giovedì 20 aprile 2017

Nielsen: per il 33% degli italiani i superfood possono sostituire alcune medicine

Gli italiani sono sempre più salutisti e attenti al cibo che consumano. Uno su tre (33%) considera i superfood, tutti quei cibi che garantiscono benefici al corpo, addirittura come possibili sostituti dei farmaci. Molto apprezzati i fagioli (quattro italiani su dieci sono alla ricerca di fonti alternative di proteine rispetto alla carne), il tè e il salmone (consumati rispettivamente dal 47%, 46% e 45%). Sono yogurt e noci, però, gli alimenti salutari preferiti dalla maggioranza degli italiani, venendo consumati regolarmente dal 59% e 49% degli intervistati.

La Penisola è prima tra i grandi Paesi europei per il consumo di bacche di Goji (16% degli intervistati vs meno del 6% in Germania, Gran Bretagna e Spagna). Sette italiani su dieci (68%) sono convinti che questa bacca possa essere utilizzata a scopo curativo (multivitaminico naturale, sostegno al sistema immunitario, regolazione della glicemia, etc.). Il secondo superfood ritenuto più salutare è la curcuma, spezia giudicata benefica dal 62% degli italiani. Il 27% consuma spesso anche un altro tipo di bacca, ovvero il mirtillo.

I dati emergono dalla Global Survey di Nielsen "Health/Wellness: food as medicine" condotta su un campione di 30.000 individui in 63 Paesi, tra i quali l'Italia, con lo scopo di analizzare l'evoluzione degli stili alimentari e cogliere nuovi trend in anticipo.

Questi dati evidenziano che la dieta degli italiani non è più solo un "regime di consumo alimentare", è diventata bensì un vero e proprio stile di vita, come dichiara il 40% della popolazione.

"I dati che emergono dalla nostra Global Survey devono essere letti non solo all'interno del contesto di mercato, ma anche nell'ambito di uno scenario più ampio, dato che la dieta è un elemento mainstream connesso al tema della sostenibilità, che è sempre più diffuso – ha dichiarato l'amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia. "L'atto di mangiare, oltre a essere una necessità fisiologica, ha un indiscutibile valore culturale ed etico. Le nostre preferenze in fatto di cibo raccontano chi siamo e i valori che ci rappresentano. Negli ultimi anni abbiamo visto comparire sugli scaffali del supermercato prodotti appartenenti a culture alimentari completamente diverse dalla nostra. Questo dato dev'essere interpretato dagli attori del sistema agroalimentare (e in particolare dal mondo della distribuzione) come un'esortazione a definire e attuare strategie produttive sempre più in linea con le indicazioni emergenti dagli studi scientifici sul rapporto tra alimentazione, stili di vita e salute – e.g. riformulazione di prodotti esistenti e/o lancio di prodotti con contenuti nutrizionali progettati. Sono anche opportuni nuovi approcci informativi che contribuiscano alla promozione di una dieta sana".

Alla domanda "come intendi variare la tua alimentazione nei prossimi 12 mesi?" il 40% risponde che mangerà più frutta e verdura, il 29% ridurrà il consumo di alimenti ricchi di zuccheri, il 29% ridurrà il consumo di dolciumi, il 27% ridurrà il consumo di alimenti a elevato contenuto di grassi saturi e insaturi, il 25% consumerà porzioni ridotte, il 23% mangerà snack meno frequentemente, il 22% ridurrà il consumo di alimenti ad alto contenuto di carboidrati, il 20% mangerà più riso o cereali, il 19% mangerà più superfood mentre il 25% non intende modificare le proprie abitudini alimentari.
Fonte: www.nielsen.com



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