lunedì 8 ottobre 2018

Inail: Sorveglianza degli infortuni in agricoltura


Pubblicati i dati sugli infortuni nel SETTORE AGRICOLO, con riferimento al quadriennio 2011-2015. Un quarto di tutti gli infortuni mortali registrati hanno riguardato il comparto agricoltura. La maggior parte degli infortuni (il 93%) è avvenuta presso le micro imprese (da 1 a 9 dipendenti) ed ha riguardato cittadini italiani (90%), con esperienza pluriennale (84%). Quest'ultimo dato obbliga ad una riflessione: la superficialità con cui operano coloro che sono "esperti". Il 28% degli infortuni mortali ha riguardato i titolari di azienda, il 18,9% i pensionati, mentre il 48,5% dei decessi ha coinvolto, nel complesso, lavoratori autonomi, soci di cooperative e coadiuvanti familiari. Per quanto concerne l'età degli infortunati: il 33,8% erano lavoratori over 65, il 29,2% lavoratori tra 51-65 anni. Le cause degli infortuni sono riconducibili a: il 57% per schiacciamento, il 25% fratture, il 3,9% lesioni da elettricità, il 3,5% ferite varie. Il 72% degli eventi incidentali si è verificato durante le fasi di lavoro, mentre il 28% durante le fasi accessorie, cioè spostamenti da/verso il luogo di lavoro oppure durante la manutenzione dei mezzi e delle attrezzature. Il 49% dei decessi è avvenuto a causa del ribaltamento dei mezzi, mentre il 12% per contatto con organi in moto (trincia, motozappa, albero cardanico, ecc). I tre quarti degli infortuni mortali sono stati causati dalla guida dei trattori che, nel 45,9% risultavano collegati ad altre attrezzature (trincia sarmenti, fresa, aratro, ecc), mentre il 24,5% degli infortuni mortali è avvenuto a causa di carrelli elevatori o motozappe. Nel 91,8% dei casi, i trattori non erano dotati di dispositivi di sicurezza (roll-bar, cintura di sicurezza, protezione della presa di potenza, ecc). L'agricoltura, che è il perno principale dell'economia italiana (lo è sicuramente al Sud) è in continua evoluzione: conoscenze scientifiche e tecniche stanno trasformando il comparto in un settore sempre più all'avanguardia. Il mercato stesso, divenuto sempre più intensivo, richiede ritmi serrati e metodologie che ormai stanno trasformando il settore in una sorta di Agricoltura 4.0 (così come per l'industria). Ma l'evoluzione tecnica va di pari passo con l'aumento dei rischi per la Sicurezza e la Salute dei lavoratori. Il motivo, a mio parere, è da ricercare nel fatto che le micro imprese (dove si verificano la maggior parte degli infortuni) non riescono a tenere il passo: forse perchè si continua ad operare con macchine ed attrezzature obsolete, pur dovendo garantire la qualità, la quantità e quella intensività che il mercato richiede. I numeri del rapporto INAIL fanno riflettere, ma di certo alcune mancanze da parte di altri organi (vedasi il mancato avvio dei PSR) non favoriscono l'adeguamento del settore ed il superamento di certe barriere. Da parte loro, i titolari delle aziende agricole (specialmente le micro imprese) devono imparare ad investire nella Sicurezza, perchè è dimostrato che i costi per la mancata sicurezza sono elevatissimi e li paga tutta la nazione.

Ing. Giuseppe Cacucci

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