venerdì 7 dicembre 2018

Semine autunnali, da programmare con attenzione particolare al “greening”: ecco come


Il pagamento “verde” o greening è la seconda componente del sostegno della Pac, con una percentuale del 30% delle risorse finanziarie. Gli agricoltori sono tenuti ad applicare sui loro ettari ammissibili tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente:

Diversificazione delle colture
Mantenimento dei prati permanenti
Presenza di un’ area di interesse ecologico
Le tre pratiche agricole vanno rispettate congiuntamente, i terreni a seminativo devono rispettare la diversificazione e la presenza di un’ area di  interesse ecologico.

Diversificazione

L’impegno del Greening che influisce maggiormente sulle scelte colturali è la diversificazione delle colture. Questo impegno prevede la presenza di:

         Almeno due culture nelle aziende la cui superficie a seminativo è compresa tra 10 e 30 ha, nessuna delle quali copra più del 75€ della superficie a seminativo;

         Almeno tre colture  nelle aziende la cui superficie a seminativo è superiore a 30ha, con la coltura principale che copre al massimo il 75%della superficie a seminativo e le due colture principali sommate assieme al ,massimo il 95%

Quindi fino a 10 ettari a seminativo, l’ agricoltore non ha obblighi di diversificazione. Si precisa che anche che l’erba medica coltivata in purezza o miscelata esclusivamente con altre leguminose è considerata coltura facente parte del sistema di rotazione aziendale e quindi deve rispettare la diversificazione. Gli impegni della diversificazione non si applicano, oltre che nelle aziende con superfici a seminativo inferiore a 10 ettari, anche alle aziende rientranti nei seguenti casi:

         I cui seminativi sono utilizzati per più del 75% per la produzione di erba o altre piante  erbacee da foraggio, investiti ( noviità Omnibus) a colture leguminose (es. erba medica, soia …), costituiti da terreni lasciati a riposo o sottoposti a combinazioni  di tali tipi di impieghi ( con Omnibus abolito il limite dei 30 ettari rimanenti);

         La cui superficie agricola ammissibile è costituita per più del 75% da prato permanente, utilizzata per la produzione di  erba e di altre piante erbacee da foraggio o investita in colture sommerse (es. riso), per una parte significativa dell’ anno o per una parte significativa del ciclo colturale o sottoposta ad una combinazione di tali tipi di impieghi ( con Omnibus abolito il limite dei 30 ettari rimanenti);

         Per le aziende con più del 75%  della superficie a seminativo occupata dal riso, la possibilità di lasciare invariata tale superficie, purchè sui seminativi restanti la coltura principale non occupi più del 75% di tali seminativi;

         Se oltre il 50% della superficie dichiarata a seminativo non è stata inserita dall’ agricoltore nella propria domanda di aiuto dell’ anno precedente  e quando i seminativi  risultano coltivati nella loro totalità con una coltura diversa da quella dell’ anno precedente.

Area di interesse ecologico

L’altro impegno del greening  che confluisce maggiormente sulle scelte colturali è l’ obbligo di destinare una quota del 5% dei seminativi dell’ azienda ad aree di interesse ecologico o ecological focus area (efa).

Tale impegno è obbligatorio per le aziende con una superficie a seminativo superiore a 15 ettari. L’ agricoltore può scegliere tra diverse tipologie di di area di interesse ecologico, tra cui ricordiamo, i terreni lasciati a riposo  e le superfici con colture azotofissatrici( es. erba medica, pisello, soia, fagiolo e fagiolino, ecc..) soggetti a fattore di conversione 1 (ossia 1 ettaro = 1 ettaro di EFA)Sono esclusi dal rispettare l’ ettaro di EFA le aziende:

         Con superficie a seminativo inferiore o uguale a 15 ettari

Fonte: Confagricoltura Bari

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