venerdì 21 dicembre 2018

L’accordo sulla manovra salva 5 mld di fondi europei


L’accordo sulla manovra con l’Unione Europea evita una procedura di infrazione che avrebbe messo a rischio i fondi europei per l’Italia, che solo nell’agroalimentare valgono oltre cinque miliardi all’anno. E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per l’intesa raggiunta con la Commissione Europea che ha evitato la procedura per debito eccessivo che avrebbe potuto comportare una multa pari ad almeno lo 0,2% del Pil ed il blocco dei fondi europei, in caso di mancato adeguamento.

Una conclusione positiva necessaria – ha sottolineato Prandini – anche per non indebolire l’Italia in una fase delicata del futuro dell’Unione Europea con le scelte sul bilancio comunitario dal quale dipenderanno molte delle opportunità di sviluppo fino al 2027. “Il nostro Paese si deve battere ora contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della Politica agricola comune (Pac) che aggraverebbe la condizione di pagatore netto” ha affermato il presidente della Coldiretti nel sottolineare che “a pagare il conto della Brexit non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza”.

Un nuovo protagonismo in Europa è necessario per cambiare una situazione in cui l’ultima relazione della Corte dei Conti ha evidenziato – ha sottolineato Prandini – come l’Italia sia contributore netto del bilancio Ue con un disavanzo di 4,4 miliardi nel 2016, che diventano 37,7 miliardi di euro se si prende in esame il periodo 2010-2016. In sostanza l’Italia paga 15,7 miliardi l’anno ma ne riceve indietro solo il 72%. C’è l’esigenza di “riequilibrare” invece la spesa facendo in modo – ha concluso Prandini – che la politica agricola europea possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea.

Fonte: Il Punto Coldiretti

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