lunedì 15 ottobre 2018

Cappuccio, rapa, fiore… i cavoli nell’orto


Tra la tarda estate e la prima fase dell’autunno: ecco il momento buono per procedere alla coltivazione di molti dei cavoli che solitamente mangiamo in inverno. Sono tante le specie e varietà che afferiscono alla famiglia delle brassicacee o crucifere, caratterizzate da piccoli fiori gialli con i petali disposti a croce. Effettivamente la parte che viene mangiata è un fiore e questo garantisce l’apporto di tantissime sostanze dall’alto valore nutrizionale. Eccole rapidamente elencate: protovitamina e vitamina A, vitamine B1, B2, B9 (acido folico), PP, C, (a parità di peso il cavolo rapa ne contiene più delle arance), K, U. Molto ampia la gamma di minerali: in primis fosforo, calcio, ferro, zolfo, potassio, rame, magnesio, iodo, e arsenico. Molto preziose le sue mucillagini, soprattutto per quel che riguarda la cura delle coliti ulcerose, e altrettanto significativa la sua alta percentuale di clorofilla, che aiuta l’organismo nella produzione di emoglobina contrastando così le varie forme di anemia. Da sottolineare, in cavoli e broccoli, la presenza di antiossidanti e di indoli che si formano quando le pareti cellulari di questi vegetali vengono spezzate o dal taglio del coltello o dalla masticazione. Ricordiamo che una specifica molecola organica, l’indolo, ha straordinarie proprietà antitumorali in particolare per le donne (cancro all’utero e al seno) riducendo l’azione dell’estradiolo che è alla base dei meccanismi di duplicazione cellulare, in particolare in quelle cellule contenti Hpv ossia il virus del papilloma.
Ma veniamo alla coltivazione. I cavoli sono piante tutto sommato rustiche che però necessitano di terreni molto umidi (non allagati), di medio impasto e ricchi di sali minerali. Per questo motivo è necessario avviare la coltivazione in terreni tenuti a riposo o dove siano state coltivate in precedenza delle leguminose (come piselli, fagioli o trifoglio). Queste ultime fissano per esempio l’azoto atmosferico e lo rilasciano nel terreno, sostenendo così la crescita di altre specie.
Le brassicacee si dividono in precoci e tardive. Quindi è necessario prestare attenzione alla varietà al momento dell’acquisto. Potremmo comprare piante che, trapiantate a settembre, si svilupperanno a febbraio o altre già pronte a dicembre. Quando la testa, la parte che andrà colta, inizia a svilupparsi è fondamentale rincalzare la pianta, cioè ammucchiare il terreno alla base del fusto. Attenzione alle gelate! Sono piante resistenti alle basse temperature, ma mal sopportano lunghi periodi di gelo. Nel caso in cui il meteo non ci assista è necessario proteggere con delle serre (anche fai da te) i nostri cavoli. Infine ricordiamo il loro vero “incubo”: la farfalla cavolaia, che depone tantissime uova dando vita a voracissimi bruchi che in una notte possono distruggerne tutte le foglie. Contro la cavolaia possiamo usare le consociazioni (per esempio piantando rosmarino, salvia, timo e sedano vicino ai cavoli). Lo stesso rimedio vale anche per la mosca. Il suggerimento è quindi quello di controllare la presenza di uova (di colore giallo e a gruppi) o di bruchi e, nel caso, rimuoverli. Può sembrare faticoso ma, dopotutto, sono cavoli vostri!

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