venerdì 14 luglio 2017

La frutta va promossa, non svenduta

"Al giorno d'oggi assistiamo, da parte di tante catene di distribuzione, alla svendita dell'ortofrutta, non alla sua vera promozione. E a pagarne le conseguenze sono i produttori". Questo il pensiero di Francesco Donati, presidente federazione nazionale di prodotto frutta fresca per Confagricoltura.

"Promuovere una referenza - dice Donati - significa farla conoscere, valorizzarla. A me invece pare che siano stati confusi i termini promozione e svendita. E in queste annate di crisi, dove i prezzi boccheggiano, tale confusione appare ancor più dannosa. E in più c'è un altro aspetto, che viene preso poche volte in considerazione. Solo nel settore agricolo la 'promozione - svendita' è decisa unilateralmente. In un rapporto paritario fra fornitore e Gdo, queste operazioni dovrebbero essere concordate insieme. Invece non contiamo nulla".

Quest'anno le drupacee arrancano. Le albicocche sono in crisi nera, anche perché la produzione è stata elevatissima grazie a condizioni climatiche favorevoli con un'allegagione completa. Idem per le susine. Per pesche e nettarine, nonostante una produzione nella media, i prezzi alla produzione sono al di sotto della soglia di pareggio. Per correre ai ripari, ovviamente in vista di un miglioramento nel medio periodo, non certo a breve, nei prossimi giorni partirà una sperimentazione in alcuni supermercati in modo che il consumatore abbia una suddivisione netta fra pesche e nettarine dolci e quelle acidule.
"La disaffezione del consumatore per queste referenze può essere causata anche dal non avere mai la certezza di quel che compra. Un giorno ha fortuna e porta a casa la pasca che gradisce, il giorno dopo si ritrova con un gusto totalmente diverso. A breve partirà questa sperimentazione e anche io faccio parte del gruppo di studio. Vediamo che risultati avremo".

Donati poi affronta un altro capitolo, non nuovo, vale a dire quello della polverizzazione dell'offerta. Lui una proposta, concreta, l'ha fatta affinché si possa arrivare a un'aggregazione seria e indolore. Dall'altra parte però serve una organizzazione anche per quello che concerne il catasto. Alcune Regioni hanno dati attendibili, altre quasi no. L'Emilia Romagna, ad esempio, ha dati ufficiali piuttosto spaventosi: dal 1994 al 2016 la superficie frutticola regionale è calata del 43% passando da 100mila ettari a 57.500. Il pesco ha perso il 62% della superficie e le nettarine il 41%.

Autore: Cristiano Riciputi

Fonte: www.freshplaza.it

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