giovedì 9 marzo 2017

Scuola, uva e mele non merendine: con la frutta a metà mattina, a pranzo i bimbi mangiano di più

I bambini mangiano più volentieri una banana o un grappolo d'uva durante la ricreazione che a fine pasto. E quando si siedono a tavola, avanzano meno cibo nei piatti. È il risultato di un monitoraggio di Milano Ristorazione nelle scuole che hanno aderito al progetto "Frutta a metà mattina". Un esperimento partito all'inizio dell'anno scolastico nelle elementari, dove (su richiesta) mele, pere o arance non vengono più servite durante la pausa dei bambini in refezione ma durante l'intervallo come merenda.

Da settembre, sono 76 le primarie che hanno deciso di partecipare, per un totale di 21.500 bambini. La metà degli iscritti nelle scuole elementari milanesi. Il test della controllata del Comune, che ogni giorno serve 80mila pasti al giorno nelle scuole, ha coinvolto mille alunni degli istituti interessati. E i risultati parlano di un aumento del consumo di frutta pari al 15 per cento. Non tutti i frutti sono ovviamente amati allo stesso modo. Guardando i cinque più serviti da ottobre a oggi, al primo posto del gradimento dei più piccoli c'è senza dubbio la banana, seguita dall'uva. Seguono a metà classifica la mela e in fondo arancia e pera.

Oltre all'aumento del consumo di frutta, però, c'è anche un altro dato interessante. In questi istituti dove, in piccola parte, sono cambiati i ritmi delle abitudini alimentari, gli avanzi del pranzo sono diminuiti. Il livello di gradimento dei pasti, secondo le rilevazioni, è aumentato del 17 per cento, passando dal 63 al 74 per cento. Tradotto: piatti più vuoti e meno sprechi.

"C'è una progressiva minore abitudine al consumo di merendine registrata con soddisfazione da insegnanti e genitori", spiegano dall'azienda. La lettura che viene data è questa: sostituendo le merendine con la frutta, i bambini arrivano all'ora di pranzo con una fame "giusta" che li porta ad avanzare meno pasta, riso o carne.

"Quello che è certo è che i bambini mangiano la frutta durante l'intervallo molto più volentieri. Dopo un pasto composto da un primo, un secondo e un contorno difficilmente ne hanno voglia e la lasciano lì", commenta Chiara Mazzali, maestra della primaria di via Vespri Siciliani. "Una bella abitudine - aggiunge Giovanna Mezzatesta, preside della Rinnovata Pizzigoni - da noi ci sono perfino insegnanti volenterose che durante l'intervallo si portano lo spremiagrumi e preparano la spremuta di arance per tutti".

E se le quantità di frutta distribuita nelle scuole non cambia (in totale, dagli asili alle medie, si parla di circa 2.500 tonnellate all'anno), la variazione di orario comporta un aumento dei costi. Il progetto, fino a oggi, è costato circa 350mila euro, fra spostamenti e personale. Un investimento che Milano Ristorazione è pronto ad aumentare: l'obiettivo è coinvolgere più scuole possibili. "È un progetto su cui abbiamo lavorato a lungo investendo risorse consistenti - precisa l'amministratore unico Fabrizio De Fabritiis - perché convinti che avrebbe contribuito a un cambiamento di abitudini importante in un percorso di educazione al gusto e di salute".
Fonte: milano.repubblica.it


Autore: Tiziana De Giorgio

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