mercoledì 2 ottobre 2019

Il Governo propone un patto alla Coldiretti, no ad aumenti gasolio e a nuove tasse


Tasse, etichetta, qualità, accordi di libero scambio, dazi e clima sono stati i temi discussi con il Governo (sono intervenuti assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini e al segretario generale Vincenzo Gesmundo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i ministri delle  Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli) e con l’opposizione, Matteo Salvini, Lega.

Il premier, che ha firmato il patto del Parmigiano, ha annunciato due giorni prima del Consiglio dei ministri, con all’ordine del giorno la  variazione del Def, che non ci saranno tasse per l’agricoltura  e soprattutto non si interverrà sul gasolio agricolo per il quale era stato ipotizzato un aggravio delle accise duramente contestato dalla Coldiretti perché si tratta di “Un provvedimento che non porterebbe alcun beneficio immediato in termini di utilizzo di energie alternative ma determinerebbe solo aumento dei costi che peserebbe sulla competitività dell’agroalimentare nazionale e costringerebbe semplicemente molti pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne più difficili”.

Oltre alla  questione fiscale, il  premier  e  i ministri presenti hanno risposto a stretto giro su tutti i  dossier più caldi messi sul tavolo dal Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. A partire dal Ceta (accordo Ue-Canada) che ha fatto perdere in 6 mesi il 32% del mercato dei formaggi , e non solo. Consente di importare  carni di vitelli alimentati con farine di sangue severamente vietate nella Ue. Sotto accusa anche gli altri accordi  siglati con Paesi che fanno lavorare anche i bambini.

E poi i dazi Usa che rischiano di  tradursi in una penalizzazione per l’agroalimentare italiano  assolutamente estraneo al contenzioso che coinvolge le industrie aerospaziali peraltro neppure italiane. Tema centrale  l’etichetta con l’indicazione dell’origine  su tutti i prodotti ( Prandini ha invitato ad approvare i decreti attuativi a  partire da quelli sui suini così si vedrà quanta mortadella è fatta con carni nazionali) per dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli e i codici doganali  che consentono a  un prodotto agricolo proveniente da un paese estero di diventare italiano grazie all’ultima lavorazione avvenuta nel nostro Paese.

E ancora le infrastrutture: bisogna favorire – ha spiegato Prandini - il trasporto merci su ferrovia  e investire sulle autostrade del mare.  Strategici anche gli investimenti sulle energie rinnovabili come il biometano agricolo, la nuova frontiera dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile. Inevitabile il riferimento alla Pac . Oltre ad evitare tagli, nella riforma  non bisogna tener conto solo degli ettari, ma anche degli occupati e  delle modalità produttive perché non si possono mettere sullo stesso piano i costi sostenuti dagli agricoltori italiani con quelli della Romania che percentualmente incassano più del nostro Paese.

Prandini è tornato poi a sensibilizzare il Governo su alcune emergenze, dalla cimice asiatica, che sta mettendo in crisi i frutteti,  alla fauna selvatica, in particolare i cinghiali che distruggono raccolti  e animali.

Infine i marchi scippati all’Italia, con l’ultimo caso della Pernigotti  che si è rimangiata l’accordo sottoscritto o la Lactalis che ha scritto agli allevatori conferenti e, nonostante un accordo firmato, ha comunicato che non rispetterà il prezzo stabilito perché troppo alto.

Dai politici le prime riposte. Sull’etichetta , riferendosi anche alla questione del codice doganale, il premier ha affermato che  va sempre indicata la provenienza del prodotto e ha dato garanzie  sull’emanazione del decreti applicativi per l’etichettatura di tutti gli alimenti.

La priorità, - ha dichiarato - è tutelare il Made in Italy in tutte le sedi facendo leva su  tracciabilità, sicurezza e qualità. Riferendosi poi agli accordi di libero scambio ha sostenuto la necessità che si ottenga sempre il rispetto della parità delle condizioni, dei controlli efficaci e della reciprocità delle norme su impatto ambientale, economico e sociale.

Sull’etichetta con l’indicazione dell’origine  Coldiretti ha incassato anche le assicurazioni della  ministra  delle Politiche agricole, alimentari e forestali,  Teresa Bellanova, che l’ha indicata come la “sua  prima battaglia politica”. Ha anche annunciato un’ alleanza con la Francia per estendere la lista dei prodotti con etichettatura obbligatoria. Un’azione che porterà avanti con il ministero della Salute, perché “un euro di più investito nella qualità equivale  a un euro risparmiato nel sistema sanitario nazionale”. La ministra ha anche garantito che accelererà sul recepimento della direttiva Ue sul contrasto alle pratiche commerciali sleali a cominciare  dalle aste al doppio ribasso che ha definito “caporalato in giacca e cravatta”.

Dalla parte dell’etichetta trasparente si è schierato il ministro dello Sviluppo economico  che si è espresso a favore della massima tracciabilità perché ha detto che non si può non conoscere quello che i nostri figli mangiano. Patuanelli si è impegnato come Mise a portare avanti l’iniziativa Coldiretti “Stopciboanonimo”. Un contributo secondo il ministro potrà arrivare anche dall’applicazione della tecnologia blockchain.

Capitolo dazi Usa: il  presidente del Consiglio ha garantito l’impegno a fare tutto il possibile. Per Bellanova non devono pagare i nostri agricoltori che hanno già dovuto sostenere un conto da 1 miliardo per l’embargo russo.

Il tema forte della prima giornata con lo sciopero dei giovani  è stato il clima. Con il riconoscimento del ruolo strategico  dell’agricoltura.

Conte ha lanciato alla Coldiretti l’invito ad essere alleata del governo per un Green new deal , per un’Italia più verde. “Voi – ha detto  rivolgendosi alla platea d ei coltivatori coldiretti -avete nel Dna la cura del verde e dei territori. Ha dato dunque  atto al settore agricolo di essere protagonista di un nuovo modello di sviluppo sostenibile con l’agricoltura biologica, per esempio, che  consente di trattenere nel suolo più sostanze  e garantisce maggior assorbimento di anidride carbonica.

E infine un ringraziamento per il progetto per l’Africa di Coldiretti, Bonifiche ferraresi, Consorzi agrari ed Eni, strategico per l’agricoltura che così esprime un’incidenza nel quadro geopolitico realizzando un progetto nel Nord Africa che consente ai giovani africani di lavorare la loro terra e sfamare la loro gente.

Schierato sulle posizioni Coldiretti anche l’ex ministro dell’Interno Salvini, che riferendosi allo sciopero dei giovani per il clima ha sottolineato che è un atto politico anche comprare italiano e ha anche rilevato che c’è la convenienza dell’industria a vendere prodotti genuini. Ha assicurato che sarà sempre dalla parte degli agricoltori “ che certamente è un popolo non da reddito di cittadinanza”. Così come ha espresso tutta la sua contrarietà a nuove tasse  agli agricoltori, agli accordi internazionali mentre ha detto che bisogna intervenire sulla fauna selvatica. Sul bilancio europeo ha tuonato: “per votare un documento che tagli i fondi all’agricoltura dovranno passare sui corpi degli europarlamentari della Lega”.

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