“La nuova ondata di maltempo autunnale, che si è abbattuta e
che sta continuando a imperversare sulla Penisola, non ha fatto altro che aggravare
ulteriormente il già pesante bilancio dei danni causati alle principali
produzioni agricole del Paese, per le quali si preannunciano notevoli disagi”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, ad avviso del
quale “l’agricoltura è in ginocchio”.
“Un maggio anomalo, infatti, caratterizzato da forti piogge
e grandinate, nonché da un brusco abbassamento delle temperature, ha
interessato molte aree del Paese, da Nord a Sud, danneggiando a macchia di
leopardo le principali colture ortofrutticole. A soffrirne anche il comparto
zootecnico, a causa delle intense precipitazioni che hanno compromesso, in
alcuni irrimediabilmente, la fienagione”, precisa il presidente della Copagri,
spiegando che “la Confederazione è al lavoro per raccogliere le segnalazioni
dei propri associati, così da poter quantificare le perdite e comunicarle alle
istituzioni preposte e procedere celermente con i necessari adempimenti per
valutare la possibilità di avviare iniziative a tutela dei produttori
agricoli”.
I PRINCIPALI DANNI REGIONE PER REGIONE
In Lombardia forti grandinate e vere e proprie bombe d’acqua
hanno colpito tutta la zona dell’alto Oltrepò Pavese, e in particolare l’area
della Valle Versa, aggravando il conto dei danni causati dai fenomeni
temporaleschi di inizio e metà maggio e portando a richiedere lo stato di
calamità naturale. In Veneto tutti i raccolti sono a rischio, dal cerealicolo
al vitivinicolo e dal foraggero all’ortofrutticolo, con ripercussioni anche a
livello qualitativo che si temono in particolare per le coltivazioni di
ciliegie, piselli, mais e autunno invernine.
Per il Friuli-Venezia Giulia si registrano problemi enormi
sul mais, legati all’asfissia, e in alcuni casi all’impossibilità di procedere
nelle semine programmate; compromessi i raccolti di orzo, ormai destinato
unicamente a diventare biomassa, e quelli di frumento tenero, per i quali si
prevedono ulteriori problematiche nel caso in cui non si riesca ad entrare in
campo per fare i trattamenti.
Situazione particolarmente grave in Emilia-Romagna, dove
dopo la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale della
Protezione Civile, è stata dichiarata l’allerta rossa in tutta la zona centrale
e si attendono ulteriori esondazioni. Nel Lazio, dopo le forti piogge di fine
2018 e la siccità dei primi mesi del 2019, si registrano disagi legati
all’allettamento e alla percentuale proteica del frumento, in ragione del fatto
che il maltempo ha in molti casi impedito la seconda o terza concimazione, che
è quella strategica. Problematiche di particolare rilievo si riscontrano anche
in Campania, con danni alle ortofrutticole e alle ciliegie, ma anche a
pomodori, nespole e albicocche; le forti grandinate verificatesi hanno
interessati i vigneti e gli oliveti dell’avellinese e del beneventano e i
noccioleti dell’Irpinia, con danni elevati ancora da stimare nel dettaglio.
In Puglia ad essere state seriamente colpite dalle forti
piogge e dalle conseguenti alluvioni sono state le aree del tarantino e del
barese e le loro principali colture ortofrutticole, nonché i mandorleti;
danneggiate, in particolare, le ciliegie precoci e medio precoci e le varietà
che stanno per arrivare sui mercati. In Basilicata le notevoli precipitazioni e
i forti temporali hanno aggravato il conto dei danni, danneggiando quasi tutte
le colture ortofrutticole in campo e colpendo in particolar modo pesche,
nettarine e albicocche. In Sicilia le foraggere, già in enorme ritardo, sono
state distrutte dal maltempo, causando seri problemi di approvvigionamento alle
aziende zootecniche; chi aveva già provveduto allo sfalcio, si trova ora un
prodotto in marcescenza inadatto all’alimentazione animale.
Fonte: Copagri
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