lunedì 9 gennaio 2017

In Puglia un affollato convegno sulla legge contro il caporalato

Anche a Rutigliano (Bari) si è parlato della nuova legge sul caporalato. Il 30 dicembre scorso, nella sala consiliare del comune pugliese, si è svolto un affollato incontro organizzato dall'assessorato all'agricoltura, dall'Associazione regionale pugliese dei tecnici e dei ricercatori in agricoltura e da APEO - Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli, aderente al circuito Fruitimprese, della quale fanno parte le principali realtà produttive e commerciali del settore ortofrutticolo pugliese.


"La legge è di difficile applicazione - si legge in una nota di Giuseppe Valenzato, assessore all'agricoltura di Rutigliano - con fattispecie di reato troppo indeterminate ed eccessiva discrezionalità applicativa da parte del giudice. La legge 119/2016, cosiddetta Legge sul Caporalato approvata il 18 ottobre scorso dalla Camera in via definitiva ed entrata in vigore il 4 novembre, suscita allarme e preoccupazione giacché prevede sanzioni per chi recluta manodopera per destinarla a un soggetto terzo in condizioni di sfruttamento oppure utilizza, assume o impiega, anche tramite intermediario, i lavoratori ed è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con multe da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore, con aumenti di pena se sono coinvolti più di 3 lavoratori o minorenni. Allarme e preoccupazione sono evidenti soprattutto in un'area di particolare vocazione agricola come quella del sud est barese che conta un forte impiego di manodopera e una presenza di Pmi agricole di grande impatto economico".


Per questo il Comune di Rutigliano ha preso l'iniziativa di avviare un confronto informativo sulla nuova legge. Tanto che si parla di attivare tutte le iniziative
possibili per modificarne il contenuto, precisando meglio il ruolo e le responsabilità dei datori di lavoro committenti e utilizzatori di manodopera.

"La nuova norma dell'articolo 603 bis del codice penale - ha spiegato durante l'incontro l'avvocato Giacomo Sgobba, illustrando il contenuto della nuova legge - certifica uno sbilanciamento diabolico degli interessi in campo e invoca, a carico dei trasgressori, oltre alla reclusione o alle ammende, anche misure come la confisca dell'azienda o la figura dell'amministratore di sostegno che sono di particolare gravità. La nuova legge va ovviamente rispettata, ma la indeterminatezza delle fattispecie è tale che le sanzioni potrebbero essere applicate, per esempio, non a irregolarità legate allo sfruttamento del lavoro, ma a casi di violazione di norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro".


Una indeterminatezza pericolosa che lascia il giudice troppo solo e discrezionale nell'interpretazione della norma e le categorie produttive in una condizione di semi-paralisi. Per questo, già a metà gennaio 2017, sono previste in provincia di Bari iniziative di sensibilizzazione sul tema per verificare "insieme a tutti i protagonisti del settore e alle istituzioni gli effetti veri di questa legge che - ha detto Giacomo Suglia, presidente di Apeo - dobbiamo valutare bene. Tutti i sindaci e a salire le Prefetture devono essere investite del problema. Mi auguro che il buon senso prevalga e ci sia un dialogo costruttivo con le istituzioni. Serve il lavoro ma così si blocca quello che c'è e che ancora esiste in agricoltura. Se si blocca il mondo agricolo è la fine per questo Paese".


L'incontro tra l'On. Antonio Decaro - sindaco della Città Metropolitana di Bari e Presidente dell'A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) - e il presidente Apeo, Giacomo Suglia. L'On. Decaro si è fatto carico di un intervento presso gli organi politici e istituzionali, affinché si possa avere la giusta interpretazione circa l'applicazione della legge contro il caporalato.

Preoccupato anche l'onorevole Paolo Rubino che ha legato il testo di questa legge ai contenuti del Jobs Act e a quelli della Buona Scuola per concludere che "è in atto un attacco al mondo del lavoro in questo Paese che dobbiamo respingere perché sta provocando solo precari".

Dal dibattito dei moltissimi agricoltori presenti, anche dei Comuni vicini, è emersa l'insoddisfazione per quello che è stato definito il silenzio su tutta la questione sia delle organizzazioni agricole datoriali sia dei sindacati dei lavoratori. Di qui la necessità di "prendere - ha detto l'assessore all'Agricoltura, Giuseppe Valenzano - tutte le iniziative civili consentite e necessarie per individuare i correttivi. Per questo insieme ad altri Comuni del sud barese ci stiamo muovendo per fare squadra e proseguire nel nostro impegno responsabile e far emergere la nostra preoccupazione sul tema, come abbiamo già fatto parlandone con il Prefetto di Bari".


L'impegno del Comune di Rutigliano sul caso non si fermerà. "Qualche caso sporadico di caporalato - ha concluso il sindaco della cittadina barese, Roberto Romagno – non giustifica la criminalizzazione di tutto il settore agricolo con una legge che ovviamente si applica anche all'edilizia, al lavoro domestico e così via. Questa norma attacca tutti e invece dobbiamo distinguere tra chi è consapevole e chi cade in errore in buona fede. Mi auguro perciò che le organizzazioni agricole si parlino e si confrontino e si trovi un nuovo equilibrio. Noi rimaniamo mobilitati come Amministrazione e come Consiglio comunale". 

Nessun commento:

Posta un commento