giovedì 28 febbraio 2019

Vendita diretta. Doppio binario dalla legge di bilancio 2019


Con un intervento per il quale i più non sentivano proprio il bisogno, il legislatore ha modificato la disciplina della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli, introdotta nel 2001 dalla “Legge di orientamento e modernizzazione del settore agricolo”. L’articolo 4 dell’appena citata legge, regolamenta (solo) l’aspetto amministrativo della vendita diretta effettuata dagli imprenditori agricoli, singoli ed in forma associata. A condizione che siano iscritti nel Registro delle imprese, gli imprenditori agricoli possono vendere su tutto il territorio nazionale i prodotti agricoli provenienti in misura prevalente dalla propria attività agricola, senza sottostare alla disciplina amministrativa del commercio al dettaglio (D.Lgs 114/1998).

Rispettato il requisito della prevalenza delle proprie produzioni, l’unico limite posto fino al 2018, è quello dei ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti acquistati da terzi, che non devono superare nell’anno precedente i 160mila euro per le imprese individuali, i 4milioni di euro per le società. La norma in questione non si pronunciava in merito alla “natura merceologica” dei prodotti prima acquistati e poi ceduti come tali dall’imprenditore agricolo insieme alla propria produzione. Il dubbio che un produttore di ortaggi potesse vendere anche frutta acquistata da terzi aveva affascinato gli esperti del settore ma era stato gestito con il sano buon senso: l’imprenditore rispettava la norma anche se vendeva prodotti non rientranti nel settore merceologico proprio, all’imprescindibile condizione che i prodotti acquistati rientrassero nell’ambito della produzione primaria (agricola) e nel rispetto dei limiti di ricavi di cui sopra. La novità introdotta con la legge di Bilancio introduce quella che pare essere una nuova modalità di vendita diretta dei prodotti acquistati da terzi: gli imprenditori agricoli possono vendere in misura non prevalente i prodotti agricoli acquistati da altri imprenditori agricoli, se non appartengono allo stesso comparto merceologico di quelli prodotti in proprio, nel rispetto della prevalenza misurata in temine di ricavi. In attesa di chiarimenti da parte del Ministero dell’agricoltura, oggi possiamo quindi individuare due possibili modalità di vendita diretta di prodotti acquistati da terzi:

- Prodotti agricoli acquistati da terzi rientranti nel proprio comparto merceologico, con limite a 160mila euro di ricavi se ditta individuale e 4milioni di euro se società, nel rispetto della prevalenza dei ricavi ottenuti dalla propria produzione nell’anno precedente.
- Prodotti agricoli che NON appartengono al medesimo comparto merceologico dei propri, acquistati da imprenditori agricoli, i cui ricavi sono in misura NON prevalente rispetto ai ricavi ottenuti nell’anno precedente dalla vendita dei propri prodotti.


L’allarme di FederUnacoma. I numeri parlano di uno scenario critico per il mercato trattrici


I dati 2018 indicano una flessione delle vendite in Europa, Cina e Turchia, e una crescita negli Stati Uniti e in India. La frenata sui mercati di Francia e Germania penalizza le esportazioni italiane. Il lieve miglioramento dei prezzi agricoli potrebbe incoraggiare gli investimenti ma l’andamento generale dell’economia italiana e i nodi critici sullo scenario mondiale prospettano un 2019 difficile.
I numeri – Il mercato europeo delle macchine agricole chiude il 2018 in flessione, e le prospettive per il 2019 non sembrano positive. Le vendite di trattrici nel continente – secondo i dati del Comitato dei costruttori europei CEMA, presentati questo pomeriggio a Parigi dal presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti, nel corso di una conferenza stampa in occasione del SIMA – sono calate lo scorso anno del 10%, in ragione di 177.300 unità immatricolate. Per l’anno in corso, anche laddove i redditi agricoli a livello mondiale dovessero migliorare per il previsto rialzo dei prezzi, l’andamento complessivo dell’economia rischia di scoraggiare gli investimenti, anche quelli per l’acquisto di macchinario agricolo. I dati di mercato indicano nel 2018 cali consistenti in tutti i principali Paesi: la Francia registra un passivo del 9% con 24.700 unità immatricolate, la Germania cala del 18% con 27.700 macchine, l’Italia sconta un passivo del 19% a fronte di 18.400 unità e la Spagna registra una flessione del 5% con 11.400 macchine immatricolate. Il calo delle vendite in Francia – ha commentato Malavolti – è particolarmente penalizzante per l’industria italiana, che ha nel Paese transalpino il primo mercato d’esportazione. L’andamento dei prezzi agricoli in Francia potrebbe favorire nel 2019 una ripresa del mercato, all’interno di un trend che vede comunque negli ultimi anni una riduzione delle immatricolazioni francesi e conseguentemente una contrazione delle esportazioni italiane verso il Paese. Queste hanno espresso nei primi dieci mesi del 2018 (dati ISTAT) un valore complessivo di 455 milioni di euro, in calo del 6,8% rispetto allo stesso periodo 2017, in linea con la tendenza degli ultimi anni. Se nel 2013 la Francia acquistava macchinario italiano per complessivi 631 milioni di euro, nel consuntivo 2017 l’ammontare degli acquisti non superava la quota di 565 milioni, segnando nei cinque anni un decremento del 10%. Guardando allo scenario globale, una particolare attenzione deve essere rivolta agli Stati Uniti, che chiudono il 2018 con una crescita sensibile delle immatricolazioni di trattrici (235 mila unità, con un incremento del 7% che ha favorito anche le esportazioni italiane, cresciute nell’anno del 16,5% per un valore complessivo pari a 413 milioni di euro), ma che nell’anno in corso debbono fronteggiare alcune variabili importanti, come il calo del Pil, il calo dei consumi interni, la guerra dei dazi. Andamenti differenti caratterizzano i due colossi asiatici, con la Cina che registra nel 2018 una brusca frenata delle vendite (-26%) nel quadro di una politica di riduzione della capacità produttiva in eccesso intrapresa dal Paese; e con l’India che, all’opposto, non ferma la propria corsa alla meccanizzazione e che – secondo le stime dell’associazione costruttori TMA – nel 2018 ha raggiunto il livello record di 800 mila unità vendute sul territorio nazionale.

Fonte: Agricultura.it

mercoledì 27 febbraio 2019

Nasce Florovivaisti Italiani, rappresenterà il settore a livello nazionale


Cia-Agricoltori Italiani dà vita, con la firma a Roma, alla nuova associazione dedicata al settore.

Nasce per iniziativa di Cia-Agricoltori Italiani l’associazione Florovivaisti Italiani che riunirà produttori di fiori e piante in vaso, vivaisti, ma anche organizzazioni della filiera e mondo della ricerca. “Obiettivo ambiente” il motto scelto per condurre oltre la dicotomia che associa il verde al solo uso ornamentale per mettere, invece, in primo piano il ruolo importante che fiori e piante svolgono per l’ambiente a tutela del benessere dell’uomo. Tra le finalità, quindi, la necessità di promuovere la multifunzionalità del settore florovivaistico, il cui apporto è centrale per esempio nella lotta ai cambiamenti climatici, migliora la qualità dell’aria in ambiente urbano ed è di supporto alla cura di importanti malattie.

L’associazione che si è costituita oggi nella sede nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, è composta da florovivaisti di tutto il Paese ed ha eletto presidente Aldo Alberto, attualmente alla guida di Cia Liguria. Ad affiancarlo come vicepresidenti, Mario Maiorana florovivaista calabrese e Lisa Trinci produttrice toscana. Sono membri del direttivo: Antonino Mandanici (Sicilia), Michele Ciccotelli (Molise), Michele Vino (Puglia), Emanuela Milone (Calabria) e Manuel Tollio (Veneto).

Al suo avvio Florovivaisti Italiani può contare su oltre 2200 aziende associate e punta a sanare un gap rappresentativo sul piano nazionale di cui il settore da tempo necessita.

“Sarà per questo un’associazione aperta a tutti i florovivaisti -ha commentato il presidente Aldo Alberto- per essere punto di riferimento in Italia e dar voce alle istanze del settore nel dialogo anche con le istituzioni. Puntiamo all’aggregazione in un’assemblea che auspichiamo sempre più ampia, -ha aggiunto Alberto- lavoriamo per costruire reali opportunità per i soci. A tal fine, -ha precisato il presidente di Florovivaisti Italiani- partiremo dal territorio, dall’ascolto e dal dibattito regione per regione, per poi far sintesi e mettere in campo azioni concrete. Tra queste, il riconoscimento della figura del florovivaista, quale operatore professionale altamente specializzato che crea un indotto importante, a monte e a valle della filiera, dando opportunità di lavoro più di ogni altro settore, ma che spesso non è valorizzato”.

 Il florovivaismo rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola totale e si estende su una superficie di quasi 30 mila ettari, contando 21 mila aziende (per 100 mila addetti), di cui 14 mila coltivano fiori e piante in vaso e 7 mila sono vivai. Il settore vale circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l’Italia, vale il 15% della produzione comunitaria. Tra i maggiori produttori del settore in Italia c’è la regione Liguria, seguita da Toscana, Campania e Sicilia.

Fonte: Cia Agricoltori Italiani

I motivi del crollo di un albero


Il clima sta cambiando! Non è una frase fatta ma una constatazione di quello che viviamo oggi in Italia. A tali cambiamenti nessuno è pronto, né noi né l’ecosistema che ci circonda.

Sarà forse questo il motivo principale del perché gli alberi cadono?

Sicuramente il clima gioca un ruolo importante per l’intera natura, ma non può essere riconosciuto come il principale motivo della caduta degli alberi.

Gli alberi, sebbene immobili, sono in continuo movimento cercando di reagire ai mutamenti dell’ambiente esterno.

Vediamo insieme quali possono essere le cause della caduta dei nostri amati alberi:

1. Valutare il corretto posizionamento dell’albero al momento della semina, valutandone lo spazio per la crescita sia della radice che della chioma. Normalmente questo non avviene, piantando alberi solo per un fine estetico.

2. Abbiamo avuto modo di parlare di quanto è importante la potatura per la cura delle nostre piante e dei nostri alberi e come sottolineato questa operazione deve apportare un vantaggio all’organismo ma spesso non è così diventando fonte di problemi successivi:
– Potatura assente, l’albero non viene curato, la chioma si infoltisce sempre più, senza badare alla direzione dei rami e di come sono posizionati.

– Potatura eccessiva, una delle pratiche più comuni per potare gli alberi nei contesti urbani è la capitozzatura, operazione attraverso la quale si elimina la chioma dell’albero. In questo modo l’albero perderà la maggior parte delle energie vitali producendo così rami fragili inclini alla rottura.
Clicca qui per approfondimenti sulla potatura.

– Potatura errata, i tagli sono effettuati anche nel modo corretto, ma nel loro insieme creano squilibrio nella struttura dell’albero, facendo sbilanciare la chioma.

3. Tranciatura delle radici, spesso vengono recise le radici degli alberi durante lavori di scavi sotterranei.

4. Specie di alberi non adatti a fattori climatici e spazio a disposizione.
Non tutte le specie di alberi sono adatte a vivere in salute in alcuni contesti. Per questa ragione bisogna affidarsi ad esperti per scegliere la famiglia di alberi più indicata.

In situazioni del genere, in cui gli alberi sono piantati senza un piano regolatore ben preciso per il loro mantenimento, le forti piogge o il forte vento danno il colpo di grazia a organismi indeboliti, rendendo inevitabile la caduta di rami o dell’albero stesso.

Queste operazioni sono tutte effettuate dall’uomo, siamo noi che facciamo crescere gli alberi come minacce.

Cosa possiamo fare per invertire questa tendenza?

Già in partenza si dovrebbe essere lungimiranti pensando alla crescita dell’albero e al suo spazio sia aereo che tellurico, posizionandolo in maniera corretta nel contesto urbano.

La scelta del terreno è importante, dovrebbe essere profondo, poco compatto e concimato correttamente, per un’ottima crescita e sviluppo delle radici,
Il monitoraggio dovrebbe essere continuo, per effettuare potature corrette, per accertarsi dell’assenza di malattie e per nutrire l’albero qualora necessario.

Con questi comportamenti virtuosi l’albero non sarà più una minaccia e riuscirà a resistere al forte vento o a reggere il peso della neve.

Gli alberi non sono una minaccia, danno la vita!

Fonte: Piante in Forma

Bandi: ecco un riepilogo di quelli aperti


BANDI ISMEA
Autoimprenditorialità e ricambio generazionale in agricoltura
L’obiettivo della misura è quello di favorire il ricambio generazionale in agricoltura e l’ampliamento di aziende agricole esistenti.
ISMEA finanzia la realizzazione di progetti di sviluppo o consolidamento nei settori della produzione agricola, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e della diversificazione del reddito agricolo.
Per tutte le informazioni vai sul sito di ISMEA e ACCEDI AL PORTALE DEDICATO

BANDI PSR
Ecco i termini per la presentazione delle domande relative lo sviluppo di aziende agricole da parte di giovani agricoltori.

Regione Veneto
Insediamento giovani agricoltori – Misura 6.1.1
SCADENZA: 28 marzo 2019
L’intervento 6.1.1 (Insediamento di giovani agricoltori) intende promuovere il ricambio generazionale, favorendo il primo insediamento in agricoltura di giovani imprenditori attraverso la corresponsione di un premio e incentivando, mediante l’erogazione di risorse finanziarie, la costituzione e lo sviluppo di imprese competitive, rispettose dell’ambiente e integrate nel territorio rurale.
Per l’erogazione del premio forfettario di 40.000 euro, il giovane insediato deve attivare, con il cosiddetto Pacchetto giovani, anche delle misure di investimento volte all’ammodernamento dell’azienda agricola (Misura 4.1.1) e/o alla diversificazione delle imprese agricole (Misura 6.4.1 relativa all’avvio di attività agrituristiche, fattorie didattiche, …).
Il giovane, che deve avere meno di 41 anni, deve insediarsi prima della presentazione della domanda e sono ammessi gli insediamenti già avvenuti fino a 24 mesi precedenti la scadenza del bando. Nell’ambito del Pacchetto Giovani, oltre al premio per l’insediamento, al giovane è erogato un aiuto sugli investimenti effettuati che va dal 50% al 60%.
È prevista la stesura di una graduatoria specifica per le zone montane. Per tali zone è stabilita una riserva del 25% dell’importo messo a bando.
Per accedere alle graduatorie per le zone montane, la domanda deve soddisfare i seguenti requisiti:
          il 51% della S.A.T. aziendale deve essere ubicata in zona montana;
          gli investimenti fissi e quelli fissi per destinazione previsti dal Piano aziendale, devono essere realizzati in zona montana;
          le attrezzature e i macchinari devono essere utilizzati prevalentemente in zona montana. Ai fini della prevalenza, si fa riferimento alla percentuale di SAU (51%) in zona montana della coltura interessata all’investimento.
Nel caso il budget riservato a una specifica graduatoria risultasse superiore a quello necessario per il finanziamento dell’ultima domanda posta utilmente in graduatoria, le risorse eccedenti saranno riallocate nella graduatoria riservata ad altra zona territoriale.
Clicca qui (Misura 6– Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese; Intervento 6.1.1 – Insediamento di giovani agricoltori) per ulteriori approfondimenti.

Regione Lombardia
Misura: 6 PSR – Sviluppo delle imprese e delle aziende agricole
Sottomisura: 6.1 PSR – Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori
Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori
Data di apertura 13-06-2018
Data indicativa di scadenza 30-04-2019 ore 12:00
Il bando a sportello dispone di 11 M€, suddivisi in quattro periodi di riferimento. Beneficiari sono i maggiorenni che, al momento della presentazione della domanda, non abbiano compiuto 40 anni e siano insediati in agricoltura da meno di 24 mesi. Per le società tuti i soci devono avere meno di 40 anni. Il contributo è pari a 30.000 € per i giovani insediati in zona di montagna (prevalenza della SAU), 20.000 € per le altre aree. I limiti di produzione lorda standard per l’accesso agli aiuti è tra 12.000 e € 200.000 per azienda di montagna” e tra € 18.000 e € 200.000 per le altre aree. Le domande si presentano solo per via telematica sul portale regionale SISCO con firma elettronica  o digitale con tessera CRS o CNS e relativo PIN. Scadenze prossimi periodi: tutti alle ore 12,00 del 05/07/2018, del 18/09/2018, del 10/01/2019, del 30/04/2019.
Per informazioni vai all’Ufficio zona Coldiretti e consulta il sito di TerraInnova

Regione: Valle d’Aosta
Misura: 6 PSR – Sviluppo delle imprese e delle aziende agricole
Sottomisura: 6.1 PSR – Aiuto all’avviamento d’impresa per i giovani agricoltori
PSR 2014-2020 Regione Autonoma Valle d’Aosta Intervento 6.1.1: Aiuti all’avviamento di imprese per giovani agricoltori

Data di apertura 04-02-2019
Data indicativa di scadenza 15-05-2019 ore 14:00
Con il presente bando la Regione Valle d’Aosta disciplina l’attuazione degli interventi previsti nel Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (di seguito PSR 2014-2020) relativamente alla sottomisura 6.1 “Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori”, tipologia di intervento 6.1.1, la quale si pone l’obiettivo di favorire l’accesso di giovani agricoltori qualificati nel settore agricolo e il ricambio generazionale. Il sostegno previsto è orientato ai giovani agricoltori con progetti imprenditoriali competitivi, innovativi e che dimostrino una forte capacità di stare sul mercato, privilegiando le aziende che si insediano in un contesto socio-territoriale marginale.
Nel dettaglio, la tipologia d’intervento 6.1.1 prevede l’erogazione di un sostegno, concesso come premio in conto capitale, per il primo insediamento, ovvero destinato a giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola, a capo di un’impresa individuale, di una società o di una cooperativa.
Possono accedere al sostegno della presente sottomisura i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di:
          titolare di un’impresa individuale;
          rappresentante legale di una società agricola di persone, capitali o cooperativa.
Per agevolare i beneficiari, ai sensi del Reg. (UE) n. 2393/2017, con il nuovo bando è stato ampliato da 9 a 24 mesi il periodo di tempo che può intercorrere fra l’insediamento in azienda e la data di presentazione della domanda di aiuto.
Le domande devono essere presentate entro mercoledì 15 maggio 2019, allo Sportello Unico Agricoltura dell’Assessorato, alla sede di Saint-Christophe, aperto dalle ore 9 alle 14 il martedì e il giovedì e gli altri giorni su appuntamento (telefono: 0165/275420).
Clicca qui e per ulteriori informazioni vai all’ufficio di zona Coldiretti e consulta il sito di TerraInnova

Regione: Umbria
Misura: 6 PSR – Sviluppo delle imprese e delle aziende agricole
Sottomisura: 6.1 PSR – Aiuto all’avviamento d’impresa per i giovani agricoltori

Data indicativa di scadenza 31-05-2019
Il bando è rivolto ai giovani agricoltori di età compresa tra i 18 anni ed i 40 (non compiuti) al momento della presentazione della domanda, con adeguate qualifiche e competenze professionali e che si insediano per la prima volta in qualità di capo dell’azienda in una micro o piccola impresa agricola, in forma singola (uni-personale) o associata (impresa pluri-personale).
L’incentivazione del primo insediamento per i giovani agricoltori presuppone tra l’altro la redazione di un piano aziendale riguardante l’attività agricola. Il Piano aziendale dovrà:
          descrivere la situazione aziendale di partenza;
          individuare i punti di forza ed i punti deboli;
          descrivere le tappe essenziali e gli obiettivi per lo sviluppo delle attività dell’azienda sotto il profilo aziendale, l’organizzazione dell’impresa, la strategia organizzativa e la forma giuridica;
          elabori i particolari delle azioni, incluse quelle inerenti alla sostenibilità ambientale ed all’efficienza delle risorse, occorrenti per lo sviluppo delle attività dell’azienda agricola quali investimenti, formazione, consulenza o qualsiasi altra attività;
          indichi i punteggi di cui si chiede l’attribuzione con riferimento ai criteri di selezione.
È previsto l’erogazione di un sostegno forfettario all’avviamento pari a 50.000 euro per ogni giovane insediato, fino ad un massimo, nell’ambito di società, di due insediamenti per ciascuna impresa.
L’aiuto all’insediamento viene erogato in due rate:
          la prima, pari al 50% dell’importo, dopo la singola decisione di concedere il sostegno, su presentazione della domanda di pagamento della prima tranche (acconto del premio) corredata da polizza fideiussoria rilasciata a favore della regione pari al 100% del valore della rata;
          la seconda è erogata a saldo, a piano correttamente realizzato e previa verifica dell’avvenuta acquisizione del requisito di adeguate conoscenze e competenze, qualora non possedute al momento della presentazione della domanda di sostegno.
Clicca qui e per ulteriori informazioni vai all’ufficio di zona Coldiretti e consulta il sito di TerraInnova.

Regione Friuli Venezia Giulia
Insediamento giovani agricoltori – edizione 2019
Misura 6.1.1
Data di apertura 02-01-2019
Data indicativa di scadenza 01-07-2019 ore 23:59
Il nuovo bando vede stanziati 2.070.000 euro per incentivare l’insediamento dei giovani nel settore agricolo.
I beneficiari sono i giovani agricoltori di età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non ancora compiuti) alla data di presentazione della domanda. La domanda deve essere corredata dalla documentazione richiesta e da un piano di sviluppo aziendale.
L’entità del premio, che può arrivare a 70.000 euro, è calcolata sulla base di diversi criteri tra loro cumulabili e relativi
a.  la localizzazione della superficie agricola utilizzata (SAU) prevalente dell’azienda (fino a 40.000 euro);
b.  30.000 euro per le aziende agricole neo costituite o in cui si insedia il giovane, che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni:
1.         la prevalenza dei prodotti aziendali è già certificata biologico, DOC, DOCG, DOP, IGP, IGT o AQUA;
2.         la produzione delle materie prime necessarie alla realizzazione dei prodotti di cui al numero 1) è prevalente ed è gestita secondo i relativi disciplinari;
3.         il PA prevede il raggiungimento delle condizioni di cui al comma 1, lettera b) numeri 1) o 2) entro il termine di conclusione dello stesso.
Il costo complessivo previsto e sostenuto per le operazioni previste all’interno del piano aziendale, per lo sviluppo dell’attività primaria, deve essere almeno uguale al premio richiesto.
È possibile presentare la domanda di sostegno sul portale SIAN dal 2 gennaio 2019 al 1 luglio 2019.
Clicca qui per ulteriori approfondimenti e per tutte le informazioni rivolgersi all’ufficio Coldiretti di zona più vicino.


BANDO MISE AGRIFOOD
Sono state pubblicate, sul sito del Mise, le modalità ed i termini per la presentazione delle proposte progettuali relative al Bando di 560 milioni di euro (di cui 225,1 milioni per il settore “Agrifood”) per progetti di ricerca e sviluppo sperimentale (R&S). In particolare, l’intervento agevolativo in oggetto verrà attuato secondo due differenti procedure di seguito illustrate:
– 1. valutativa a sportello per i progetti con costi ammissibili tra 800 mila euro 5 milioni di euro. Le proposte progettuali potranno essere presentate dal 22 gennaio 2019 e riguardano esclusivamente le seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Possono tuttavia essere coinvolte anche altre regioni per un importo massimo del 35 % dei costi ammissibili. Le domande possono essere presentate a partire dal 22 gennaio 2019;
– 2. valutativa negoziale per i progetti con costi ammissibili compresi tra 5 e 40 milioni di euro. Tali progetti potranno essere presentati dal 27 novembre 2018. Con una sospensiva del Mise, per il settore Agrifood, sono state sospese dalla presentazione delle domande le regioni più sviluppate.
Possono beneficiare delle agevolazioni anche le imprese agricole (grazie alle attività portate avanti da Coldiretti nel CdS PON IC) con altri soggetti. Agevolazioni nella forma del contributo diretto (massimo 60% dei costi) e finanziamento agevolato con tasso agevolato pari al 20% del tasso Ue.
Le domande di agevolazione accedono alla fase istruttoria sulla base dell’ordine cronologico giornaliero di presentazione pertanto risulta importante presentare le domande in tempi immediati. Le proposte progettuali potranno essere presentate in via telematica a partire dal 22 gennaio 2019, tuttavia, la procedura di compilazione guidata resa disponibile nel sito a partire dal 17 dicembre 2018.
         
Fonte: Coldiretti Giovani Imprese