lunedì 24 settembre 2018

Sviluppo rurale, novità radicali in vista


La nuova politica di sviluppo rurale, elaborata nell’ambito delle proposte legislative della Commissione europea per la riforma della Pac 2021-2027, introduce numerosi e sostanziali cambiamenti. Nel caso le istituzioni nazionali e regionali riuscissero a interpretare in modo innovativo e virtuoso le nuove disposizioni, ci potrebbe essere un notevole vantaggio per i beneficiari finali degli interventi, in particolar modo per gli agricoltori.

Il Secondo pilastro della Pac attuale sta fornendo risultati ampiamente al di sotto delle attese, con una conclamata lentezza nell’erogazione dei fondi pubblici e un’eccessiva complessità, di ostacolo alle imprese che presentano progetti di investimento e hanno impegni di natura ambientale e organizzativa.  Il nuovo ciclo di programmazione dello sviluppo rurale che potrebbe scaturire dalla riforma della Pac oggi in essere può, potenzialmente, superare le criticità del passato e del presente e inaugurare una nuova stagione.

Unico piano nazionale



La Commissione europea ha voluto riunificare in un unico regolamento le disposizioni concernenti tre fondamentali interventi della Pac, ovvero i pagamenti diretti, gli interventi settoriali e quelli dello sviluppo rurale. Non ci sarà più uno specifico testo legislativo legato al Secondo pilastro della Pac e le regole comunitarie su tale materia saranno ridotte al minimo, incentrandosi in particolare sulle questioni strategiche. Tutto ciò che riguarda gli aspetti di dettaglio, in termini di condizioni di ammissibilità, di funzionamento dei diversi interventi, di procedure di gestione e di controllo, viene trasferito a carico degli Stati membri.

In base alle proposte della Commissione UE ci sarà un solo Piano strategico per ognuno dei 27 Paesi aderenti e ci sarà una sola Autorità di gestione a livello nazionale. Le Regioni saranno considerate come organismi intermedi ai quali potrà essere affidata l’esecuzione di alcuni elementi del Psr.

Quindi, non ci saranno più 21 Psr delle Regioni e delle Provincie autonome, più uno nazionale e uno sulla Rete rurale, ma avremo un solo testo che coprirà tutti gli interventi attuati sul territorio italiano, comprensivo anche del regime dei pagamenti diretti e delle politiche settoriali.

Pertanto, il disimpegno automatico delle risorse europee per effetto delle minori spese non sarà più calcolato per ogni singola Regione, ma tramite un conteggio unico nazionale.



Nuova definizione delle misure



A differenza del passato, l’UE non si preoccupa più di definire il «menu» delle misure, delle sottomisure e delle singole operazioni. A livello comunitario ci si è limitati a individuare 8 differenti tipologie di intervento:

- intervento per impegni ambientali, climatici e altri in materia di gestione;
- intervento per i vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici;
- intervento sugli svantaggi territoriali specifici derivanti da determinati requisiti obbligatori;
- intervento sugli investimenti;
- intervento sull’insediamento dei giovani agricoltori e l’avvio di nuove imprese rurali;
- intervento per gli strumenti di gestione del rischio;
- intervento sulla cooperazione;
- intervento sullo scambio di conoscenze e l’informazione.
I singoli Paesi membri avranno la responsabilità politica di declinare gli interventi, dettagliarli e articolarli in modo creativo e aderente alle esigenze dei sistemi agricoli e alle priorità che si intendono perseguire.



Una politica a favore del ricambio generazionale



Tra le novità prospettate dalla Commissione europea si evidenzia la possibilità per le Autorità nazionali di finanziare progetti di investimento aziendali al 75% della spesa ammissibile e l’aumento a 100.000 euro del contributo massimo che può essere riconosciuto ai giovani di primo insediamento. Inoltre, la nuova politica per il ricambio generazionale contempla operazioni integrate su più tipologie di intervento e introduce, per la prima volta nella storia dei Psr, la possibilità di finanziare operazioni di acquisto di terreni.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2018

Novità radicali in vista per lo sviluppo rurale

di E. Comegna



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