I pneumatici per trattori al giorno d’oggi hanno
caratteristiche completamente diverse da quelli di altri mezzi agricoli. Quando si parla di questo particolare tipo di
gomme, si pensa soprattutto a uno strumento di lavoro. E in questo caso le
linee direttrici per i produttori sono essenzialmente due, le stesse che
regolano qualunque tipo di attività: produttività e redditività. Disegno,
consistenza, capacità sono regolate tutte per rispondere a queste esigenze.
Ed è così che vengono poi regolate le peculiarità in base
anche al tipo di macchina che gli pneumatici dovranno supportare. Che si tratti
di trattori classici, o di macchine da raccolta, o mietitrebbie e irroratrici,
presse e avvolgitori per balle di fieno, rimorchi, autobotti e spargi letame
fino alle macchine da giardinaggio, gli pneumatici dovranno garantire
prestazioni elevate per agire limitando i consumi di carburante, ma soprattutto
garantendo tenuta ottimale su terreni di difficile percorrenza come possono
essere i campi o i pendii collinari su cui le macchine agricole devono
arrampicarsi.
App per monitorare gli pneumatici per trattori
Per venire incontro alle esigenze dei clienti, di recente
sono state sviluppate anche alcune app in grado di simulare la normale attività
di gomme da trattore, calcolando i costi di esercizio, nei quali sono compresi
anche oneri indiretti e poco evidenti nell’intera durate di pneumatici da
lavoro.
Altre app offrono la possibilità di mantenere sempre sotto
controllo i valori ottimali di pressione quando si è al lavoro. Un aiuto di non
poco conto, se si pensa a quanto possa essere utile nelle diverse condizioni di
carico e di velocitàche un’attività agricola comporta nell’arco di una
stagione.
Le ultime tendenze, mostrano una preferenza dei produttori
verso gomme “off highway”, ovvero pneumatici più robusti e flessibili, in grado
di sopportare carichi maggiori mantenendo velocità e trazione più elevate. Non
solo: la nuova generazione di pneumatici agricoli evita di compattare il
terreno, pur lasciando impronte più ampie a una minore pressione sul fondo. E’
un tipo di prodotto che si avvicina alle caratteristiche del cingolo di gomma,
ma non ne ha gli svantaggi in termini di velocità e manovrabilità, soprattutto
su percorsi misti.
Il segmento medio piccolo
Ma le novità maggiori si registrano nel mercato delle
macchine di piccola e media potenza, le più diffuse nel settore agricolo, che
necessitano di innovazione continua per rispondere appunto alle esigenze di
produttività e redditività.
In questo segmento le misure standard sono sono poche e
rispondono a caratteristiche tecniche che migliorino le prestazioni in termini
di durata, aderenza e tenuta di strada. Sono tutti parametri che rispondono
all’esigenza di risparmio, per il contenimento dei costi di carburante e di
usura dello pneumatico stesso.
Un trattore che lavori principalmente in campagna, per
operazioni pesanti, potrebbe consentire un buon risparmio anche solo riducendo
lo slittamento sotto sforzo. E’ un fattore che in passato si tendeva a
trascurare notevolmente, immaginando che il massimo sforzo di trazione si
potesse raggiungere, con le gomme impegnate nell’aratura, con uno slittamento
del 15% . Tutto questo era vero per pneumatici a pressione relativamente
elevata, con carcassa radiale tradizionale e sezioni non molto ampie. Ma è
bastato ampliare la sezione e ridurre la curvatura del profilo per ottenere
valori diversi, riducendo i tempi di lavorazione, l’energia e il carburante,
oltre che l’usura della gomma.
Incrementando la sezione attiva, ovvero quell’area del
battistrada che mantiene il contatto con il terreno, migliora l’aderenza delle
gomme. Fino a qualche anno fa, chi lavorava sul trattore, raggiungeva questo
risultato in maniera empirica, correggendo con la zavorra. Ma il sistema
funzionava solo con le ruote anteriori, poiché le posteriori si comportano
diversamente in base al carico.
Prestazioni ad alto carico
Altro sistema empirico, per ottenere una migliore aderenza,
è basato sulla pressione degli pneumatici. Sgonfiando la gomma si aumenta
l’area di contatto e lo slittamento non supera il 10 per cento. Ma in termini
di sicurezza questi espedienti alla lunga non pagano.
E allora per lavorare a bassa pressione, al di sotto di 1
bar generalmente, meglio dotarsi di pneumatici agricoli che abbiano determinate
caratteristiche sia della mescola, sia della struttura.
• Anzitutto il
cosiddetto tallone, ovvero il punto di contatto tra pneumatico e cerchio, deve
assicurare una tenuta perfetta, per evitare che la gomma assuma rotazioni che
la portino fuori dal cerchio o la facciano sgonfiare;
• la spalla
dello pneumatico deve avere la giusta flessibilità, senza perdere capacità di
carico;
• la struttura
interna deve essere disegnata per essere in grado di reggere flessioni
maggiori;
• lo
pneumatico, per essere adatto anche su strada o per avere una velocità
maggiore, deve reggere anche una pressione di gonfiaggio maggiore;
• infine
l’attrito interno della mescola deve essere minimo per evitare il
surriscaldamento del copertone e quindi evitare dispendio di energia.
E’ stato calcolato che pneumatici in grado di lavorare a pressioni
diverse, con una riduzione dello slittamento del 15%, montati su un trattore da
250 cavalli con un’attività di 100 ore all’anno, permettono di risparmiare 4500
litri di gasolio in un anno.
Produttività e redditività si raggiungono anche attraverso una
buona capacità di galleggiamento degli pneumatici. Non è insolita la condizione
di lavoro su terreni sconnessi e instabili. La capacità di galleggiamento degli
pneumatici per trattori consente di ridurre i tempi di attesa di lavorazione in
terreni impregnati dalla pioggia; riduce anche il rischio di impantanarsi;
consente una lavorazione omogenea e rapida soprattutto si file ravvicinate.
Gli pneumatici agricoli ad assetto variabile hanno quindi
una versatilità superiore anche rispetto alle gomme a sezione maggiorata, che
si muovono male nella fase di semina delle colture più delicate.
Fattori di scelta
Le valutazioni da compiere per la scelta di pneumatici per
trattori non si discostano molto da quelle che un automobilista si trova a fare
per il cambio di gomme alle propria auto. Vale il principio generale della
corrispondenza tra dimensioni dell’attività ed esigenze operative.
Inutile rivolgersi a un prodotto di elevate prestazioni per
una macchina che abbia un ciclo di lavorazione annuale non superiore alle 200
ore. Le prestazioni saranno notevoli, ma non ripagheranno mai la spesa
affrontata. Diversamente pneumatici di qualità media, rapportati alle reali
esigenze, possono avere lo stesso ciclo di vita del trattore, senza incidere
pesantemente nei costi di produzione.
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