venerdì 2 febbraio 2018

Cia, futuro florovivaismo con nuove regole Ue

Il futuro del florovivaismo italiano in vista dell'introduzione del nuovo Regime Fitosanitario Ue prevista per il 2019. Il tema è stato affrontato in un convegno che Cia-Agricoltori Italiani ha organizzato a Fieragricola, con la partecipazione del ministero delle Politiche agricole e della Regione Lombardia, in partnership con Vodafone. Il nuovo Regolamento dà l'opportunità di proteggere le produzioni e aumentare la qualità, innalzando ulteriormente la competitività del Made in Italy.

D'altra parte, la globalizzazione dei mercati e degli scambi commerciali, insieme ai cambiamenti climatici, hanno reso indispensabile un maggior contrasto all'introduzione di organismi dannosi per le piante e i prodotti vegetali nel territorio dell'Unione. Il nuovo Regolamento Ue, fa sapere la Cia, prevede una nuova classificazione degli organismi dannosi che distingue meglio i più pericolosi; maggiori strumenti per il controllo della presenza e della diffusione degli organismi nocivi; una revisione degli strumenti circa lo spostamento all'interno del territorio comunitario.

L'obiettivo è conseguire una maggiore efficacia nella lotta agli organismi nocivi delle piante e quindi alle malattie fitosanitarie, agendo su sorveglianza, controllo e prevenzione, facendo in modo che l'eradicazione dei focolai sia sempre tempestiva. Anche grazie al coinvolgimento delle Istituzioni e degli operatori professionali. ''Un settore vitale come quello florovivaistico merita l'attenzione delle istituzioni nazionali e europee - commenta Dino Scanavino, presidente nazionale Cia - in Italia vale in termini di produzione agricola 2,6 miliardi di euro e garantisce occupazione a oltre 100 mila addetti, senza contare l'indotto a monte e a valle. Da qui all'entrata in vigore del regolamento occorre fare in modo che risponda alle esigenze delle aziende, senza portare ad ulteriori appesantimenti burocratici''.



 Florovivaista, crisi taglia consumo pro-capite fiori Italia

La crisi economica ha tagliato il consumo pro-capite di fiori e piante ornamentali degli italiani dai 70 euro stimati a fine anni '90 ai 42 euro del 2017. Lo ha spiegato l'esperto di florovivaismo Arturo Croci oggi pomeriggio a Genova, durante la presentazione della nuova edizione di Euroflora, che dal 21 aprile al 6 maggio sarà per la prima volta allestita ai Parchi di Nervi. "Oggi il settore ornamentale italiano esporta circa 700 milioni di euro di fiori, contro i 4,7 miliardi dell'Olanda - sottolinea Croci -.


La bilancia commerciale import-export è tuttora in attivo di circa 180 milioni di euro, anche se l'Italia è diventato un Paese importatore, specialmente per i fiori recisi. Il nostro Paese primeggia in Europa per alcune produzioni di fiori speciali come i ranuncoli e gli anemoni, per le piante da giardino e per le piante mediterranee".

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