mercoledì 5 dicembre 2018

SOIL4LIFE: arriva il progetto europeo per la salvaguardia del suolo


Presentato a Roma da Cia, Legambiente, ISPRA, Crea, Politecnico di Milano, Comune di Roma.

Sembrerà banale ricordarlo, ma senza suolo non si mangia. Senza tutela del suolo, si rischia di essere travolti da frane e alluvioni, senza suolo si perde un importantissimo serbatoio di carbonio. Il suolo è altresì fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici ed è un’indispensabile riserva di biodiversità. Insomma, dal suolo dipende la nostra vita sul pianeta. Perché racchiude il più importante stock di carbonio terrestre, dalla cui corretta gestione può dipendere gran parte del successo della lotta al cambiamento climatico: un aspetto ancora troppo sottovalutato dai Paesi che in questi giorni invieranno le proprie delegazioni alla COP24 di Katowice per i negoziati sul clima. Il suolo non riceve l’attenzione che merita, la sua rilevanza per la sopravvivenza umana è decisamente sottovalutata. E’ maltrattato, abusato, coperto e impermeabilizzato dall’edificazione senza limiti, inquinato dalle attività industriali, sovrasfruttato.
Per queste ragioni Legambiente, ISPRA, Cia-Agricoltori Italiani, CCIVS, Crea, ERSAF, Politecnico di Milano, Comune di Roma e Zelena Istria, hanno deciso di dare vita a SOIL4LIFE, un progetto europeo che coinvolge partner di Italia, Francia e Croazia, nato con l’obiettivo di promuovere l’uso sostenibile ed efficiente del suolo e delle sue risorse in Italia e in Europa. Cofinanziato dalla Commissione europea con il programma Life, vede coinvolti associazioni ed enti di ricerca uniti dalla convinzione comune che il suolo vada preservato con azioni e politiche più concrete, supportate da analisi e studi capaci di predisporre le informazioni necessarie agli interventi, anche normativi, ormai indispensabili per fermare il consumo e il degrado di questa fondamentale risorsa naturale non rinnovabile.
Si tratta non solo di un auspicio, ma di un impegno formale, sottoscritto dall’Ue e dall’Italia al tavolo delle Nazioni Unite: infatti ci siamo impegnati, aderendo agli obiettivi globali di sostenibilità (SDG), a fare tutto quanto ci compete affinché, entro il 2030, “si aumentino gli sforzi atti a conseguire, a livello globale, l’arresto dei processi di degrado del suolo”, concetto che traduce la formula “by 2030, a land degradation neutral World”. Per questo, nel cuore del progetto Soil4Life, c’è l’implementazione nazionale e la comunicazione delle linee guida per la gestione sostenibile dei suoli, sviluppate ai tavoli della FAO come riferimento per le Nazioni nello sviluppo delle loro politiche agricole e territoriali.
 SOIL4LIFE è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Roma.
Il progetto parte dalla consapevolezza dell’importanza del suolo nella lotta e nell’adattamento ai cambiamenti climatici, che sono anche una minaccia seria per la sicurezza alimentare, per arrivare alla promozione di alcune scelte indispensabili per invertire la direzione nel rapporto uomo- terra. Bastano pochi numeri per comprendere come quello del suolo sia tutt’altro che un ruolo secondario: nei suoli del pianeta sono stoccati 1550 miliardi di tonnellate di carbonio, una quantità pari a ben 6 volte l’aumento della CO2 atmosferica dall’epoca preindustriale ad oggi: questo significa che uno squilibrio a livello globale della biochimica del suolo è in grado di moltiplicare gli effetti del cambiamento climatico per come li abbiamo conosciuti fino ad ora. Ma anche che, al contrario, una buona gestione di coltivazioni, pascoli e foreste può dare un formidabile contributo allo sforzo globale di riduzione delle emissioni climalteranti, permettendo di sottrarre all’atmosfera enormi quantità di carbonio. Per l’Italia, ciò si traduce nell’affrontare due grandi emergenze: mettere un freno al consumo indiscriminato di suolo e sviluppare sempre di più un’agricoltura sostenibile.
- AGRICOLTURA SOSTENIBILE - Se è vero che le nuove tecnologie negli ultimi decenni hanno consentito di aumentare la produzione alimentare, è anche vero che ciò è avvenuto spesso a danno del terreno e dell’ambiente. Secondo la Fao, il 33% del suolo mondiale oggi è altamente degradato. Le moderne coltivazioni intensive hanno impoverito il suolo, pregiudicando la possibilità di mantenere in futuro la stessa capacità produttiva. Un approccio sostenibile è possibile, per esempio, se si coltiva biologico, se si aumenta la quantità di materia organica senza fare ricorso a prodotti chimici; così come se si seguono i principi base dell’agricoltura conservativa, ossia minimo danneggiamento del suolo, copertura vegetale permanente del terreno e rotazione delle colture. O, ancora, se si ricorre all’agro-forestazione, che integra gli alberi nei sistemi di produzione animale e vegetale. La Fao ha stimato che una gestione sostenibile dei suoli potrebbe aumentare la produzione di cibo fino al 58%. Per queste ragioni, i promotori del progetto rivolgono un appello ai ministri delle Politiche agricole Centinaio e dell’Ambiente Costa perché si impegnino in una stagione di rinnovamento dell’agricoltura italiana, investendo i fondi destinati al nostro Paese dalla nuova PAC in iniziative centrate sul recupero di fertilità dei suoli mediterranei, anche in chiave di politiche di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, oltre che di produzione di materie prime. La riforma della PAC decentrerà ai Paesi membri il livello di decisione sulle risorse europee per l’agricoltura, e dunque all’Italia è offerta l’opportunità di sviluppare un programma agricolo strategico che faccia propri gli impegni climatici, usando la leva economica per introdurre ed estendere le buone pratiche che consentono, fra l’altro, di conservare e aumentare la sostanza organica nel suolo.
- CONSUMO DI SUOLO - Sul fronte della riduzione del suolo libero, siamo di fronte a un fenomeno che purtroppo non accenna ad arrestarsi e che porta con se conseguenze spesso irreparabili. Lo confermano gli ultimi dati di ISPRA, che attestano il consumo di suolo nel 2017 su una media di 15 ettari al giorno, ovvero 54 km quadrati all’anno. Una trasformazione di poco meno di 2 metri quadrati di suolo che, nell’ultimo periodo, sono stati irreversibilmente persi ogni secondo. Dagli anni Cinquanta al 2017 la copertura artificiale del suolo è passata dal 2,7% al 7,65% (+180%), intaccando ormai 23.063 chilometri quadrati del nostro territorio.
Con questo progetto, si vogliono promuovere la conoscenza e le pratiche che garantiscono una maggiore tutela di questa risorsa naturale tra gli addetti ai lavori, tra chi ha un rapporto quotidiano con il suolo, ossia agricoltori e allevatori, ma anche professionisti, come architetti, ingegneri, agronomi e geometri, e personale delle amministrazioni regionali. Perché gli studi si trasformino in attività e le attività in risultati. Perché chi coltiva, chi fa pianificazione urbanistica e chi stabilisce le regole lo faccia seguendo criteri che ne garantiscano la massima protezione possibile.
Tra gli obiettivi di SOIL4LIFE c’è anche quello di sensibilizzare le Istituzioni europee e i singoli Stati membri sulla necessità di emanare una normativa comunitaria in grado di garantire la protezione del suolo.

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