Nell’ultimo anno sono scomparsi 100mila ettari di terra
coltivata, pari alla superficie di 150mila campi da calcio, a causa del consumo
di suolo e della cementificazione ma anche del mancato riconoscimento del
lavoro degli agricoltori, dai bassi prezzi pagati per i prodotti agricoli fino
agli attacchi degli animali selvatici. A denunciarlo è la Coldiretti in
occasione dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della terra che si celebra il 22
aprile. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi alle intenzioni di
semina, nel 2019 la superficie coltivata si è ridotta a 11,3 milioni di ettari,
con un calo che per oltre l’80% colpisce le regioni del Nord Italia. Un trend
che aggrava il fenomeno della perdita di suolo fertile, dopo che negli ultimi
25 anni è già scomparso oltre un quarto della terra coltivata.
Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di
suolo si abbattono i cambiamenti climatici, denunciati dalla campagna della
giovane attivista svedese Greta Thunberg, con le precipitazioni sempre più
intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce
ad assorbire. Il risultato è che sono saliti a 7275 i comuni complessivamente a
rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100%
per Liguria e Toscana mentre e al 90% per il Piemonte, secondo elaborazioni
Coldiretti su dati Ispra.
Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono,
l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria
disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale,
culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Con la chiusura
di un’azienda agricola, infatti, insieme alla perdita di posti di lavoro e di
reddito viene anche a mancare – precisa la Coldiretti – il ruolo insostituibile
di presidio del territorio.
La soluzione è garantire un giusto prezzo per i prodotti
agricoli, eliminando le distorsioni all’interno delle filiere e la concorrenza
sleale delle importazioni da paesi stranieri, e assicurando una piena
trasparenza dal campo alla tavola, estendendo a tutto il cibo in commercio
l’obbligo dell’origine in etichetta.
Ma occorre anche risolvere il problema degli attacchi degli
animali selvatici, dai cinghiali fino ai lupi, che distruggono i raccolti
agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali, per un
totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i
casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime.
Fonte: Il Punto Coldiretti
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