martedì 19 dicembre 2017

Agrumi, Cia Puglia: serve un Piano nazionale di settore


“Per rilanciare l’agrumicoltura serve un nuovo piano di settore. Cia-Agricoltori Italiani sta lavorando a un documento da consegnare al ministro Maurizio Martina per una proposta strutturale che affronti tutti i problemi del settore”. Lo ha annunciato Fernando De Florio, presidente GIE Ortofrutta Puglia, a margine del convegno tenutosi nell’ambito della ventisettesima edizione della Sagra del Mandarino, a Palagiano (Taranto). La Cia Puglia si sta occupando con continuità dei problemi affrontati dai produttori di agrumi, soprattutto attraverso il lavoro svolto all’interno del GIE Nazionale, il Gruppo di Interesse Economico dedicato all’ortofrutta, che vede la partecipazione attiva di Calabria, Sicilia e Puglia. Il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, in questi giorni sta lavorando per ultimare il documento con il quale l’organizzazione illustrerà le proprie proposte al ministro Martina, chiedendo al governo l’elaborazione di un piano di settore che rilanci su qualità, promozione e sostegno per l’agrumicoltura nazionale. “L’Italia è la seconda nazione produttrice di agrumi in Europa con una quota complessiva del 30%. La Puglia rappresenta il 20% della produzione nazionale e il 5% di quella europea”, ha spiegato Francesco Passeri, presidente provinciale di Cia Taranto, che ha portato i suoi saluti e quelli del presidente regionale Raffaele Carrabba all’incontro di Palagiano attraverso la presenza di Fernando De Florio. La Cia Puglia rileva che la nostra posizione sui mercati, nonostante quei numeri, è ancora debole, poiché la Spagna, nostra principale concorrente, rappresenta il 60% della produzione europea e ha conquistato il primato per l’esportazione anche a livello mondiale. I produttori italiani soffrono anche la forte concorrenza di Sudafrica, Egitto, Marocco e Tunisia. “Sul rinnovamento varietale il settore è in ritardo, e questo impedisce di soddisfare le richieste di mercato con prodotti innovativi e un più ampio calendario di maturazione”, ha spiegato De Florio. “E’ un fattore che determina un surplus sul mercato di alcuni prodotti, come il clementino comune. Mancano dati produttivi che permettano di orientare nuove strategie di programmazione più adeguate alle esigenze del mercato. Riteniamo che, com’è avvenuto su altri prodotti, anche per gli agrumi sia necessario prevedere l’indicazione in etichetta del luogo di coltivazione, proprio per avere una migliore valorizzazione del prodotto e del legame con lo stesso territorio in cui esso è coltivato”. Per Cia Puglia, anche per affrontare le minacce di fitopatie quali Citrus Tristeza Virus e altre patologie come il Citrus Black Spot e Greening, urge una vera ristrutturazione del comparto che coinvolga produttori, vivaisti, l’intera filiera e gli enti di ricerca a tutela della specificità del prodotto locale. Occorre elevare il livello di garanzie di attenzione ai rischi fitosanitari a tutela della salubrità del prodotto. “Per questi motivi”, ha concluso Passeri, “siamo impegnati affinché si possa arrivare quanto prima alla redazione del piano di settore, accompagnato da risorse finanziare per il rilancio dell’agrumicoltura nazionale, ma ci impegneremo anche a difendere la specificità del prodotto locale e a rivalutare il marchio Igp che lo contraddistingua sul mercato, con un accordo di programma tra gli operatori del settore e le amministrazioni locali per una maggiore gestione trasparente dello stesso marchio”.

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