venerdì 19 ottobre 2018

Cia: serve una legge contro il consumo di suolo


 
Il punto rispetto agli Obiettivi dell'Agenda 2030, nel workshop degli Agricoltori Italiani con la Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS).

Cia-Agricoltori Italiani chiede con urgenza una legge contro il consumo di suolo. E’ una sfida che può vedere insieme agricoltori, cittadini e ambientalisti. Nonostante la ripresa dell’iter parlamentare che ne discute alla Camera, si rischia, infatti, come in passato -evidenzia Cia- che ne emerga ancora poca concretezza con la conseguente e continua perdita di altro terreno. Ripartire da qui per affrontare la crisi climatica è quanto sostenuto da Cia-Agricoltori Italiani che a Roma all’Auditorium “G. Avolio”, insieme alla Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS) ha fatto il punto della situazione, promuovendo il workshop dal titolo “Innovazione per la gestione sostenibile del suolo”.

Tre le sessioni dell’incontro, incentrate su: conoscenza e condivisione del suolo, per una sua corretta valorizzazione; fertilità e riciclo degli elementi nutritivi in una visione di circular economy e infine su innovazione, consulenza e comunicazione quali strumenti chiave per una gestione sostenibile. A dettare l’agenda, la situazione drammatica che coinvolge anche l’Italia e vede il pianeta distante dagli obiettivi per uno sviluppo sostenibile dettati dall’Agenda 2030 dell’Onu. Nel Paese, infatti, secondo un’analisi Cia dei dati ISPRA, la superficie agricola utilizzata (SAU) si è ridotta del 33% negli ultimi trenta anni, passando da 15 a poco più che 10 milioni di ettari con pesanti ricadute sulla produzione e sulla multifunzionalità delle aree rurali, anche a livello paesaggistico, ambientale e sociale. Abbandono e cementificazione hanno corroso ogni ora negli ultimi anni, 500 ettari di terreno produttivo. Senza parlare di contaminazione da industrializzazione, erosione e perdita di biodiversità e fertilità del suolo.

 Severa è la posizione di Cia sulla necessità di arrestare il degrado del paesaggio e sull’urgenza di un nuovo paradigma per il suolo che orienti la ricerca al rispetto del capitale naturale e non solo alla massimizzazione della produzione. Una legge per contrastare il consumo di suolo ed il suo degrado qualitativo, rappresenta un passaggio non più prorogabile. La legge dovrà sostenere prioritariamente la salvaguardia della superficie agraria dalla impermeabilizzazione, un bene comune di enorme valore se immaginiamo che da esso si produce cibo, ma che dalle sue funzioni dipendono anche le acque, la qualità dell’aria e il clima. Inoltre, per promuovere concretamente buone pratiche innovative per la gestione sostenibile del terreno e un diverso approccio nella valorizzazione di questa essenziale risorsa, Cia-Agricoltori Italiani, insieme con Legambiente, CREA, ISPRA e diverse amministrazioni, è protagonista del progetto Life4Soil.

“Innovazione e stretta connessione tra ricerca e mondo delle imprese, anche con adeguati servizi di consulenza e assistenza tecnica -ha commentato il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino- saranno cruciali allo sviluppo e all’integrazione di nuove tecniche di gestione sostenibili. Tutto questo -ha concluso Scanavino- deve essere centrale nella nuova Politica Agricola Comune che considera basilare la consulenza nell’ambito del sistema della conoscenza. A questo, come a tutti gli altri temi, strettamente legati alla manutenzione del territorio, Cia dedicherà la sua prossima Assemblea nazionale, in programma a novembre”.

“La Società Italiana della Scienza del Suolo (SISS) -è intervenuta Anna Benedetti, presidente SISS- ha sottoscritto un accordo con Cia per favorire la conoscenza del suolo e sensibilizzare i portatori d’interesse sull’importanza che riveste il terreno negli equilibri ambientali e per la salute dell’uomo. A sostegno di ciò -ha concluso Benedetti- abbiamo elaborato anche un decalogo”.
PER LA TUTELA DEL SUOLO

Nell'ambito dei recenti lavori sull’'Acqua Tour 2018' a Roma, è stato affermato che "in un cinquantennio, le aree urbanizzate nel vecchio continente sono praticamente raddoppiate, raggiungendo i 19 milioni di ettari (cioè una superficie pari a due volte l'Ungheria) ed aumentano in maniera esponenziale il rischio idrogeologico a fronte anche dei cambiamenti climatici, che stanno, tra l'altro, 'tropicalizzando' l'area mediterranea". E’ stato dichiarato che "l'estremizzazione degli eventi meteo, anche con la perdita di vite umane, dimostra come la road map verso il consumo di suolo zero, varata dalla UE come obbiettivo per il 2050, sarà inadeguata alla velocità delle trasformazioni dovute all'innalzamento medio delle temperature. Per quella data è, infatti, prevista la cementificazione di ulteriori 3 milioni di ettari, vale a dire una superficie agricola pari a quella della Pianura Padana, con conseguenti diminuzioni della capacità di assorbimento idrico dei territori".



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