giovedì 13 aprile 2017

Lavoro: Coldiretti Puglia, no a sfruttamento in campagna subito rinnovo contratti; da caporalato bianco estero 30% cibo su tavole

“Secco no allo sfruttamento dei lavoratori, perché le imprese agricole devono essere messe nella condizione di essere competitive sul mercato e non subire gli attacchi di quanti, sfruttando le condizioni di bisogno, drogano i rapporti di lavoro e beneficiano di intermediazione illecita e sistemi di trasporto e alloggio che vanno sostituiti da servizi pubblici adeguati”. E’ quanto dichiarato dal Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, organizzato dalla FLAI CGIL a Borgo Mezzanone (Foggia). “Al contempo vanno garantite corrette condizioni di svolgimento delle attività imprenditoriali in Puglia. Per questo chiediamo che venga fatta assoluta chiarezza – continua il Direttore Corsetti - soprattutto nella delicata fase di scrittura delle linee guida della legge 199 del 29 ottobre 2016 da parte dei Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e di Giustizia, a cui gli Organi Ispettivi dovranno attenersi per evitare un uso scorretto e sproporzionato della legge ai danni delle imprese agricole sane. Secondo il Rapporto sulle Agromafie di Eurispes e dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti, presieduto da Giancarlo Caselli e composto da circa 60 magistrati tra cui, Motta, Baldanza, Di Marzio, Giambrotta, la norma contro il caporalato, infatti, dovrà contenere un elemento centrale  capace di distinguere inequivocabilmente chi oggi lavora e produce in condizioni di legalità da chi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità del lavoro, promovendo il valore dei primi e reprimendo duramente l’operato dei secondi”.
Sul fronte dei contratti di lavoro “in Puglia a livello provinciale sono iniziate oltre un anno fa – ricorda il Direttore Corsetti - le trattative tra le organizzazioni e i sindacati, per farle capire quanto è difficile arrivare ad una intesa, per i rinnovi contrattuali territoriali che siano realmente rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro.Coldiretti Puglia si è fatta promotrice di una proposta contrattuale da applicare in tutta la regione che preveda una nuova figura polifunzionale, da impiegare nelle operazioni di defogliatura, spollonatura, acinellatura e stesura teli, a cui venga riconosciuta una retribuzione più bassa rispetto ai precedenti contratti provinciali. Resta inteso che sul tavolo delle trattative noi portiamo le legittime istanze delle imprese, ma dall’altra parte ci sono i sindacati che tutelano i braccianti”.
Intanto, continua ininterrotto il flusso dall’estero di prodotti agroalimentari in Italia e in Puglia, di cui sono sconosciute la qualità, le regole e soprattutto l’etica del lavoro.
“Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori – conclude il Direttore Corsetti - con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi””.



Autore: Teresa De Petro

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