mercoledì 20 dicembre 2017

Con mani su fiori business agromafie sale a 21,8 mld

Con mani su fiori business agromafie sale a 21,8 mld
Dal controllo del mercato dei fiori a quello della frutta, dai ristoranti ai caffe’ il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nel 2017 con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione condotta dalla Dia di Catania con la collaborazione del Centro Operativo di Roma e della Sezione Operativa di Catanzaro, che ha portato al sequestro di beni per 20 milioni di euro nei confronti di un esponente di spicco del clan mafioso “Dominante”, aderente alla Stidda, egemone a Vittoria e in tutta la provincia di Ragusa, dove imponeva sul mercato florovivaistico beni, merci e servizi riconducibili a soggetti appartenenti agli ambienti della criminalita organizzata, utiizzando le proprie ditte per l’import di fiori anche per il traffico della cocaina. Il decreto – spiega la Coldiretti – è stato emesso dal Tribunale di Ragusa su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della Dia, generale Giuseppe Governale, in sinergia con la Dda di Catania, diretta dal procuratore Carmelo Zuccaro.



Le mafie – denuncia la Coldiretti (www.coldiretti.it) – condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.



“Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma soprattutto con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è importante in tale ottica l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge presentato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando con nuove norme in materia di reati agroalimentari sulla base delle proposte presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”.




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