martedì 5 febbraio 2019

Fatturazione elettronica per le aziende agricole. Serve sanatoria di un anno


Il debutto della fatturazione elettronica al centro del XXIII Convegno fiscale di Confagricoltura, che si è svolto oggi a Ravenna, proiettato sulle misure agricole introdotte dalla recente legge di Bilancio.  «Il legislatore ha previsto un periodo di transizione di sei mesi nei quali la fattura elettronica potrà essere emessa in ritardo senza alcuna sanzione, ora però serve uno sforzo in più: è necessaria una sanatoria di un anno per quanto concerne l’emissione tardiva, applicabile anche nel caso di eventuali errori o dati indicati non correttamente» ha osservato il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti, durante un convegno di Confagricoltura che si è tenuto a Ravenna.

Sul tema è intervenuto l’esperto tributarista e pubblicista per il Gruppo Sole 24 Ore, Gian Paolo Tosoni: «La fattura elettronica rappresenta una rivoluzione sotto il profilo amministrativo, ma dalle prime mosse sembra che le imprese, comprese quelle agricole, abbiano reagito positivamente. La prova è superata anche dalla Agenzia delle Entrate. Tuttavia, molti operatori non riescono a emettere la auto fattura per gli acquisti presso gli agricoltori esonerati. Sembrano invece collaudate le procedure per le cooperative agricole che emettono la fattura per conto dei soci conferenti».

All’incontro organizzato dalle sedi di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini, il responsabile fiscale di Confagricoltura, Nicola Caputo, ha fatto il punto sulle novità 2019: la proroga per la rivalutazione dei terreni e partecipazioni; sgravi fiscali quando intervengono variazioni societarie (si esclude l’imposta di registro ad aliquota piena nel caso di conferimento di aziende agricole in società semplici e nella successiva cessione delle quote sociali); l’equiparazione dei coadiuvanti al titolare dell’impresa agricola (si superano le difficoltà interpretative incontrate in sede di applicazione dell’IMU, di acquisto dei terreni agricoli e altro, tramite il pieno riconoscimento e parità di trattamento dei componenti il nucleo familiare nella gestione e conduzione dell’azienda). Mentre per i tartufi freschi è stata ulteriormente ribassata l’Iva che in due anni passa così dal 22% al 5%; si prevede l’esonero degli adempimenti Iva a favore dei raccoglitori occasionali dei “prodotti non legnosi” e dei raccoglitori occasionali di piante officinali spontanee, che nell’anno solare precedente abbiano realizzato un volume d’affari non superiore a 7mila euro; inoltre, viene confermata la proroga della detrazione per le spese sostenute nella “sistemazione a verde”, il cosiddetto “bonus verde”.

Tra le nuove misure non fiscali che più interessano il territorio, lo stanziamento di 5 milioni di euro (2 milioni quest’anno e 3 il prossimo), per istituire il catasto delle produzioni frutticole nazionali “attraverso una ricognizione a livello aziendale delle superfici coltivate, distinte a livello delle principali cultivar”. Una misura che Confagricoltura aveva indicato tra le priorità delle filiere frutticole, «perché la perfetta conoscenza delle informazioni sulle superfici e sul potenziale produttivo del comparto frutticolo può contribuire ad una migliore pianificazione delle produzioni ed equilibrio di mercato». Soprattutto ci auguriamo che sia una spinta al rilancio di uno dei comparti strategici dell’agricoltura regionale da troppo tempo in sofferenza.

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