lunedì 12 settembre 2016

La filiera vitivinicola italiana vale oltre 7 miliardi

Cresce il comparto agricolo e industriale legato alla vitivinicoltura, trainato dall'export, presentando un avanzo commerciale di quasi 6 miliardi di euro.
La filiera vitivinicola con l’export vale oltre 7 miliardi di euro per l’economia nazionale. Sono questi i dati presentati da Federvini e Fondazione Edison sull’importanza dell’industria legata non solo al vino, ma anche ad acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini.
Dalla ricerca si evince come i prodotti alimentari e delle bevande dell’Italia, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, ottengano risultati straordinari sul mercato mondiale, collocando il nostro paese tra quelli più competitivi nel settore “Food&Wine”.

In particolare, negli anni più recenti, l’industria enologica ha conosciuto un vero e proprio boom, trascinando con sé l’intera industria delle bevande alcoliche. Nel 2015 l’export del comparto ha toccato i 7,3 miliardi di euro, mentre il saldo commerciale ha registrato un avanzo di 5,8 miliardi. Secondo l’indice Fortis-Corradini, elaborato per conto della fondazione Edison, che calcola le eccellenze competitive nel commercio internazionale, l’Italia si è posizionata al secondo posto nel mondo per saldo commerciale in vini di uve in bottiglia e in vini spumanti.

Nel 2015 il Veneto si è confermata la principale regione italiana esportatrice di vini e bevande alcoliche, con oltre 2 miliardi di euro di valore di export. Segue il Piemonte con 1,4 miliardi, poi la Lombardia con 1 miliardo di export, e la Toscana con 930 milioni. Buoni valori anche per Trentino Alto Adige (542 milioni)  e per l’Emilia Romagna (370 milioni). A livello provinciale sono Verona, Cuneo e Treviso a contribuire di più, dal momento che insieme toccano un fatturato da export di 2,2 miliardi di euro.

“Il valore dell’export made in Italy nel settore del vino e delle bevande alcoliche è un importante indicatore della qualità dei nostri prodotti – spiega Sandro Boscaini, presidente di Federvini – L’intera filiera vitivinicola non può però rimanere ferma e cullarsi dei risultati positivi finora raggiunti e pertanto, come già suggerito dal ministro Martina, occorre uno sforzo maggiore da parte di tutti i soggetti della filiera per migliorare la qualità della produzione italiana".
"L’impegno comune da parte di tutti i protagonisti del mondo vitivinicolo – continua Boscaini – deve essere orientato a far sì che il vino italiano diventi espressione di esperienza, tradizione, cultura, territorio e valori umani. Le previsioni per la vendemmia di quest’anno sono veramente ottime, e di conseguenza le aspettative sul mercato sono buone e in crescita rispetto all’anno precedente”.


“Pochi settori come quello del vino, spumanti, liquori, amari e aceti contribuiscono in modo altrettanto importante alla bilancia commerciale italiana – ha sottolineato Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente all’Università Cattolica di Milano – Non è soltanto un contributo quantitativo, che in termini di surplus con l’estero vale oltre 5 miliardi di euro, una cifra davvero straordinaria. Ma è anche un contributo cultuale e sociale a 360 gradi di un modello produttivo sia verticale sia trasversale, che valorizza nello stesso tempo tradizioni, agricoltura, tipicità territoriali e occupazione, trainato da un’imprenditoria dinamica, capace di essere locale ed internazionale ad un tempo. La filiera del vino è una bandiera del made in Italy, che ogni anno dimostra di saper fare passi in avanti enormi in termini di qualità e innovazione”.

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