lunedì 20 maggio 2019

Giornata mondiale delle api. La nostra vita dipende da loro, proteggiamole!


Il 20 maggio è la  "Giornata Mondiale delle Api",  proclamata nel 2018 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, su  iniziativa della Repubblica Slovena e con il sostegno e il voto favorevole dell'Italia. La data è stata scelta poiché coincide con il giorno in cui nacque Anton Janša, che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. Le api hanno un ruolo essenziale per l'intera umanità, in quanto danno un fondamentale contributo al mantenimento della biodiversità e si stima che il 76% del cibo che mangiamo è il frutto del loro lavoro di impollinazione. Ogni volta che mangiamo una fragola, una patata, una mela, un pezzetto di cioccolata o che beviamo un caffè o una spremuta dovremmo ringraziare le api. Ma questo prezioso impollinatore sta scomparendo a causa dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento, dell'uso intensivo di fitofarmaci per l'agricoltura e delle malattie. Ecco perché è importantissimo far conoscere di più la vita delle api, il loro ruolo nel preservare la biodiversità ed è necessario che non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini del pianeta si attivino per aiutarle spargendo semi di fiori utili alla produzione di nettare e polline, le matrici alimentari che sono alla base della più grande e preziosa simbiosi naturale che rende vitale il mondo in cui viviamo.

Le api italiane L'apicoltura italiana costituisce un importante settore del comparto agricolo nazionale, per la capacità produttiva raggiunta e per la funzione impollinatrice che le api svolgono a favore degli ambienti rurali, naturali e urbani. L'ape italiana è una sottospecie autoctona che si è propagata in poco più di un secolo in tutto il Pianeta. Un caso unico che motiva ancor di più le ragioni dell'orgoglio e dell'impegno della comunità apistica a tutelare e salvaguardare questo prezioso patrimonio della nostra biodiversità. Nelle  campagne italiane ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l'attività di impollinazione alle coltivazioni. S.O.S. api Quest'anno il clima capriccioso degli ultimi mesi non ha consentito alle api di trovare il nettare sufficiente da portare nell'alveare. È l'allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo sugli alveari. In Lombardia la produzione di miele millefiori e acacia è crollata. Il poco miele che le api sono riuscite a produrre - spiega la Coldiretti - se lo mangiano per sopravvivere. ''A causa del caldo anticipato - spiega Matteo Locatelli, apicoltore in provincia di Bergamo - le famiglie all'interno degli alveari hanno avuto uno sviluppo precoce e si sono ingrandite, ma poi le piogge e  l'abbassamento repentino delle temperature hanno condizionato il lavoro delle api e il poco nettare che sono riuscite a raccogliere lo hanno utilizzato per sopravvivere".  ''Qui da noi, in pianura, di miele di acacia riusciremo a produrne davvero poco - conferma Serena Baschirotto, apicoltrice a nord ovest di Milano, verso l'area di Malpensa - Nell'ultimo periodo si sono verificate tutte insieme le condizioni peggiori per l'attività delle api: il freddo non le faceva uscire, la grandine ha rovinato la fioritura, il vento ha asciugato il nettare e la pioggia lo ha annacquato. Ora porteremo le arnie in montagna come facciamo ogni anno  in questo periodo: speriamo di riuscire a produrre almeno là''.   La pioggia no stop compromette il duro lavoro delle api, continua la Coldiretti, ma non si tratta solo della produzione del miele poiché prodotti come mele, pere, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma questi insetti sono utili anche per la produzione di carne con l'azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l'erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l'aglio, la carota, i  cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api.   Sotto stress anche le api in Puglia. Un peccato perché il settore ha mostrato un "grande dinamismo negli ultimi 10   anni" - spiega il presidente dell'organizzazione agricola regionale Savino Muraglia - "nonostante il difficile andamento climatico che ha determinato il crollo della produzione di miele 'made in Italy' del  70%, mentre il mercato è letteralmente invaso da prodotto straniero". Questo, falsamente etichettato come miele, subisce fermentazioni, pastorizzazione, ultrafiltrazione, viene aggiunto a miscelazione di pollini,  'tagliato' con zuccheri come quello derivato dal riso. "Non abbiamo mai vissuto una situazione così critica - denuncia Daniela Margarito, apicoltrice di Racale a Lecce - le api sono stressate, escono ai primi raggi di sole e tornano indietro non appena  inizia a piovere. Non fanno altro che produrre covata senza riuscire a immagazzinare miele, i fiori risultano perennemente bagnati dalle frequenti piogge e scaricano il nettare e non raccolgono neppure polline, innescando una situazione critica all'interno dello stesso alveare". Lo scorso anno la produzione nazionale finale - ricorda la Coldiretti - è stata di 22.000 tonnellate grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia dove gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative mentre al Sud l'andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l'anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state molto scarse, soprattutto in Sicilia. In Italia - spiega la Coldiretti - esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di "pascolo" delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Rilevanti sono però anche le importazioni dall'estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all'anno precedente. La metà arriva da Ungheria e Cina.  Salvate le api! La Commissione Europea ha deciso di registrare un'iniziativa dei cittadini europei intitolata "Salvate le api! Protezione della biodiversità e miglioramento degli habitat per gli insetti in Europa". Gli organizzato richiedono di rendere la promozione della biodiversità un obiettivo generale della politica agricola comune, ridurre drasticamente l'uso di pesticidi, promuovere la diversità strutturale nei paesaggi agricoli e tagliare l'uso dei fertilizzanti nelle aree Natura 2000. Dal prossimo 27 maggio scatta la raccolta firme: gli organizzatori hanno tempo un anno per raccogliere un milione di dichiarazioni di sostegno, da almeno sette diversi Stati membri. Se il risultato sarà raggiunto, la Commissione dovrà reagire entro 3 mesi, decidendo di dare seguito alla richiesta o meno, con parere motivato.

Nessun commento:

Posta un commento