lunedì 5 giugno 2017

Storia dell'amarena

Accanto alle nere e dolcissime ciliegie ed ai croccanti “duroni” vi sono altre tipologie di ciliegie che, per il loro sapore, vengono identificate come “acide”.

Da un punto di vista botanico si tratta di specie differenti: Prunus avium comprende tutte le varietà di ciliegie dolci mentre le acide appartengono al Prunus cerasus.

Oltre al sapore dei frutti le due specie si differenziano anche per le dimensioni dell’albero che risulta nettamente inferiore per Prunus cerasus.

All’interno della specie Prunus cerasus possiamo poi suddividere le varietà in tre gruppi, che presentano frutti con caratteristiche differenti:

le amarene con polpa e succo di colore chiaro, sapore amarognolo e leggermente acido, le più adatte per il consumo fresco
le marasche con frutti piccoli di colore rosso-nerastro, come la polpa, dal sapore molto acido e amaro;
le visciole dalla polpa e succo di colore rosso intenso, con sapore abbastanza dolce.

Con la parziale eccezione delle varietà di visciole, le piante di ciliegio acido sono generalmente molto produttive. Questo perché la maggioranza delle varietà sono autofertili, cioè il fiore può venir fecondato dal polline della stessa pianta. Di conseguenza una sola pianta, anche in condizioni climatiche non ottimali durante la fioritura, è in grado di fruttificare abbondantemente.

Mentre le piante di ciliegio dolce hanno un periodo giovanile spesso molto lungo, le ciliegie acide sono in grado di fruttificare anche abbastanza presto. Se lasciamo crescere liberamente la pianta, limitando al minimo la potatura nei primi anni, sui rami di un anno si formeranno numerose gemme a fiore. Di conseguenza la fruttificazione inizierà fin dal secondo–terzo anno dopo la piantagione.

Storia dell’Amarena Fabbri: le origini della “Marena con Frutto”
Era il 1905 quando Gennaro Fabbri, rilevando una vecchia drogheria a Portomaggiore (in provincia di Ferrara), dava inizio all’attività della “Premiata Distilleria Liquori G.Fabbri”, inizialmente specializzata in liquori di diverso tipo.
Nonostante un discreto consenso iniziale, il vero successo arrivò dopo circa un decennio, quando Gennaro decise di spostare l’intera attività a Bologna, nella palazzina sulla via Emilia
che ancora oggi ospita la sede dell’azienda Fabbri. Qui nasceva, esattamente 100 anni fa, la celebre Amarena che da allora delizia i palati di grandi e piccini.
Nata da un’idea di Rachele Buriani, moglie di Gennaro, la lavorazione della famosa “Marena con Frutto” era inizialmente destinata ai soli mesi di Giugno e Luglio. Eppure, nonostante questa limitazione temporale,la ricetta di Rachele divenne in breve tempo un successo.
La notorietà della “Marena con Frutto” fu dettata, oltre che dalla sua bontà, anche dall’uso dei raffinati vasi in ceramica che, oggi come allora, custodiscono il delizioso sciroppo.


L’amarena, qualcosa in più

A 832 metri sul livello del mare, la primavera arriva dopo la metà d’aprile e la natura offre il meglio dei colori che in pochi giorni da tenui diventano più incisivi, fino alla grande esplosione del bianco rosato dei ciliegi, dei pruni, dei meli, dei peri e delle amarene.
Le amarene di Uschione sono le più ricercate. Rosse, lucide al riflesso del sole, più piccole delle ciliege ma più succose e quando si morde il sapore fresco, avvolge le papille gustative. Sarà per questo, sarà per la capacità della pianta di adattarsi al clima e ai terreni, sarà perché non ha bisogno di particolare manutenzione, saranno le proprietà medicinali, sta di fatto che davanti alle stalle di Uschione, Quarantapan, Pescieda o Piasclonch, e non solo, l’amarena è presente.  La loro raccolta inizia alla metà di luglio, quando i castani sono in fiore. Segue un preciso rituale: il frutto va staccato con il gambo, raccogliendo solo i frutti maturi evitando di rompere i rami.  I frutti vengono usati per la produzione di sciroppi, confetture e sono ricchi di vitamina C e B. I peduncoli dei frutti, raccolti a piena maturazione e lasciati essiccare al sole, hanno proprietà diuretiche. Inoltre se alla macerazione in vino delle foglie per 15-20 giorni, si aggiunge alcool e una soluzione zuccherina, si ottiene un ottimo liquore.  L’amarena, insieme alle prugne gialle, sono risorse che meritano attenzione perché hanno costituito una ricchezza primaria nella catena alimentare contadina.


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