giovedì 15 settembre 2016

Monsanto accetta l'offerta da 66 miliardi di Bayer

Via libera al matrimonio tra Bayer e Monsanto, colosso delle sementi. Dopo mesi di offerte e controfferte, notizie e smentite, il matrimonio tra il colosso farmaceutico tedesco e il gigante del settore agrochimico è cosa fatta. Il gruppo americano ha accettato l'offerta migliorata da Bayer a 57 miliardi di dollari, 66 miliardi includendo il debito, per quella che è diventata la maggiore acquisizione aziendale da parte di una società tedesca all'estero.

Come si legge in una nota, Bayer pagherà 128 dollari per azione per monsanto, un premio del 44%, nell'ambito di un accordo completamente in contante, più dei 127,5 dollari per azione messi sul piatto la settimana scorsa. Bayer intende finanziare la transazione con una combinazione di debito e titoli (la parte in titoli, pari a circa 19 miliardi di dollari, sarà raccolta tramite l'emissione di obbligazioni a conversione obbligatoria e tramite un aumento di capitale con diritto di sottoscrizione).

Il prezzo finale è del 5% circa più alto rispetto all'offerta originaria da 122 dollari presentata dal gruppo tedesco a maggio. Bayer prevede che l'operazione, già approvata dai consigli di amministrazione dei due gruppi, inciderà in positivo sull'utile per azione a partire dal primo anno pieno dopo la chiusura, prevista entro la fine del 2017, e ritiene di realizzare sinergie su costi e vendite per 1,5 miliardi di dollari a partire dal terzo anno pieno dopo la chiusura dell'accordo. Ulteriori sinergie sono attese per gli anni successivi, man mano che saranno messe a punto soluzioni integrate.

Qualora la transazione dovesse saltare, Bayer - che prevede di non modificare il piano per il pagamento di dividendi pari al 30-40% dell'utile - verserà una penale da 2 miliardi di dollari. L'accordo arriva dopo un'estate intensa, durante la quale l'amministratore delegato di bayer, werner baumann, si è impegnato in prima persona per persuadere gli investitori, molti dei quali scettici sulla transazione, che il matrimonio con monsanto avrebbe creato valore e sarebbe stato positivo per entrambi i gruppi.

La nuova società andrà a competere con gruppi come Syngenta, Dow Chemical e Dupont, che negli ultimi mesi sono stati a loro volta attivi sul fronte dell'm&a in un contesto di mercato non sempre facile per il settore agrochimico, le cui aziende hanno cercato di trovare economie di scala e strategie per la riduzione dei costi per fare fronte al calo dei prezzi che dura da tre anni. Da capire ora se arriverà il via libera delle autorità di regolamentazione, ma bayer ha fatto sapere di avere ricevuto "segnali incoraggianti dopo i contatti iniziali avuti" con chi dovrà decidere. Un altro nodo che bisognerà sciogliere è quello della leadership del gruppo che uscirà dalla fusione, ma per il momento le società temporeggiano e fanno sapere che è ancora "troppo presto per fare commenti" in questo senso, così come è ancora prematuro discutere "dei disinvestimenti necessari per l'accordo".


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