lunedì 7 dicembre 2020

AGRUMI: grandi o piccole, sempre piene di energia arrivano le arance, naturale difesa immunitaria

 

Comunicato Stampa

AGRUMI/Sicilia: grandi o piccole, sempre piene di energia arrivano le arance, naturale difesa immunitaria

 

CATANIA, 3 dicembre 2020 – Grandi, medie o piccoline – come madre natura le ha mandate anche quest’anno – con il mese di dicembre le arance siciliane cominciano a raggiungere la maturazione, pronte con il loro straordinario carico di vitamine e minerali a garantire un quotidiano pieno di energia e salute. “Un’eccellente ricarica sana e naturale – commenta Federica Argentati, agronomo e presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia” – ideale per rafforzare il sistema immunitario di adulti e bambini in questo difficile inverno sotto il segno del Covid. Proprio il consumo di agrumi, durante la prima ondata di pandemia, ha registrato una significativa impennata, con un boom di richieste in Italia e all’estero: un segnale che reputo positivo e che conferma una crescente sensibilità dei consumatori verso prodotti naturalmente ricchi di principi nutrienti in grado di potenziare le difese immunitarie”.

 Ma, accanto a consumatori consapevoli e sempre più alla ricerca di prodotti della terra sani e genuini, ce ne sono altri ancorati all’idea che per essere buona, un’arancia, debba avere una certa pezzatura. “Da anni – spiega Argentati – i produttori della filiera siciliana lamentano una incomprensibile, dal loro punto di vista, propensione del consumatore per le arance di calibro maggiore. Una convinzione dovuta, evidentemente, ad un’immagine ormai stereotipata del frutto, senza considerare che un albero produce frutti sì di varie dimensioni ma identici da un punto di vista organolettico e nutrizionale. Grande “buona” e piccola “meno buona”? Assolutamente no. Semmai le arance di più piccolo calibro hanno un valore aggiunto non di poco conto sotto il profilo della fruizione: sono infatti più adatte ad essere spremute a casa, negli uffici, negli ospedali, nelle università ed ovunque ci sia una spremiagrumi automatica o manuale. Se è legittimo e ragionevole considerare i tempi e le fasi della natura che da un anno all’altro ci regala frutti più grandi o un po’ più piccoli, non possiamo certamente far diventare il calibro – per moda, abitudine o forma mentis – un requisito indicativo della qualità dell’agrume, e delle sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Cosi come non possiamo pensare che valgano molto meno: i costi della filiera sono gli stessi, sia per le arance piccole sia per quelle più grandi”.

 

Intanto da qualche settimana banconi dei mercati all’aperto e carrelli si colorano di arancione con i primi agrumi siciliani: dopo le reticelle di navel, i primi freddi che hanno appena imbiancato la cima dell’Etna – e fatto precipitare le temperature nella Sicilia orientale – lasciano ipotizzare come imminente, forse già sotto Natale insieme ai mandarini, la naturale pigmentazione delle arance rosse: le tarocco, moro e sanguinello storicamente coltivate nella Piana di Catania, nel perimetro che include le provincie di Siracusa ed Enna. Il raccolto, confermano agronomi e produttori della Sicilia, la più grande regione agrumetata d’Italia e prima nella classifica italiana per la produzione di agrumi bio (61%), si annuncia generoso in termini qualitativi ed è caratterizzato anche da frutti di calibro medio-piccolo come conseguenza del lungo periodo di siccità vissuto nella primavera e nell’estate scorsa dalle campagne siciliane. Una carenza d’acqua che, in natura, si traduce in un raccolto di arance dalla polpa più dolce e zuccherina che rende ancora più irresistibile il piacere di gustarle ad ogni pasto per accantonare preziose riserve di vitamina C: a spicchi o spremute, a merenda o a fine pasto, oppure molto più spesso a insalata, condite con olio extravergine d’oliva, come vuole la tradizione siciliana.

 Sotto il profilo nutrizionale, l’arancia è un naturale concentrato di elementi che potenziano il sistema immunitario, oggetto di continue indagini nel mondo della ricerca scientifica per le sue proprietà salutari: è un frutto molto ricco di acqua (87,2 grammi) e contiene sotto forma di zuccheri semplici 7,8 grammi di carboidrati; zero grassi e zero colesterolo; 1,6 grammi di fibra e ancora potassio, calcio, fosforo, socio, vitamina A e carotenoidi. L’arancia è soprattutto il frutto simbolo della vitamina C, un antiossidante naturale che rafforza le difese dell’organismo: ne contiene in media 45mg, ossia circa la metà della dose giornaliera consigliata. Basso infine l’apporto calorico: 100 grammi di polpa producano 40 kcal all’organismo.

 

Ufficio Stampa “Distretto Agrumi di Sicilia” – Carmela Grasso

 

Zootecnia: Bellanova, è uno dei pilastri del Made in Italy

 

Zootecnia: Bellanova, è uno dei pilastri del Made in Italy

"La zootecnia non si ferma, forte anche di quei tanti traguardi maturati negli anni che la confermano uno dei pilastri del Made in Italy. E non si ferma la filiera agroalimentare, quella che io chiamo la Filiera della Vita, che non si è mai fermata, nemmeno nei momenti più drammatici della pandemia vissuti nei mesi scorsi": è quanto ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, intervenuta all'edizione speciale digitale delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.

 

"Investire e valorizzare le filiere è per me un obiettivo chiave - ha evidenziato Bellanova -. Per questo nella legge di Bilancio investiamo 150 milioni e individuiamo il rafforzamento delle filiere come obiettivo prioritario nella nostra strategia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo facciamo convinti del legame con il territorio che le filiere mettono a valore".

 

Per il ministro, "adesso più che mai le parole d'ordine sono chiare: continuare a lavorare, come abbiamo fatto in tutti questi mesi, per mettere in sicurezza la filiera agroalimentare, sostenere agricoltura, zootecnia, pesca, agroalimentare, avendo ben chiari come obiettivi imprescindibili già ora la ripresa, il rilancio".

 

Sostenibilità è la parola chiave: "E' necessario definire un quadro di regole comuni, perché i nuovi impegni non si traducano in un aumento degli oneri a carico degli allevatori ma in opportunità di crescita per il settore, soprattutto attraverso la maggiore valorizzazione delle produzioni - ha concluso Bellanova -. E dobbiamo rivendicare il ruolo determinante e strategico della nostra agricoltura per affrontare emergenze cruciali, una per tutte quella climatica".

PAC: il saldo dei pagamenti 2020

 

AGEA e gli Organismi pagatori regionali, hanno pagato un anticipo del 70% dei pagamenti, a partire dal 16 ottobre 2020 e fino al 30 novembre 2020.

 

Alcuni agricoltori non hanno ricevuto l’anticipo PAC, a causa di anomalie (es. verifica del requisito di agricoltore attivo, certificazione antimafia, ammissibilità dei pascoli, ecc.) e/o controlli in corso.

 

LE TAPPE DELLA DOMANDA UNICA 2020

- 10 luglio 2020: Domanda Unica di Pagamento 2020 termine ultimo di presentazione;

- 31 luglio 2020: Anticipo del 50%;

- 16 ottobre 2020 – 30 novembre 2020: Anticipo 70% sui pagamenti della Domanda 2020;

- 1° dicembre 2020 – 30 marzo 2021: Ulteriore anticipo sui pagamenti della Domanda 2020, fino ad arrivare al massimo al 93% dei pagamenti (Circolare AGEA n. 80182 del 2 dicembre 2020);

- maggio/giugno 2021: Comunicazione del valore dei titoli definitivi 2020 (ricalcolati) e del valore dei titoli della riserva nazionale. Calcolo dei pagamenti accoppiati;

- entro il 30 giugno 2021: Saldo dei pagamenti relativi alla Domanda Unica 2021.

Circ. AGEA n. 80182 del 02.12.2020 Pagamento saldi Download

I pagamenti oggetto di anticipo:

 

- pagamento di base;

- pagamento greening;

- pagamento del regime dei piccoli agricoltori.

Dal 1° dicembre 2020, AGEA e gli Organismi pagatori regionali, non possono più pagare l’anticipo, ma possono erogare il saldo dei pagamenti (o l’intero pagamento per gli agricoltori non hanno ricevuto l’anticipo).

 

Quest’anno a condizionare il saldo della domanda unica 2020 ci sono sostanzialmente due fattori importanti:

 

- sarà pagato solo dopo il ricalcolo dei titoli, che avverrà all’incirca a maggio/giugno 2021

Infatti l’art. 31, lettere f) e g), del Reg. (UE) n. 1307/2013 stabilisce che, in mancanza di plafond disponibile per l’attribuzione dei titoli dalla riserva nazionale, è necessario eseguire una riduzione percentuale lineare del valore di tutti i titoli presenti nel Registro titoli nell’anno di campagna. Occorre, inoltre, garantire il rispetto dei massimali, eseguendo, se necessario, un’ulteriore riduzione lineare;

- novità che potrebbero derivare dal regolamento transitorio, in corso di approvazione presso le Istituzioni comunitarie che a sua volta potrebbe portare a una modifica del valore dei titoli per gli anni 2020, 2021 e 2022.

Tenendo quindi conto delle possibili variazioni, AGEA con la Circolare n. 80182 del 2 dicembre 2020, ha stabilito che i pagamenti di saldo della Domanda Unica 2020 possono essere erogati, a partire dal 1° dicembre 2020, ma con i seguenti criteri cautelativi e prudenziali:

 

- applicazione di un tasso di riduzione che può essere stimato al 10% ai pagamenti del regime di base (titoli) e del greening relativi al saldo della domanda unica 2020;

- erogazione integrale senza alcuna riduzione dei pagamenti in favore degli agricoltori aderenti al regime per i piccoli agricoltori;

- non erogazione dei pagamenti del premio giovane agricoltore fino a quando non saranno concluse le istruttorie a livello nazionale, al fine di garantire il rispetto del plafond specifico;

- non erogazione dei pagamenti accoppiati fino a quando non saranno concluse le istruttorie delle varie misure da parte di tutti gli Organismi pagatori.

REGOLAMENTO TRANSITORIO E MECCANISMO DELLA CONVERGENZA

L’attuale Reg. 1307/2013 prevede che il processo di convergenza si fermi al 2019.

 

Il Regolamento transitorio stabilisce che gli Stati membri possano proseguire con il meccanismo di convergenza negli anni 2020, 2021 e 2022.

 

L’Italia quindi potrà decidere di proseguire l’avvicinamento graduale dei titoli storici al valore medio nazionale di 217,64 euro/ha.

Tale decisione sarà adottata con un decreto ministeriale, atteso per gennaio-febbraio 2021, che dovrà recepire le novità del regolamento transitorio e le relative scelte nazionali.

Autore: Per. Agr. Luigi Bello

Fonte: Sportelloagricoltura.it

Puglia: si è costituito il Comitato Regionale “No Xylella – Sì Produttività”

 

Gli obiettivi sono ben chiari, mettere in campo tutte le ricerche scientifiche accreditate al fine di ottenere un cambio di passo, metodo e risultato nel contrasto all’avanzamento della Xylella fastidiosa pauca ST 53, che risulti efficace nel tempo, sostenibile per il territorio e per le imprese. A tutela dell’ambiente, del paesaggio, della sua attrattività, quindi di tutti gli “stakeholders” che ne derivano, interessi diffusi che fanno della pianta di olivo plurisecolare un bene collettivo, che va oltre la proprietà privata, ma che è curato e custodito, per il tramite di una coltivazione sempre meno redditizia, da un solo portatore d’interesse e di croce, l’Olivicoltore. A questo si aggiunge un contesto che cambia nel percorrere la Piana degli Olivi Monumentali, da Serranova di Carovigno a Polignano a Mare, passando per Fasano e Monopoli, zona infetta, contenimento, cuscinetto ed indenne da Xylella in cui, in questi ultimi giorni, sono stati individuati ulteriori focolai puntiformi e diffusi anche numericamente importanti. Il territorio diventa sempre più abitato e coltivato, con consociazioni e promiscuità tra olivo, frutticole, orticole, cerealicole, foraggiere e pascolo. Siamo inoltre, nella massima incidenza di presenza di coltura protette in cui spicca l’indirizzo vivaistico e nondimeno di produzioni olivicole intensive e nondimeno di attività frantoiane. Il territorio è altresì ricco di aree non coltivate su cui insiste prevalentemente la Macchia Mediterranea. Gli ultimi focolai di Xylella rinvenuti nei comuni del sud/est e dell’arco ionico, sono in prossimità delle Murge e del nord barese, aree su cui insistono le coltivazioni di olivo, ciliegio, mandorlo e agrumi ed altre drupacee, molto importanti per la Puglia e di rilevanza nazionale.

Dalla ultima deliberazione di Giunta Regionale n° 940 del 13 giugno  2017, che prevede indennizzi e costi di abbattimento per le piante infette, il contesto è cambiato, il valore patrimoniale e delle produzioni di olive è cresciuto considerevolmente el prezzo della legna da ardere è precipitato con un mercato al collasso. Considerato inoltre, che la presenza contestuale di frutteti e orticole, sono contesti produttivi in cui l’estirpazione delle piante infette e di quelle nel raggio di 50 mt ove prevista, comporta dei danni ingenti alle colture consociate e promiscue, non previste dalla suddetta DGR.

Le piante di olivo monumentale, presenti nel raggio di 50 mt delle piante infette, nelle zone cuscinetto e indenne, in deroga alla lotta ordinaria alla fitopatia, non verranno abbattute e stando alla storia recente, risulteranno infette nei mesi a seguire, quindi le coltivazioni verranno “squarciate” a cadenza regolare, per essere poi distrutte o deprezzate e nei mesi successivi genereranno incertezza per l’imprenditore che inevitabilmente sarà costretto a non coltivare più, con un danno considerevole e non sostenibile sotto il profilo socio/economico. Nessun risarcimento danni è previsto dalla Delibera Regionale n° 940 2017 in tal senso.   

E’ necessario rivedere l’effettiva applicabilità, in presenza di fitopatie da quarantena come la Xylella, dei vincoli per le piante monumentali di olivo, previsti della LEGGE 14 febbraio 1951, n. 144 e della L.R.  Puglia 14/2007.

Un altro aspetto di fondamentale importanza, è quello della coltivazione di Olivi, Ciliegi e Mandorli, è necessario interagire con gli enti di ricerca sulla resistenza delle Cv per tutte le specie frutticole sensibili al batterio, al fine di garantire la continuità produttività dei comparti nei diversi contesti territoriali.

 

Proposta di modifica ed integrazione normativa in forma concettuale e sintetica

 

AZIONI DI CARATTERE GENERALE:

  1. Potenziare e riorganizzare le strutture pubbliche preposte alla programmazione e attuazione delle norme per le attività di contrasto alla fitopatia (Regione Puglia - Osservatorio Fitosanitario, ARIF, etc.);
  2. Riorganizzare le attività obbligatorie da attuare nelle diverse zone delimitate:
  3. L’attuale zona di contenimento deve essere sottoposta alle norme di eradicazione dell’organismo specificato;
  4. Le attuali norme di contenimento, dovranno essere applicate su di una ulteriore zona individuata nella zona infetta ed estesa per 10 km, di seguito denominata “ex. contenimento”;
  5. Nelle zone cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, il monitoraggio del batterio deve essere fatto con maglie 100x100 mt anche su tutte le piante specificate (Regolamento di Esecuzione UE n° 1201 agosto 2020) anche se asintomatiche;
  6. Nelle zone cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, le coltivazioni in regime di agricoltura biologica devono essere riportate obbligatoriamente alla fase di periodo di conversione, ricalcolandolo dalla data del primo trattamento, al fine che l’azienda esegua i trattamenti fitosanitari obbligatori efficaci contro i vettori, senza perdere gli aiuti previsti dal regime di agricoltura biologica, come previsto dal Decreto Ministeriale 5 ottobre 2018 art. 6;
  7. Gli obblighi derivanti dalle norme di lotta obbligatoria di contrasto alla Xylella fastidiosa, devono essere sottoposti al regime di condizionalità, come già previsto per le norme veterinarie in campo zootecnico;
  8. I disciplinari relativi alla “lotta integrata” a livello ministeriale e regionale devono essere aggiornati con la lotta obbligatoria ai vettori della Xylella;
  9. I Comuni ricadenti nelle zone delimitate a cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, devono essere costretti ad emanare apposite ordinanze per l’attuazione delle misure obbligatorie di lotta al batterio, oltre a prevedere ulteriori integrazioni di attività necessarie in base alle peculiarità del territorio comunale, così come avviene per la normativa regionale antincendio;
  10. I comuni ricadenti nelle zone delimitate a cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, devono svolgere in maniera preventiva ai calendari di lotta obbligatoria ed a livello capillare su tutto il territorio comunale, attività di comunicazione istituzionale, finalizzata alla informazione, divulgazione e sensibilizzazione alla problematica Xylella fastidiosa, anche attraverso il supporto degli enti preposti quali l’Osservatorio Fitosanitario Regionale ed enti scientifici riconosciuti;
  11. I comuni ricadenti nelle zone delimitate a cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, devono provvedere ad attuare le azioni obbligatorie di sfalcio ed aratura sul territorio comunale di cigli stradali ed aree a verde, finalizzate ad abbattere la popolazione degli stadi giovanili dei vettori della fitopatia;
  12. Per le attività riportate nei precedenti 6, 7, 8, per i comuni deve essere previsto un contributo economico vincolato per Ha;
  13. La Regione Puglia deve adottare un dettagliato programma istituzionale informativo e divulgativo rivolto alle amministrazioni locali, alle associazioni dei produttori, agli agricoltori, e nondimeno ai singoli cittadini, al fine di informare in modo dettagliato sugli obblighi ed i comportamenti che tutti devono adottare per ridurre ed auspicabilmente bloccare l’avanzamento dell’infezione;
  14. È necessario prevedere un contributo per le aziende apistiche, ubicate nelle zone delimitate a cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, per la copertura delle spese necessarie al trasferimento degli alveari, nel periodo degli interventi fitosanitari contro i vettori della Xylella, in zone indenne vocate ed a basso utilizzo di Prodotti Fitosanitari;
  15. Prevedere aiuti per la pratica del reinnesto su piante di olivo monumentale con varietà resisti, come intervento di carattere ambientale, paesaggistico e storico, al fine di salvare zone di pregio della olivicoltura pugliese e non di meno la singola pianta, a dimora in contesti di valore storico, monumentale e paesaggistico,  concedendo a tutti la possibilità di beneficiare dell’aiuto, provvedendo a seguito dell’adesione alla misura a cartellinare tutte le piante innestate ed a geolocalizzarle, per inserirle in un nuovo elenco regionale, in modo da condizionare l’aiuto per gli anni a seguire con le attività obbligatorie di seguito elencate:
  16. Potatura dei polloni e succhioni di ricaccio sul fusto monumentale, cadenzata in maniera preventiva alla pericolosità degli insetti vettori;
  17. Interventi con trattamenti fitosanitari in epoca utile al controllo dell’attacco degli insetti vettori con le sostanze attive ed i formulati consentiti.
  18.  Occorre prevedere un congruo contributo economico per i proprietari o conduttori delle superfici su cui è prevista la lotta obbligatoria;
  19. MISURE AGRONOMICHE

  20. Nelle zone delimitate a cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, nel periodo primaverile ed entro il 30 aprile, è necessario effettuare le arature su tutte le superfici coltivate al fine di eliminare completamente la vegetazione erbacea spontanea, quindi anche sulle superfici condotte con la pratica della trinciatura, in quanto, dalle ultime ricerche pubblicate, tale pratica, non è efficace ad abbattere la popolazione dei vettori allo stadio giovanile. Nei casi in cui, per motivi di eccessiva pendenza e/o emergenza rocciosa, sono impraticabili le arature, si deve procedere con il diserbo chimico, diversamente deve essere autorizzato l’utilizzo di trattamenti insetticidi alle superfici inerbite nelle coltivazioni e sulle superfici non arabili;

  21. Il controllo del territorio, finalizzato alla effettiva realizzazione delle attività previste al punto precedente, deve essere realizzato dalla Regione Puglia mediante un rilievo aerofotogrammetrico atto ad individuare le superfici sulle quali non sono state applicate le azioni obbligatorie;

  22.  Occorre prevedere un congruo contributo economico per i proprietari o conduttori delle superfici su cui è prevista la lotta obbligatoria;

  23.  MISURE FITOIATRICHE

  24. È necessario estendere le registrazioni dei prodotti fitosanitari efficaci contro i vettori della Xylella fastidiosa, su tutte le piante ospiti coltivate ed ornamentali con molecole appositamente registrate in etichetta per pianta e parassita come già è stato fatto per l’olivo;

  25. A seguito di specifico monitoraggio dei vettori della Xylella, è necessario integrare la norma, al fine di consentire uno specifico trattamento fitosanitario contro gli stadi giovanile dei vettori, in modo da abbattere la popolazione sulle superfici, sulle quali per diversi fattori non si può procedere con arature o diserbo (cigli stradali, cunette, canali zone non arabili, etc.);

  26. Al fine di salvaguardare le piante non infette, monumentali e di interesse storico, che non vengono estirpate nei piani di eradicazione del batterio, presenti nel raggio dei 50 m da quelle infette, occorre attuare un protocollo per un buffer di 300 m, prevedendo quanto segue:
  27. uno specifico monitoraggio dei vettori così da intervenire tempestivamente ed in maniera mirata con prodotti fitosanitari specifici al fine di abbattere la più alta percentuale della popolazione degli stessi;
  28. un sistema per evitare che mezzi agricoli e non, animali e persone, possano involontariamente trasportare i vettori infetti;
  29.  

    ULTERIORI OBBLIGHI

  30. Nelle zone delimitate cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, per i giardini ed aree private ad esempio giardini di pertinenza a ville ed aziende, aree non coltivate in prossimità delle masserie e centri aziendali agricoli, etc., la Regione, deve realizzare uno specifico piano di contenimento ed eradicazione dell’organismo specificato, compatibile con le esigenze abitative;

  31. Sulle superfici con presenza di piante infette e/o di focolai in fase di eradicazione, nelle zone cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, occorre vietare il pascolo per gli animali di allevamento nel periodo indicativo dal 15 aprile al 15 novembre e meglio comunicato dall’osservatorio fitosanitario regionale a seguito del monitoraggio degli insetti vettori;

  32. Su tutte le strade pubbliche (statali, provinciali e comunali), il limite di passaggio da una zona all’altra, deve essere indicato con apposite segnaletiche e bacheche informative sulle quali devono essere riportati puntualmente gli obblighi e le precauzioni da adottare nelle specifiche zone;

  33. Il transito dei mezzi lenti ed in particolare di quelli agricoli, tra la zona infetta e la zona cuscinetto, deve essere regolamentato al fine di evitare che inconsapevolmente vengano trasportati insetti vettori infetti;

  34. Nelle zone delimitate cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, la Regione deve prevedere ed attuare direttamente (Arif e/o ditte appaltatrici), un programma di lotta fitosanitaria capillare su tutte le piante ospiti e nel buffer di 100 mt delle stesse, mediante l’impiego di atomizzatori civili, agricoli e di mezzi aerei (droni, piccoli aerei, elicotteri, etc.). Escluse le aree naturali ed i boschi.

  35. Nelle zone delimitate, contenimento ed ex contenimento, su tutte le aree pubbliche (banchine stradali, aree demaniali, giardini, zone verdi etc.) appartenenti ai vari enti, la Regione tramite (Arif e/o ditte appaltatrici) deve provvedere a seguito del monitoraggio dei vettori ad effettuare uno specifico trattamento fitosanitario efficace contro gli stadi giovanili del vettore;

  36. Nelle zone delimitate cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, per le aree pubbliche appartenenti ai vari enti (banchine stradali, aree demaniali, giardini, zone a verde, etc.), la Regione deve direttamente (Arif e/o ditte appaltatrici) attuare e realizzare le attività di eradicazione e contenimento del batterio;

  37. Nelle zone delimitate cuscinetto, contenimento ed ex contenimento, per le superfici coltivate a colture erbacee eduli (ortive, foraggere e da granella), la Regione deve realizzare ed attuare uno specifico piano di gestione di pratiche agronomiche e fitosanitarie, da far realizzare alle aziende agricole, al fine di salvaguardare le produzioni eduli ed abbattere le popolazioni dei vettori

 

INDENNIZZI per i danni causati dalle estirpazioni obbligatorie

  • E’ necessario rivedere a rialzo il risarcimento dei danni previsti per le piante di olivo estirpate;
  • Occorre prevedere congrui indennizzi per le altre colture e/o piante oggetto di abbattimenti e di eventuali altri danni arrecati alle strutture;
  • Occorre prevedere congrui indennizzi per le piante di colture consociate e promiscue che vengono distrutte durante le operazioni di estirpo delle piante specificate.
  • Occorre prevedere congrui indennizzi per gli agricoltori professionali, le cui aziende ricadono nelle zone contenimento ed ex contenimento, che oltre a perdere le piante delle tre colture principali olivo, mandorlo e ciliegio non possono nemmeno reimpiantare quelle di varietà resistenti di olivo.

 

Proiezione con somme indicative di contributo

 

Contributo ai proprietari o conduttori 100,00 €/Ha

La superfice stimata per le 3 zone (cuscinetto, contenimento e contenimento2) e pari a circa 175000 Ha esclusi i boschi e le aree urbane

17.500.000,00 €

Contributo ai comuni 12,00 €/Ha

La superfice stimata per le 3 zone (cuscinetto, contenimento e contenimento2) e pari a circa 175000 Ha esclusi i boschi e le aree urbane

3.500.000,00 €

Attività che deve svolgere direttamente la regione o chi per essa

Sulle 3 aree cuscinetto, contenimento e contenimento2

30.000.000,00

Indennizzi per i danni dovuti alle attività di eradicazione

Sulle 3 aree cuscinetto, contenimento e contenimento2.

20.000.000,00

Votazione proposta di nomina Presidente Crea Commissioni Agricoltura Camera e Senato - Bellanova: "Soddisfazione per l'esito positivo"

 

Votazione proposta di nomina Presidente Crea Commissioni Agricoltura Camera e Senato - Bellanova: "Soddisfazione per l'esito positivo"

"Dopo l'esito positivo nella Commissione Agricoltura del Senato, prendiamo atto con soddisfazione della amplissima convergenza che anche oggi si è registrata nella Commissione Agricoltura della Camera sulla proposta di nomina, approvata all'unanimità nel Consiglio dei Ministri, a Presidente del Crea del professor Carlo Gaudio.

Un voto che interpretiamo come una conferma sulla qualità della proposta e la bontà del metodo fin qui seguito per rilanciare il ruolo e la funzione di questo importante Ente di ricerca pubblico, il cui ruolo strategico per l'agricoltura e la filiera alimentare nel nostro Paese è evidente a tutti.

A maggior ragione per questo sarà rilevante il coinvolgimento del Parlamento sulle strategie future che dovranno sempre più caratterizzare l'azione del Crea".

Fonte: Mipaaf

“Da consumarsi entro il” o 'da consumarsi preferibilmente entro il'? Nuovo ausilio per gli operatori del settore alimentare

 

L'EFSA ha creato uno strumento per aiutare gli operatori del settore alimentare a decidere quando apporre sui loro prodotti la dicitura "da consumarsi entro il" oppure "da consumarsi preferibilmente entro il".

 

La dicitura “da consumarsi entro il” apposta sui cibi riguarda la loro sicurezza: gli alimenti possono essere consumati fino a una certa data, ma non dopo, anche se hanno un bell'aspetto e un buon odore. La dicitura "da consumarsi preferibilmente entro il" si riferisce alla qualità: quel cibo sarà sicuro da consumare anche dopo la data che figura in etichetta, ma potrebbe non essere nelle condizioni ottimali. Ad esempio il sapore e la consistenza potrebbero non essere dei migliori.

 

La Commissione europea stima che fino al 10% degli 88 milioni di tonnellate di sprechi alimentari prodotti ogni anno nell'UE sia connesso all'indicazione della data di scadenza sui prodotti alimentari.

 

Kostas Koutsoumanis, presidente del gruppo di esperti EFSA sui pericoli biologici, ha dichiarato: "Informazioni chiare e corrette sulla confezione e una miglior comprensione e applicazione dell’indicazione della data appropriata sugli alimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti possono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari nell'UE, pur continuando a garantire la sicurezza degli alimenti. Il parere scientifico pubblicato oggi rappresenta un passo avanti in tale direzione".

 

Lo strumento è strutturato in forma di albero decisionale contenente una serie di domande a cui l'operatore del settore alimentare deve rispondere per orientarsi verso l’opzione di etichettatura più opportuna. Le domande sono varie. Ad esempio si chiede se i requisiti di indicazione della data per una categoria di alimenti siano già prescritti dalla legislazione; se il prodotto subisca trattamenti per prevenire eventuali pericoli, se verrà manipolato nuovamente prima del confezionamento; quali siano le sue caratteristiche e le condizioni di conservazione.

 

Gli esperti hanno anche analizzato i fattori che devono essere presi in considerazione dagli operatori del settore alimentare per stabilire il “termine di conservabilità”, ovvero la finestra temporale durante la quale un alimento resta sicuro e/o di qualità adeguata per il consumo, presupponendo che la confezione resti intatta e il prodotto venga conservato secondo le istruzioni.

 

Nel 2021 il gruppo di esperti scientifici dell'EFSAsui pericoli biologici pubblicherà un altro parere scientifico sul tema. Il documento verterà sulle informazioni destinate ai consumatori circa le condizioni di conservazione, i limiti di tempo per il consumo dopo l'apertura della confezione e le pratiche di scongelamento.

 

Fonte: EFSA European Food Safety Authority

Andamento del mercato del latte

 

Nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre, alla Borsa merci di Milano il prezzo del latte nazionale crudo è sceso a 360,00 euro/t, in calo del -0,7% rispetto alla settimana precedente.

 

In flessione anche le quotazioni del latte pastorizzato, sia francese (- 0,7%) che tedesco (-2,6%), ora rispettivamente pari a 357,50 e a 375,00 euro/t. Restano nettamente negative tutte le variazioni tendenziali.

 

Sulla piazza di Verona, il prezzo del latte nazionale crudo è rimasto ancora stabile a 370,00 euro/t, mentre una contrazione congiunturale è stata osservata per il latte estero di provenienza Germania-Austria (-1,3%), ora scambiato a 380,00 euro/t.

 

In termini tendenziali, risultano ancora negative tutte le variazioni considerate.

 

Fonte: L'Informatore Agrario

Un gesto solidale in questo Natale in Pandemia

 

Un gesto solidale in questo Natale in Pandemia

"Non abbiamo avuto un attimo di esitazione quando l'Associazione "Vaso di Pandora" e la sua responsabile Dott.ssa Severina Bergamo ci hanno contattati per chiedere se volessimo aderire alla raccolta alimentare per il Natale 2020. Siamo consapevoli che il Covid-19 stia mettendo in difficoltà molte famiglie italiane, le quali si ritrovano sempre più numerose a rivolgersi ai centri della Caritas. Una situazione imbarazzante, specie per chi prima della pandemia, versava in una situazione economica stabile".

 

Lo spiega Donato Fanelli, responsabile commerciale della Viva Frutta, una società cooperativa specializzata nella produzione di frutta e verdura, che, insieme ad altre, ha accettato di far parte di un'iniziativa di solidarietà.

 

Sono state consegnate decine di sacchi di patate alle famiglie con un nucleo piuttosto elevato, che sono state colpite maggiormente dalla situazione pandemica. Una referenza esplicitamente richiesta dall'ente organizzatore, vista la lunga conservabilità e la sua posizione basilare nella catena alimentare.

 

Donato Fanelli fa sapere che i doni potrebbero non fermarsi ai sacchi di patate, ma includere anche alcune varietà di frutta.

 

Conclude dicendo:

"Il Natale è sempre più vicino, e soprattutto quest'anno ci siamo sentiti in dovere di aiutare quelle famiglie che, in questa situazione analoga che stiamo vivendo, hanno bisogno di prodotti primari, Per questo abbiamo deciso di donare 150 sacchi di patate per 150 famiglie. Ora più che mai non possiamo voltare le spalle a queste famiglie"

Coop interviene a sostegno dei produttori agricoli calabresi

 

Coop interviene a sostegno dei produttori agricoli calabresi con una operazione straordinaria con durata settimanale a partire da giovedì 3 dicembre promuovendo il consumo dei frutti più piccoli e garantendo un giusto  prezzo ai produttori. “Vogliamo stare dalla parte degli agricoltori italiani e confidiamo nella risposta dei nostri soci e consumatori. Una informazione chiara sui problemi che un comparto produttivo può avere è già parte della soluzione al problema perché attiva consapevolezza.”

 

 

Un prezzo di acquisto giusto in grado di coprire i costi di gestione e la disponibilità a dare evidenza nei propri punti vendita ai frutti più piccoli, ma ugualmente gustosi. È la strategia attuata da Coop a fronte della crisi in atto del comparto delle clementine calabresi. Un mercato su cui si sommano problemi storici quali la frammentazione della produzione ma su cui agiscono anche aspetti più attuali ed in parte imprevisti, quali la siccità estiva e autunnale che ha favorito una naturale maggiore presenza di clementine di piccolo calibro oltre alle ripercussioni di diminuzione dei consumi in alcuni canali di vendita causa Covid.

 

 

Coop si è impegnata a effettuare una operazione straordinaria per una settimana da giovedì 3 dicembre su tutta la sua rete (ovvero oltre 1100 punti vendita) promuovendo queste clementine, garantendo un giusto prezzo di acquisto ai produttori e un prezzo al consumatore entro i 90 centesimi al chilo.

 

 

 

“Non è la prima volta che ci muoviamo a fronte di crisi di determinati comparti ortofrutticoli  - sostiene Maura Latini, amministratore delegato Coop Italia - Lo abbiamo fatto in passato per il pomodoro pachino o uscendo dall’ortofrutta per il pecorino sardo venendo incontro ai produttori. Vogliamo essere a fianco degli agricoltori italiani anche in questo caso, consapevoli che da soli non risolveremo i loro problemi ma che comunque quando è necessario siamo disponibili a fare la nostra parte, confidando anche nella risposta dei nostri soci e consumatori. Una informazione chiara sui problemi che un comparto produttivo può avere è già parte della soluzione al problema perché attiva consapevolezza”.

 

 

Roma, 2 dicembre 2020

Per informazioni:

Silvia Mastagni responsabile ufficio stampa Coop

Tel. 06441811 - 3357884168 - silvia.mastagni@ancc.coop.it

Monitoraggio Xylella in Puglia: altri 229 ulivi infetti in zona contenimento

 Un ulteriore aggiornamento del monitoraggio (certificati Selge n.385, 387, 389, 392, 394, 396, 397, 401, 402, 407, 409, 411, 415, 416, 420, 422) riporta 229 nuovi ulivi infetti distribuiti tra le province di Brindisi (134) e Taranto (95). Le piante infette sono state intercettate nei comuni di Fasano (30), Ostuni (62), Cisternino (29) e Ceglie Messapica (13) in Provincia di Brindisi, mentre in Provincia di Taranto  ci sono 15 piante in agro di Grottaglie, 32 a Montemesola, 36 a Crispiano, 7 a Taranto e 5 a Martina Franca.

Dalla cartografia pubblicata sul sito istituzionale si evince un crescente addensamento dei triangolini rossi (le piante rilevate infette nel corso del monitoraggio da fine maggio) su due direttrici che, originate da Oria, puntano verso Polignano, in direzione nord-ovest, e verso Massafra, in direzione ovest.
In particolare è evidente un significativo incremento della frequenza delle infezioni nell’Ostunese e nella parte orientale dell’agro di Cisternino, una continua crescita dei focolai dell’agro di Fasano, dove se ne contano ormai 14, ed un preoccupante incremento tra Crispiano, Montemesola e Grottaglie.
Tuttavia prima di tirare le somme del monitoraggio, che dovrebbe concludersi nel mese di dicembre, bisogna ancora attendere i risultati delle analisi in corso (triangolini celesti) nel tarantino e nelle zone non ancora monitorate degli agri di Fasano e della parte settentrionale della piana di Ostuni.

Il verdetto dell’Onu: la cannabis è una pianta medicinale

 

Le Nazioni Unite questa mattina hanno riconosciuto ufficialmente le proprietà curative della cannabis, che è stata tolta dalla tabella delle sostanze pericolose.

 

ROMA – Le Nazioni Unite questa mattina hanno riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna dagli Stati Membri nel corso della Commissione droghe delle Nazioni unite (Cnd), l’organo esecutivo per la politica sulle droghe. Come si legge in una nota diffusa dall’Associazione Luca Coscioni, in agenda c’era il voto su sei raccomandazioni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha adottato qualche anno fa e che volevano ricollocare la cannabis all’interno delle quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità.

 

L’UNGHERIA È L’UNICA CONTRARIA

La cannabis viene quindi tolta dalla tabella 4, quelle delle sostanze ritenute più pericolose in virtù dei suoi impieghi terapeutici. Da notare che l’Ungheria ha votato contrariamente alla posizione comune dell’Ue. “La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”, ha detto Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, coordina la campagna ‘Legalizziamo!’. Perduca ha aggiunto che il voto è importante “anche perché le raccomandazioni dell’Oms erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili”.

 

Marco Perduca ha concluso: “Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni nu sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico”. Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione Europea, ad eccezione dell’Ungheria, e alle Americhe hanno votato a favore, compresa l’Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27. Gran parte dei paesi asiatici e africani, invece, si sono opposti.

Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla la cannabis, nota per i benefici nella cura del Morbo di Parkinson, della sclerosi, dell’epilessia, del dolore cronico e del cancro.

 

Fonte DIRE Agenzia di Stampa Nazionale

Autore

Crea, altre tre società scientifiche scrivono a Bellanova: indivuare altro nome

 

Il Ceset, la Sidea e la Siea1 scrivono: "preoccupazione e stupore per la proposta di nomina a Presidente del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) del Prof. Carlo Gaudio".

 

Le tre società scientifiche scrivono a Bellanova chiedendo di "rivedere la nomina e individuare una persona di alto profilo e specifiche competenze scientifiche nell’ambito del settore agro-alimentare". Dato che "è evidente che il profilo scientifico e manageriale del Prof. Carlo Gaudio sia manifestamente lontano dagli ambiti di ricerca generali del CREA".

 

Il presidente designato del Crea Carlo Gaudio è atteso oggi in commissione Agricoltura del Senato per essere audito.

 

Qui di seguito la lettera in formato in forma testuale

 

Oggetto: Proposta di nomina del Presidente CREA

 

Chiar.mo Presidente e Chiar.ma Ministra,

 

le società scientifiche delle quali siamo presidenti, e cioè il Ce.S.E.T., la SIDEA e la SIEA1,

 

in aggiunta a quanto già espresso dall’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA), di cui facciamo parte, manifestano tutta la loro preoccupazione e stupore per la proposta di nomina a Presidente del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) del Prof. Carlo Gaudio.

 

Il CREA, come Loro ben sanno, nasce dalla fusione nel 2015 di due prestigiose istituzioni, CRA e INEA, che hanno ereditato la cultura della ricerca e della sperimentazione in agricoltura a partire dall’istituzione nel 1850 del Ministero dell'agricoltura e commercio del Regno di Sardegna.

 

Oggi, dopo le vicissitudini che hanno caratterizzato la breve storia del CREA, è necessario individuare come suo Presidente una figura con elevate competenze nel sistema agro- alimentare e in grado di svolgere appieno le funzioni di indirizzo e programmazione generale delle attività, della valutazione e del controllo strategico assegnategli dallo statuto.

 

Tutto il sistema agro-alimentare italiano, che oggi contribuisce non solo alla produzione di beni materiali, ma anche alla difesa dell’ambiente e del territorio, ha necessità dell’apporto di un Centro di ricerca come il CREA che è costituito da numerosi Centri e Unità di ricerca diffusi in tutto il paese. Il CREA è di fatto il più grande ente di ricerca nazionale dedicato all’intero sistema agro-alimentare e contribuisce con grandi progetti di ricerca a mantenerne l’attuale importanza e svilupparne la competitività in un contesto di sostenibilità economica, ambientale e sociale. In questo particolare momento, il sistema agro-alimentare italiano è sollecitato dalle forti tensioni determinate dalla globalizzazione dei mercati e dalle politiche internazionali ed europee sull’ambiente, sull’agricoltura e sulla produzione di alimenti. Risulta, pertanto, sempre più necessario e imprescindibile disporre di valide strutture di ricerca e sperimentazione a supporto del decisore pubblico.

 

La costituzione di strumenti conoscitivi della Politica Agricola Comunitaria, la diffusione della cultura della contabilità agraria nel nostro Paese attraverso la creazione della Rete d’Informazione Contabile Agricola (RICA), per parlare degli aspetti economici di cui le nostre Società scientifiche si occupano, insieme alle competenze scientifiche del settore agricolo, zootecnico, ittico, forestale, agroindustriale e nutrizionale costituiscono il patrimonio di una istituzione fondamentale per lo sviluppo socioeconomico del nostro Paese.

 

In relazione a quanto sopra illustrato è evidente che il profilo scientifico e manageriale del Prof. Carlo Gaudio sia manifestamente lontano dagli ambiti di ricerca generali del CREA.

 

Vi invitiamo, dunque, a volere rivedere la proposta individuando come futuro nuovo presidente del CREA, a cui è demandata la funzione di indirizzo e programmazione generale delle attività del Centro, una persona di alto profilo e specifiche competenze scientifiche nell’ambito del settore agro-alimentare.

 

Scarica la lettera in PDF

La Cooperativa Vivafrutta con il suo Brand Marchiato Fresco, parteciperanno alla gara di solidarietà organizzata dall’associazione “Il Vaso di Pandora”

 

La pandemia non ferma la solidarietà e con la gioia del dono che Il  Vaso di Pandora - Confassociazioni Puglia - SIMA Vi annunciano la decima  raccolta alimentare "NATALE 2020". È il terzo appuntamento dell'anno, i precedenti, hanno avuto svolgimento a gennaio e ad aprile scorso, in piena emergenza covid.

La rete con le aziende "amiche" del territorio che sostengono le nostre raccolte, permette questo miracolo di generosità.

I beneficiari saranno 150 famiglie indigenti con 3-7 figli a carico e avrà luogo in due giornate per contingentare gli accessi con le opportune precauzioni e grazie al prezioso supporto dei volontari. La distribuzione di una consistente provvista alimentare, coupon per visite mediche specialistiche e abbigliamento, avverrà il 6 e 7 dicembre 2020 alle ore 10.30 presso il salone  della Parrocchia San Francesco d Assisi in Bari Japigia. Nella laicità della rete, con la gratitudine e il sostegno delle aziende e di quanti vorranno contribuire liberamente, facciamo nostro il pensiero di Papa Francesco: "Nessuno si salva da solo".

 

“Marchiato Fresco” è un brand di Viva Frutta soc. coop. Viva Frutta è una società cooperativa specializzata nella produzione di frutta e verdura.

 

Partner certificati e qualificati sul territorio, dalla provincia di Trani alla provincia di Lecce, producono secondo varietà e qualità richieste dal mercato seguendo le linee guida dettate dagli agronomi della cooperativa.

 

Grazie alla posizione geografica unica di tutti i partner, in prossimità del mare, e alla ricchezza del suolo, la cooperativa Viva Frutta porta in tavola la migliore qualità di frutta e verdura.

Insediamento comitato etico Oi pomodoro Centro-Sud

 

"Quello di oggi, lo sapete, è un appuntamento a cui tengo in modo particolare, convinta come sono che etica ed economia debbano correre lungo lo stesso binario, che buon cibo dalla terra e dal mare alla tavola deve significare rapporti di filiera equi, tutela e dignità del lavoro, equa ripartizione lungo la catena del valore".

Lo ha voluto ribadire stamane la Ministra Teresa Bellanova, nel corso del confronto su "Il percorso di sostenibilità sociale e ambientale della filiera del pomodoro da industria del centro-sud", promosso da OI (Organismo Interprofessionale) Pomodoro Centro-Sud in occasione dell'insediamento del Comitato Etico con la presenza di figure di alto profilo, "per costruire un percorso serio e credibile di sostenibilità della filiera".

"In questo percorso necessario della responsabilità sociale e della sostenibilità economica", ha proseguito Bellanova, "sono fondamentali alleanze forti e durature, con il sistema economico e produttivo, con i cittadini consumatori, con il sistema della comunicazione, con le comunità territoriali.

 

Intendo, quindi, continuare a sostenere il vostro impegno, avviato proprio qui al Ministero in occasione della vostra Assemblea del 30 gennaio scorso - poco prima dello scoppio della pandemia in Italia -, e che speriamo possa costituire un modello virtuoso che offra nuove prospettive e indicazioni anche ad altre filiere produttive.

 

Adesso va data efficace applicazione al Codice con un programma di lavoro concreto, che sappia declinare in maniera concreta temi importanti quali: origine, tracciabilità, rispetto dei diritti dei lavoratori, contrasto alle pratiche sleali, valorizzazione delle buone pratiche di coltivazione e di lavoro.

 

Oggi l'insediamento del Comitato Etico scandisce un'ulteriore importante tappa di questo percorso comune".

Infine: "So del vostro coinvolgimento nel progetto filiera legale in provincia di Foggia e stiamo valutando come rafforzare le azioni che questa iniziativa sta realizzando con il vostro concorso", ha voluto sottolineare Bellanova."Conosco la difficoltà che in questi anni alcune produzioni come il pomodoro pelato stanno conoscendo sul mercato nazionale e vi confermo che si sta concretizzando la possibilità di realizzare una campagna nazionale di promozione dei consumi delle produzioni della vostra filiera. Una campagna con la quale vogliamo rilanciare un prodotto tipico della tradizione italiana e della dieta mediterranea".

Le aziende agroalimentari e la crisi dettata dalla pandemia, il settore delle carni rosse ha saputo resistere meglio di altri

 

Ismea e Federalimentare hanno condotto un’indagine sulle prestazioni delle imprese alimentari durante la pandemia analizzando il bilancio di un campione di imprese e valutando il loro grado di stabilità.

 

Ebbene, oltre il 40% del campione ha dimostrato una significativa resilienza alla crisi. Analizzando i singoli settori, le carni rosse e gli elaborati di carne sono quelli che hanno evidenziato le performance migliori, mentre il lattiero-caseario ha registrato qualche criticità in più.

Dopo un 2019 in cui l’export agroalimentare aveva toccato i 44,6 miliardi di euro con prospettive molto interessanti che si evidenziavano già per il primo trimestre del 2020, la pandemia ha invertito bruscamente la rotta.

 

Lo studio ha suddiviso le imprese in tre gruppi. Nel primo si trova il 42% delle aziende, ritenute capaci di resistere alle crisi più gravi perché in possesso di parametri tutti positivi. Tra i comparti inseriti in questo primo gruppo c’è quello della carne rossa che supera il livello del 45% e degli elaborati di carne. Nel secondo gruppo, ritenuto una sorta di “terra di mezzo” si trova invece il 36% delle aziende. Si tratta di imprese con buoni livelli di redditività ma con rilievi critici di esposizione debitoria. I rischi di problemi di liquidità pertanto riguardano gli scenari negativi che potrebbero verificarsi nel breve periodo. Tra i settori più rappresentati ci sono quello delle carni avicole e del lattiero caseario con una quota del 46%. Infine il terzo gruppo, ritenuto più vulnerabile agli effetti della crisi, che interessa il 21% delle aziende. Spicca infine dal sondaggio un ultimo dato: la maggiore percentuale di aziende più solide si trova al Sud del Paese e non al Centro Nord: rispettivamente 45% e 42%.

Clementine italiane: a causa del clima sono piccole, buone e tante

 

Clementine: in progressivo aumento le disponibilità di prodotto sui mercati per l'intensificarsi delle operazioni di raccolta nelle principali aree di produzione. Sotto il profilo qualitativo l'offerta, che nel complesso ha  raggiunto un apprezzabile standard sia in termini di colorazione che per grado zuccherino, è risultata comunque penalizzata in termini di calibro, prevalentemente medio-piccolo. Le disponibilità affluite sui mercati hanno riscosso scarso interesse da parte della domanda con quotazioni che hanno teso al ribasso. Diversa la situazione negli areali produttivi siciliani dove l'attività di scambio che ha interessato quelle partite di merce dal calibro più sostenuto si è svolta regolarmente e sulla base di prezzi stabili.

 

Arance: in pieno svolgimento le operazioni di raccolta delle arance Navelina. L'offerta proveniente dagli areali produttivi siciliani, a fronte di uno standard qualitativo sia in termini di colorazione che per grado zuccherino in ulteriore miglioramento, posta sui mercati è stata oggetto di una discreta richiesta.  Ciò ha permesso il regolare svolgimento delle vendite sulla base di prezzi stabili. Solo per il prodotto catanese, i listini hanno mostrato una flessione in virtù dei maggiori quantitativi esitati. Diversa la situazione negli areali tarantini e metapontini dove la presenza sui circuiti distributivi di  calibri medio- piccoli  ha limitato le vendite con quotazioni che hanno teso al ribasso. Stabili i corsi per la produzione calabrese, oggetto di una migliore intonazione della domanda anche in funzione di un livello qualitativo in graduale miglioramento. Non si registrano variazioni per le  varietà pigmentate le cui contrattazioni in campagna sono proseguite in un clima di estrema cautela e sulla base di quotazioni stabili.

Difficoltà da parte del mercato ad assorbire i diversi calibri, in particolare quelli più piccoli che rappresentano comunque un cospicuo quantitativo

 

Le clementine di piccolo calibro contengono tutte le caratteristiche organolettiche, nutritive e salutari, sapore e dolcezza, spiega la filiera interprofessionale, sottolineando però pericolosi ristagni a livello dei consumi e, soprattutto, grandi difficoltà reddituali delle aziende agricole produttrici.

 

 

Oltre alle strutturali problematiche di questa produzione, la stagione 2020 si sta contraddistinguendo per la presenza sul mercato di una quantità ben superiore agli altri anni di calibri piccoli o medio piccoli.

In un periodo molto ristretto, purtroppo, tutti gli areali clementinicoli, dalla Calabria alla Puglia, raggiungono la maturazione del frutto, creando così un surplus produttivo e, di conseguenza, un enorme caos nell'intera filiera. Nel nostro Paese, le superfici investite a clementine Comune sono da tempo in eccesso e le difficoltà di dover gestire in poco tempo considerevoli volumi si fanno sempre più grandi, specialmente quando le condizioni climatiche non aiutano sia la coltivazione che i consumi; come accaduto quest'anno in cui, dopo oltre 6 mesi di siccità, sono sopraggiunte a metà novembre forti e prolungate piogge in tutti i territori produttivi, con temperature tuttora di diversi gradi sopra le medie. Man mano che il clima muta, quindi, è sempre più urgente sostituire e integrare il clementine Comune con altre cultivar, perché il periodo di ottima qualità per questa varietà diventa sempre più corto, con l'evolversi dei cambiamenti atmosferici.

 

Clementine italiane: a causa del clima sono piccole, buone e tante

Clementine: in progressivo aumento le disponibilità di prodotto sui mercati per l'intensificarsi delle operazioni di raccolta nelle principali aree di produzione. Sotto il profilo qualitativo l'offerta, che nel complesso ha  raggiunto un apprezzabile standard sia in termini di colorazione che per grado zuccherino, è risultata comunque penalizzata in termini di calibro, prevalentemente medio-piccolo. Le disponibilità affluite sui mercati hanno riscosso scarso interesse da parte della domanda con quotazioni che hanno teso al ribasso. Diversa la situazione negli areali produttivi siciliani dove l'attività di scambio che ha interessato quelle partite di merce dal calibro più sostenuto si è svolta regolarmente e sulla base di prezzi stabili.

 

Arance: in pieno svolgimento le operazioni di raccolta delle arance Navelina. L'offerta proveniente dagli areali produttivi siciliani, a fronte di uno standard qualitativo sia in termini di colorazione che per grado zuccherino in ulteriore miglioramento, posta sui mercati è stata oggetto di una discreta richiesta.  Ciò ha permesso il regolare svolgimento delle vendite sulla base di prezzi stabili. Solo per il prodotto catanese, i listini hanno mostrato una flessione in virtù dei maggiori quantitativi esitati. Diversa la situazione negli areali tarantini e metapontini dove la presenza sui circuiti distributivi di  calibri medio- piccoli  ha limitato le vendite con quotazioni che hanno teso al ribasso. Stabili i corsi per la produzione calabrese, oggetto di una migliore intonazione della domanda anche in funzione di un livello qualitativo in graduale miglioramento. Non si registrano variazioni per le  varietà pigmentate le cui contrattazioni in campagna sono proseguite in un clima di estrema cautela e sulla base di quotazioni stabili.

 

 

Difficoltà da parte del mercato ad assorbire i diversi calibri, in particolare quelli più piccoli che rappresentano comunque un cospicuo quantitativo

 

Le clementine di piccolo calibro contengono tutte le caratteristiche organolettiche, nutritive e salutari, sapore e dolcezza, spiega la filiera interprofessionale, sottolineando però pericolosi ristagni a livello dei consumi e, soprattutto, grandi difficoltà reddituali delle aziende agricole produttrici.

 

 

Oltre alle strutturali problematiche di questa produzione, la stagione 2020 si sta contraddistinguendo per la presenza sul mercato di una quantità ben superiore agli altri anni di calibri piccoli o medio piccoli.

In un periodo molto ristretto, purtroppo, tutti gli areali clementinicoli, dalla Calabria alla Puglia, raggiungono la maturazione del frutto, creando così un surplus produttivo e, di conseguenza, un enorme caos nell'intera filiera. Nel nostro Paese, le superfici investite a clementine Comune sono da tempo in eccesso e le difficoltà di dover gestire in poco tempo considerevoli volumi si fanno sempre più grandi, specialmente quando le condizioni climatiche non aiutano sia la coltivazione che i consumi; come accaduto quest'anno in cui, dopo oltre 6 mesi di siccità, sono sopraggiunte a metà novembre forti e prolungate piogge in tutti i territori produttivi, con temperature tuttora di diversi gradi sopra le medie. Man mano che il clima muta, quindi, è sempre più urgente sostituire e integrare il clementine Comune con altre cultivar, perché il periodo di ottima qualità per questa varietà diventa sempre più corto, con l'evolversi dei cambiamenti atmosferici.

 

 

Compila il nostro questionario sulla campagna agrumicola 2020

https://docs.google.com/forms/d/1VI3X_7lAm8AqJH_CjkzthxQqGuRl2jtrUwNdVriZsPU/edit

 

 

 

Città, Google lancia una app che suggerisce dove piantare nuovi alberi

 

l motore di ricerca presenta Environmental Insights Explorer, un nuovo strumento capace di mappare le aree urbane con maggior necessità di verde per rallentare il riscaldamento della temperatura.

Il caldo estremo è uno degli effetti più documentati e evidenti del cambiamento climatico, effetto ancora più pericoloso se si considera l’effetto isola di calore nelle zone metropolitane. Com’è risaputo, le città tendono ad essere più calde delle aree circostanti perché gli edifici e l’asfalto intrappolano il calore. Una delle azioni più immediate che ogni comune può attivare per rallentare questo fenomeno è l’aumento del verde urbano, il quale agisce sia attraverso l’ombreggiamento di edifici e persone, sia rilasciando umidità quando le temperature salgono attraverso l’evapotraspirazione.

Environmental Insights Explorer è un nuovo strumento Google ideato per aiutare le città a mantenere freschi i loro abitanti, mappando le aree dove gli alberi sono più necessari. Il Tree Canopy Lab, il polo di ricerca dell’azienda dedicato all’applicazione, utilizza immagini aeree e l’intelligenza artificiale di Google per capire dove si trova ogni albero in una città. Coordinando su una mappa interattiva queste informazioni insieme a dati aggiuntivi – come su quali quartieri sono più densamente popolati e quali sono più vulnerabili alle alte temperature – le indicazioni ottenute aiuteranno i comuni e le metropoli a piantare i nuovi alberi in modo indicato e sicuro.

Il primo test ha coinvolto la metropoli di Los Angeles, ma sono in arrivo anche i dati su centinaia di altre città. Tree Canopy Lab ha scoperto che più della metà dei losangelini vive in luoghi dove gli alberi ombreggiano meno del 10 per cento del loro quartiere, mentre il 44 per cento vive in luoghi a rischio di calore estremo.

Gli urbanisti interessati a utilizzare questo strumento in futuro possono contattare Google attraverso un modulo pubblicato insieme all’annuncio di questa settimana.

 

Fonte DOMUS

Autore ROMINA TOTARO

 

Ue, la Rucola della Piana del Sele è Igp

 

La Rucola della Piana del Sele diventa Indicazione di origine protetta (Igp) dall'Ue. Il regolamento che inserisce il prodotto nel registro europeo degli alimenti e bevande di qualità è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La tutela è riconosciuta per le caratteristiche organolettiche conseguenza di un ambiente di crescita molto particolare, sia dal punto di vista delle qualità del suolo che dal punto di vista climatico.

L'areale di produzione della Igp è nella provincia di Salerno e vede coinvolti i territori di Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi e Capaccio - Paestum. La denominazione si aggiunge ai 1503 prodotti alimentari già protetti dall'Ue. 

Bellanova, orgogliosi riconoscimento Igp a Rucola Piana Sele
"Ancora un'altra IGP si aggiunge al registro europeo. È la Rucola della Piana del Sele IGP, chiamata anche rucola selvatica. Un ortaggio coltivato nella provincia di Salerno e che presenta caratteristiche molto particolari al gusto e all'olfatto, anche grazie alla specificità del territorio e del clima in cui è prodotta." Cosi la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova su Facebook. "Siamo orgogliosi - continua - dell'ulteriore riconoscimento dell'eccellenza dei nostri prodotti e del valore aggiunto che essi rappresentano, candidandosi a vera e propria leva per lo sviluppo dei territori, di questa straordinaria filiera, delle donne e degli uomini che con grande capacità lavorano per garantire maggiori traguardi e riconoscimenti".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

mercoledì 2 dicembre 2020

“Innovatori per Natura” Syngenta dà voce ai ricercatori della filiera agroalimentare

 

Venerd’ 27 novembre si celebrerà la “Notte Europea dei Ricercatori, iniziativa promossa dalla Commissione Europea che  si terrà il prossimo 27 novembre e coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Anche Syngenta, come azienda dedicata alla ricerca e sviluppo, ha voluto unirsi a questa celebrazione lanciando l’iniziativa “Innovatori per Natura”, un viaggio che ha come protagonisti direttamente undici ricercatori aziendali e quattro ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, che attraverso brevi filmati, racconteranno cosa significa fare ricerca in agricoltura e quanto il loro lavoro influenzi il nostro sistema alimentare. Il nostro obiettivo è di accrescere, attraverso la divulgazione, la consapevolezza della rilevanza della ricerca, illustrare quali sono gli effetti diretti e concreti dell’innovazione scientifica sulla vita di tutti noi e raccontare come l’innovazione agroalimentare passi dalla ricerca

Emanuele Basilico, Raffaele Capitanio e Giovanni Della Porta dal Centro di Ricerca di Casalmorano (Cr), Giorgio Pollara e Giovanni De Caro dalla Stazione Sperimentale di Acate (Rg), Valentina Nanni e Gabriele Gherardi dal Centro di Ricerca di Argelato (Bo), Andrea Gualco e Onofrio Schifanella dalla sede di Milano, Giuseppe Asero dal territorioFides Benfatti da uno dei nostri principali Centri di Ricerca mondiale a Stein (Ag), Camilla Corsi dall'headquarter di Syngenta a Basilea, Giuliana Maddalena, Alessandro Passera, Niccolò Miotti e Demetrio Marciano dall’Università degli Studi di Milano e Camilla Farolfi dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza: questi i protagonisti dei video che si susseguiranno nelle prossime tre settimane per raccontare l'importanza dell'innovazione nel settore agroalimentare e sottolineare una volta in più l’importanza della ricerca scientifica e l’impatto concreto che questa ha in agricoltura e, più in generale, in ambito alimentare.

L’iniziativa sarà veicolata attraverso diversi canali di comunicazione attraverso una vera e proprio campagna di avvicinamento alla notte dei ricercatori, postando i video nel corso delle settimane precedenti alla notte dei ricercatori. L’iniziativa coinvolgerà i nostri 3 canali social - Facebook, Twitter e Linkedin - e avrà un proprio spazio dedicato sul canale Youtube e sul sito internet.  

Seguiteci nelle prossime settimane e unitevi in questa iniziativa che vuole mostrare il risultato concreto del loro lavoro sull’agricoltura e, di conseguenza, sul cibo che troviamo quotidianamente sugli scaffali dei supermercati e che viene spesso dato per scontato.

 

CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO

 

Fonte: Comunicato Syngenta Italia