivato qui vicino, a La Salle".

Da qui parte l'avventura, iniziata ormai quattro anni fa. Prima un piccolo appezzamento, appena dieci metri quadri, poi cresciuto fino ad arrivare a più di mezzo ettaro. "Lo zafferano ama gli inverni rigidi e le estati calde", spiega Bovard. "Per questo il clima montano è favorevole. Durante i mesi estivi la pianta è in fase di riposo e quando la temperatura si abbassa, intorno a settembre, il bulbo inizia a germogliare e a novembre fiorisce".

L'altitudine, intorno ai mille metri, e il clima freddo riducono i pericoli legati ai parassiti.
"Il rischio più grosso è rappresentato dalle malattie fungine che colpiscono i bulbi in presenza di ristagni di acqua o di forte umidità. Per questo bisogna avere un terreno ben drenato ed evitare pacciamature che non lascino respirare il suolo. Da questo punto di vista la montagna è perfetta, qui abbiamo un terreno sabbioso e leggermente inclinato".

L'altro pericolo sono i cinghiali o altri animali capaci di smuovere il terreno per cibarsi dei bulbi. Ma, spiega Bovard, basta una piccola recinzione o la vicinanza ad un centro abitato per difendere la coltura. La neve non sembra essere un problema, perché a novembre se ne vede poca e la pianta resiste bene anche alle gelate.

"Dai miei seicento metri quadri ricavo circa 300-350 grammi di zafferano che poi rivendo ai ristoranti della zona o al mercato di Lo Matson, a Courmayeur. Il prezzo è buono e rappresenta una bella integrazione del reddito".
D'altronde l'agricoltura di montagna non è facile. Le aziende agricole si occupano soprattutto di allevamento di bovini da latte per la produzione dei formaggi tipici, come la fontina. Ma i margini sono risicati e ogni anno il numero di stalle lungo tutto l'arco alpino si va riducendo.

I pistilli di zafferano si vendono a peso d'oro, o quasi. Per un chilo di questa spezia le quotazioni variano dai 10 ai 15mila euro. Ma non bisogna lasciarsi ingannare, coltivare zafferano non è affatto facile. Serve una grande pazienza e un lungo lavoro. Per ottenere un chilo di 'oro rosso' occorrono 250mila fiori e ben 600 ore di lavoro.

"Il grosso del tempo non è dedicato tanto alla raccolta, che in due o tre settimane si conclude, quanto alla pulitura delle aiuole che non può essere meccanizzata e deve essere fatta a mano. Bisogna eliminare le malerbe ed evitare gli ammaloramenti", racconta Bovard. "Per questo non espando ulteriormente il campo, altrimenti dovrei assumere qualcuno".


L'aspetto positivo è che iniziare non richiede molti capitali. A parte l'acquisto dei bulbi non ci sono costi rilevanti visto che la concimatura viene fatta al momento dell'impianto con letame bovino e non servono agrofarmaci. Se poi si ha pazienza e molto tempo a disposizione il gioco è fatto.  

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