lunedì 6 febbraio 2017

UE: Coldiretti, lavoro e identità le sfide della riforma agricola


​La riforma della Politica Agricola Comune deve rispondere alle nuove sfide che deve affrontare l’Unione Europea con misure che sappiano valorizzare la distintività territoriale delle produzioni premiare, premiare l’’occupazione nelle campagne ed escludere insostenibili rendite.E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla Consultazione pubblica sul futuro della Politica agricola comune (Pac) lanciata dal Commissario Phil Hogan per raccogliere contributi per la definizione delle future priorità della Pac dopo il 2020 che riguardano ben 44 milioni di persone occupate nell’agroalimentare europeo di cui 22 milioni in agricoltura, tra imprenditori e dipendenti. Nella futura Pac occorre rafforzare tutte le misure che escludono la “rendita” dai benefici Pac, premiando chi vive di agricoltura. In secondo luogo, è necessario puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo del lavoro e del valore aggiunto generato dal settore. In terzo luogo, è necessario fare propria l’esperienza italiana di “distintività” – di cui tracciatura dell’origine ed etichettatura sono i principali strumenti – per alzare gli standards qualitativi delle produzioni europee. Il tutto, ovviamente, nella riaffermazione di principi di “semplicità” e “sburocratizzazione” con particolare riferimento alla componente “greening” e alle difficoltà di verifica degli obblighi previsti rispetto alla portata degli effetti ambientali prodotti. E’ necessario che la Pac preveda nei confronti del doppio rischio legato all’andamento dei mercati e del clima, strumenti di intervento “preventivi” che agiscano come fattori “calmieranti” prima che i produttori subiscano elevate perdite di reddito. La crisi del latte ha insegnato molto e le misure introdotte a livello nazionale nel collegato agricolo per consentire alle rappresentanze agricole di denunciare le inadempienze da parte industriale e di rappresentare le imprese nella stipula di accordi quadro, andrebbero estese a livello Ue in senso orizzontale.  In buona sostanza, le turbolenze e le distorsioni di mercato non si superano lasciando al mercato stesso la potestà di riequilibrio, né affidandosi ad automatismi di carattere assistenziale, ma secondo la Coldiretti ridando “legittimazione” ai soggetti che fanno il mercato, cioè i produttori. Inoltre, non va trascurato il tema del ricambio generazionale: alle misure per il primo insediamento previste dai Piani di sviluppo rurale, vanno affiancate misure di accompagnamento delle giovani imprese, con precise garanzie di accesso al credito ma anche strumenti di agevolazioni fiscali sul lavoro. All’apertura della consultazione, Coldiretti ha già elaborato una base di partenza e di discussione sull’attuale PAC per approfondire alcuni temi e rivedere alcuni strumenti che nel tempo si sono rilevati poco efficienti e/o di difficile applicazione. Da tale bisogno nasce la Pubblicazione “Dove sta andando la PAC. Mercato, Semplificazione, Sviluppo rurale e Brexit”.

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