mercoledì 27 giugno 2018

L'innovazione vegetale rischia di bloccarsi senza un accesso semplificato alle risorse genetiche


In Italia l'innovazione vegetale per molte specie fra cui la quasi totalità di quelle orticole potrebbe rischiare di rimanere bloccata, a causa della burocrazia necessaria per accedere alle relative risorse genetiche. A lanciare l'allarme è Franco Brazzabeni, Presidente della Sezione cereali di Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia, in occasione della Tavola Rotonda "Biodiversità in azione: ricerca e nuove sfide, politiche e strumenti" tenutasi ieri presso l'Università degli Studi di Teramo nel corso del Convegno Nazionale Biodiversità 2018.

"Tramite la ricerca e l'innovazione, il settore sementiero svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento e nell'accrescimento della biodiversità - ha dichiarato Brazzabeni. Per supportare la ricerca è però necessario consentire ai ricercatori pubblici e privati pieno accesso alle risorse vegetali già esistenti, un patrimonio pressoché infinito di biodiversità da cui attingere per combinare le caratteristiche più interessanti e dare vita a nuove varietà migliorate. Si tratta però di un processo lungo e costoso, che può durare anche 10 anni e su cui le aziende sementiere investono fino al 20% del loro fatturato annuale. I risultati che si possono ottenere sono però di vitale importanza, basti pensare che nel caso del frumento duro è stato possibile ottenere incrementi produttivi pari a un quintale per ettaro ogni cinque anni".

Oggi l'accesso alla biodiversità vegetale è regolamentato da due strumenti: il Trattato Internazionale FAO e il Protocollo di Nagoya. Il Trattato internazionale promuove un sistema semplificato di accordi standard tra le parti, limitato tuttavia a una ristretta lista di specie tenendone fuori altre come la soia e quasi tutte le specie orticole come il pomodoro, la cipolla e le lattughe. Per l'accesso alla biodiversità di queste specie subentra quindi il Protocollo di Nagoya che, disciplinando indistintamente tutte le risorse genetiche, impone un complicato modello di gestione bilaterale: in questo modo non sono considerate le specifiche necessità del settore sementiero, come ad esempio lo screening varietale che consente di individuare, tra migliaia, la varietà che contiene caratteri di interesse e al tempo stesso si dà origine a un carico di burocrazia tale da disincentivare le stesse aziende.

"L'innovazione vegetale può sopravvivere solo se sorretta da un sistema di regole univoche e chiare, in grado di assicurare un equo accesso alle risorse genetiche vegetali. Assosementi chiede alle istituzioni di estendere l'applicabilità del Trattato FAO a tutte le colture con utilizzo agricolo, alimentare e mangimistico, con l'obiettivo di dare vita a un sistema snello e applicabile da tutte le imprese" ha concluso Brazzabeni.

ASSOSEMENTI – Associazione Italiana Sementi - rappresenta a livello nazionale il settore sementiero: costitutori di varietà vegetali, aziende produttrici di sementi e aziende distributrici di sementi in esclusiva. Assosementi aderisce a ESA (European Seed Association), l'Associazione sementiera europea, e a ISF (International Seed Federation), la Federazione internazionale delle sementi.

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