giovedì 30 aprile 2020

Agea, nelle ultime tre settimane erogati 249milioni per oltre 138mila beneficiari. Bellanova: "Continuiamo a sostenere le imprese agricole accelerando sui pagamenti. La liquidità è essenziale"

249milioni di euro per oltre 138mila beneficiari con decreti di pagamento nell'ambito della domanda unica, dello sviluppo rurale, del vino, dei programmi operativi.
Sono i numeri e il raggio d'azione che restituiscono il lavoro di Agea nelle ultime tre settimane nell'erogazione degli aiuti agli agricoltori.
Entrando nel dettaglio, ecco il quadro di sintesi: domanda unica, in particolare per l'annualità 2019, 100.767 beneficiari per 78.7 milioni; programmi regionali di sviluppo rurale (PSR) e che vedono Agea come organismo pagatore, 103.3 milioni; programmi nazionale di sviluppo rurale, misura assicurativa, 18.235beneficiari per 40.1 milioni; promozione paesi terzi, oltre 9.5milioni; programmi di miglioramento della qualità dell'olio d'oliva, oltre 6.8 milioni; programmi operativi, oltre 6.8 milioni; ristrutturazione vigneti, 4.2 milioni; distillazione, 115mila euro.
"Consapevoli di quanto la liquidità per le aziende sia essenziale soprattutto in questo momento, continuiamo a lavorare a marce forzate nei pagamenti in favore delle imprese agricole", dice la Ministra Teresa Bellanova, "e rilevo il grande lavoro che Agea sta svolgendo. Un impegno che abbiamo assunto e che porteremo avanti con puntualità e determinazione anche nelle prossime settimane. Con i pagamenti di quest'ultimo periodo, ammontano complessivamente a 414 milioni di euro le somme erogate e sono oltre 211 mila sono le aziende agricole che ne hanno beneficiato"

mercoledì 29 aprile 2020

Radicle Growth e Syngenta lanciano The Radicle Protein Challenge di Syngenta per investire 1,25 milioni di dollari in tecnologie a supporto del futuro delle proteine

 
SAN DIEGO, Calif. – 28 aprile 2020 -  Il fondo d’investimenti Radicle Growth e Syngenta, azienda leader nel settore agricolo che contribuisce a migliorare la sicurezza alimentare globale, hanno annunciato il lancio di The Radicle Protein Challenge di Syngenta. Insieme, Radicle e Syngenta identificheranno due società che stanno lavorando a nuove soluzioni per supportare il futuro delle proteine (come ad esempio fonti proteiche nuove o sperimentali o tecnologie di conversione delle proteine) affrontando sfide che vanno dall'ag di origine vegetale all'agricoltura rigenerativa. L’investimento sarà pari a $ 1,25 milioni.
Questa collaborazione rientra nel più ampio piano di azioni concrete che Syngenta ha annunciato di voler intraprendere per sostenere quei programmi capaci di generare vantaggi chiaramente differenzianti o tecnologie innovative per promuovere un cambiamento radicale in termini di sostenibilità dell’agricoltura.
In questo contesto, The Radicle Protein Challenge costituisce una grande opportunità per tutti gli imprenditori e le aziende, a qualsiasi livello in tutto il mondo, che possono accedere a investimenti per $ 1,25 milioni - $ 1 milione per il vincitore della Challenge e $ 250k per il secondo classificato – così da poter accelerare la crescita delle loro tecnologie. Le domande possono essere presentate fino al 29 maggio 2020. I vincitori non solo riceveranno il significativo investimento e un programma di accelerazione personalizzato da Radicle Growth, ma avranno accesso alla vasta conoscenza ed esperienza agricola di Radicle e Syngenta e alle reti agtech globali così da far crescere e promuovere la loro tecnologia.
“Le fonti proteiche innovative sono sempre più importanti per una popolazione in crescita. Siamo entusiasti di collaborare con Radicle e gli imprenditori di tutto il mondo per accelerare l'innovazione e non vedo l'ora di vedere tutte le idee creative che verranno presentate", ha affermato Erik Fyrwald, CEO, Syngenta. "La nostra missione in Syngenta è di aiutare gli agricoltori a sfruttare al meglio le risorse disponibili e stiamo lavorando per incrementare ulteriormente il passo della nostra ricerca per identificare le soluzioni migliori e sempre più sicure per affrontare le sfide comuni dell’agricoltura. Queste non sono solo parole e The Radicle Protein Challenge rappresenta uno dei primi esempi di come porteremo avanti il nostro impegno”.
Dopo la chiusura del bando di partecipazione, avrà inizio un lavoro di verifica dei dati aziendali che durerà alcuni mesi. In seguito, saranno selezionati 4-6 finalisti dal pool di candidati. I finalisti parteciperanno in un Pitch Day finale questo autunno. Ogni azienda avrà l'opportunità di presentare il proprio lavoro davanti a una giuria di spicco, tra cui sarà presente Erik Fyrwald, che individuerà e proclamerà i due vincitori.
“I recenti Gallup data confermano che quasi un quarto degli americani sta mangiando meno carne che mai. Ciò ha aumentato la domanda di alternative di agricoltura vegetale e cellulare alle fonti proteiche tradizionali", ha affermato Kirk Haney, Managing Partner di Radicle Growth. “Molte aziende specializzate in questo campo hanno lavorato duramente con piani di lancio a breve termine. Ottenere il prodotto giusto per soddisfare la domanda dei consumatori è solo metà della sfida, anche i prezzi infatti devono essere giusti. Non vediamo l'ora di osservare come le aziende emergeranno e cercheranno di acquisire spazio in questo settore così da fornire loro il capitale di cui hanno bisogno per poter crescere in questo segmento e stare al passo con le esigenze dei consumatori.”
Per maggiori informazioni riguardo The Radicle Protein Challenge by Syngenta, potete visitare http://radicle.vc/the-radicle-challenge/ 

Radicle Growth:
Radicle Growth è un fondo di accelerazione con sede a San Diego che seleziona startup innovative nell’agricoltura digitale o nel campo delle tecnologie alimentari, per garantire che tali potenti tecnologie possano sviluppare il loro pieno potenziale. Oltre a fornire capitale nella fase iniziale, il fondo fornisce un ambiente fertile per far prosperare i visionari nello spazio agricolo. La loro piattaforma proprietaria è unica nel suo genere nel settore agricolo, colmando un enorme vuoto nel mercato identificando le tecnologie più innovative e accelerandole con una serie di iniziative per la creazione di valore. Per connetterti e conoscere meglio Radicle Growth puoi seguirli su LinkedIn, Facebook, Instagram, and Twitter.
Syngenta:
Syngenta è una delle aziende leader nel settore agricolo a livello mondiale. La nostra ambizione è di aiutare a nutrire in sicurezza il mondo prendendoci allo stesso tempo cura del pianeta. Miriamo a migliorare la sostenibilità, la qualità e la sicurezza dell'agricoltura con scienza di livello mondiale e soluzioni colturali innovative. Le nostre tecnologie consentono a milioni di agricoltori in tutto il mondo di sfruttare meglio le limitate risorse agricole. Con 28.000 persone in oltre 90 paesi stiamo lavorando per trasformare il modo in cui si fa agricoltura. Attraverso partenariati, collaborazioni e The Good Growth Plan ci impegniamo a migliorare la produttività agricola, a salvare la terra dal degrado, a migliorare la biodiversità e a rivitalizzare le comunità rurali. Per saperne di più visita www.syngenta.com e www.goodgrowthplan.com.

Contacts:
Danielle Dougan for Radicle Growth
ddougan@radicle.vc

Regione Puglia Borraccino: ok dalla Giunta regionale a 7 distretti del cibo per dare impulso allo sviluppo delle eccellenze pugliesi nel settore agroalimentare

Nota dell’assessore allo Sviluppo  Economico, Mino Borraccino:

“La Giunta regionale nella seduta di oggi ha proceduto, su nostra proposta, al primo riconoscimento di sette diversi Distretti del Cibo che rappresentano una specifica classificazione dei Distretti Produttivi previsti dalla legge regionale n. 23/2007, con l’obiettivo di promuovere, attraverso le attività agricole e agroalimentari, lo sviluppo locale sostenibile, la coesione e l’inclusione sociale, la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale.

I Distretti che oggi hanno ottenuto il primo riconoscimento, proposti da comitati promotori costituiti a livello locale, congiuntamente, da realtà associative e istituzionali, intendono valorizzare le diverse vocazioni del territorio pugliese, puntando alle filiere produttive connesse al rurale, all’agroalimentare e allo stesso biologico, in una logica di sistema in grado di coordinare le iniziative sul territorio con gli indirizzi strategici generali delle politiche di sviluppo regionale.

I “Distretti del Cibo” sono, pertanto, degli utili strumenti per supportare la realizzazione, in una logica di sussidiarietà orizzontale, di proficue reti tra realtà diverse, pubbliche e private, presenti sul territorio e in grado di rilanciare e valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare pugliese in modo che possano rappresentare un volano sempre più importante per il nostro sviluppo economico.

Dopo un’attenta fase istruttoria svolta dagli uffici regionali sulle domande presentate, sono sette i Distretti che hanno ottenuto, oggi, il riconoscimento:

1) il “Distretto del Grano Duro”, promosso da un comitato composto da 90 aziende che rientrano nella filiera del grano, dagli agricoltori ai molitori, passando per i sementieri e i panificatori, fino ad arrivare ai trasportatori. Il territorio di riferimento è quello di Altamura ma la progettualità, finalizzata a valorizzare questo particolare ambito di attività, coinvolge anche aziende presenti su tutto il territorio regionale sino ad arrivare anche in altre regioni limitrofe;

2) il “Distretto del Cibo Alta Murgia”, promosso dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia al quale aderiscono 80 diversi soggetti, tra imprese agricole, associazioni di categoria e di settore, e Comuni interessati, con una proposta progettuale che ha, nel perimetro del Parco, il suo ambito geografico di riferimento con l’obiettivo di promuovere la conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali;

3) il “Distretto del Cibo dell’Area Metropolitana”, promosso dalla Città Metropolitana di Bari, che vede l’adesione di numerose imprese, organizzazioni professionali agricole e della cooperazione, con l’obiettivo di attivare forme inedite e innovative di sinergie in agricoltura tra diversi soggetti pubblici e privati, nell’ambito di un territorio (quello dell’area metropolitana di Bari, appunto) che vede la presenza di molte realtà agricole;

4) il “Distretto Biologico delle Lame”, promosso dai Comuni di Ruvo di Puglia e di Bitonto con il coinvolgimento di diversi soggetti e imprese del territorio. L’ambito geografico di questo distretto coincide con la zona delle “Lame”, nel territorio dell’Alta Murgia;

5) il “Distretto Bioslow delle Puglie”, promosso dall’Associazione Produttori Italbio, dall’Associazione Produttori Pugliabio e dalla Cooperativa PugliaCheVai, insieme ad aziende agricole, agroalimentari e del settore biologico in generale, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra città e agricoltura, puntando a una più stretta collaborazione tra realtà agricole e attività di prossimità, a partire con l’integrazione con le imprese legate al turismo e alla mobilità dolce. L’ambito geografico di riferimento di questo distretto è esteso a tutta la regione, fino a registrare l’adesione di aziende operanti anche in altre regioni limitrofe;

6) il “Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano”, promosso da una vasta rete di imprese, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di realizzare attività finalizzate a promuovere l’economia circolare, l’economia civile e l’agricoltura sociale, avendo come ambito geografico il bacino idrografico delle Murge e della Valle del Bradano;

7) il “Distretto del Cibo Sud Est Barese”, promosso da imprese e organizzazioni professionali e datoriali afferenti al GAL del Sud Est barese, con l’obiettivo di promuovere (nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro, Polignano a Mare e Rutigliano), le produzioni agricole tipiche del territorio quali uva da tavola, ciliegie, vino e ortaggi.

Ora i Distretti che hanno ottenuto questo primo riconoscimento da parte della Giunta dovranno predisporre e presentare alla Regione Puglia un dettagliato “Programma di Sviluppo del Distretto”, con un orizzonte temporale di almeno tre anni, che contenga la descrizione dei punti di eccellenza e degli eventuali punti di criticità del Distretto, gli obiettivi generali e specifici di sviluppo, le azioni e i progetti da realizzare con i relativi piani finanziari e temporali di spesa e l’indicazione delle risorse, pubbliche e private, necessarie.

Successivamente la Giunta regionale, valutati i Programmi di Sviluppo presentati, procederà con la definitiva approvazione dei Distretti Produttivi del Cibo che potranno, così, accedere anche alle specifiche misure finanziarie destinate dalla Regione a queste realtà.

Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto su questi importanti provvedimenti dal Dipartimento “Sviluppo Economico” della Regione, diretto dal Prof. Domenico Laforgia, e sono certo che questi Distretti rappresenteranno strumenti molto utili per dare impulso alla crescita dell’Agroalimentare pugliese, uno dei settori trainanti della nostra economia.”  (comun.)

Garden Therapy: cinque buoni motivi per prendersi cura delle piante e tenere lontano lo stress

Migliora la tua autostima: secondo gli esperti la cura dell’orto, del giardino , anche di un piccolo balcone stimola la capacità di prendersi cura di qualcosa che cresce e regala la soddisfazione di vedere sbocciare un fiore o di gustare un frutto o un ortaggio coltivato con le proprie mani. Non c'è niente di più gratificante che maneggiare e ammirare il prodotto della nostra fatica e del nostro impegno e questo risolleva l’umore, ci fa sentire felici ed accresce la nostra autostima. 



Ritrova la concentrazione: se fa ancora troppo freddo e le temperature non lo consentono, per evitare malanni possiamo portare la primavera in casa posizionando qua e là delle belle piante verdi ornamentali, anche se di piccole dimensioni. Non è difficile e basta anche un budget minuscolo: una pianta vicino alla finestra, o un bel vaso colmo di fiori nel mezzo del tavolo da pranzo sono perfetti per regalare allegria e buonumore. Se lo spazio è poco, ma non vogliamo rinunciare al verde, possiamo optare per un bonsai: prenderci cura di questi piccolissimi alberi è un rimedio perfetto per ritrovare la concentrazione, sentirci utili e dimenticare stress e ansia per recuperare nuovamente pace e serenità.



Rimettiti in forma: niente balconi, né terrazzi? Nessun problema: il davanzale delle finestre, anche se piccolo, è perfetto per coltivare erbe aromatiche e fiori. Non c'è che l'imbarazzo della scelta: rosmarino, maggiorana, salvia, timo, basilico sono profumati, ornamentali e alleati della buona cucina. Tutto troppo verde? Anche in questo caso la soluzione è semplice, quanto efficace: una pianta di peperoncino sarà l'ideale per colorare il davanzale e migliorare il nostro benessere, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie. Non solo bello da vedere, dunque: il peperoncino è utilissimo per stimolare il metabolismo e diminuire il senso di fame, prezioso alleato dunque per la remise en forme in vista della bella stagione.



Un gusto tutto nuovo: approfittiamo del tempo a disposizione per sistemare sul balcone di casa quello che più ci piace: dalle fragole ai pomodori, oppure anche melanzane, lattuga, cipolla e aglio, che regala una deliziosa fioritura dalle tonalità azzurro-viola. Un orto in vaso è sempre una buona idea: ci permette di rilassarci e di coltivare piante con cui arricchire la nostra tavola. Se siamo inesperti possiamo guardare dei video tutorial o seguire sui social tecnici ed esperti: tutto si impara, anche l'arte del giardinaggio e alla fine assaporare le delizie del nostro piccolo orto ci regalerà un sapore nuovo, tutto da gustare.



Trova nuovi amici: gli orti condivisi sono una realtà in molte aree urbane, un modo per stare all'aria aperta, rendere partecipi gli altri della propria esperienza, fare attività fisica, tenere attivo l'apparato cardiocircolatorio e bruciare le calorie in eccesso. Ma non è tutto, perché coltivare la terra in compagnia di persone nuove consente di aumentare la propria sfera sociale, migliorando l'umore. Non dimentichiamo poi che anche le piante risentono del nostro stato d'animo e sentirsi sereni sarà l'ideale per fare ottimi raccolti. Stare insieme agli altri è il modo migliore per tenere a debita distanza tristezza e brutti pensieri, un rimedio antico per un rinnovato benessere.

Xylella fastidiosa: aggiunte 37 nuove specie vegetali all'elenco di piante ospiti

Sono state individuate trentasette nuove specie vegetali ospiti del patogeno Xylella fastidiosa. La maggior parte si è infettata naturalmente (non artificialmente) ed è stata trovata sia in Paesi UE (Francia, Italia, Portogallo e Spagna) che non (USA e Iran). Tra i nuovi ospiti vi sono comuni piante ornamentali, selvatiche e da commercio come la fleabana (Erigeron sp.), l’Helichrysum stoechas, il pistacchio (Pistacia vera) e il cachi (Diospyros kaki).

Le piante ospiti individuate di recente sono state incluse nella banca dati EFSA di piante che fungono da ospiti di Xylella fastidiosa. L'elenco comprende ora 595 specie di piante; per 343 di esse l'infezione è stata rilevata con almeno due metodi di rilevamento in condizioni naturali o sperimentali.

L'aggiornamento è stato completato al termine di una esauriente ricerca nella letteratura scientifica più attuale, grazie alle notifiche pervenute a Europhyt, il servizio di intercettazione fitosanitaria dell'Ue, e ad attività di individuazione precoce da parte dell’EFSA.

Alcuni dati preesistenti su ceppi di X. fastidiosa e su coordinate geografiche sono stati aggiornati o modificati per aumentare l'accuratezza e la coerenza interna della banca dati.

La banca dati mette a disposizione evidenze scientifiche essenziali a scienziati e gestori del rischio. In particolare è di ausilio a questi ultimi per porre in essere misure di sorveglianza e altre misure fitosanitarie come, ad esempio, l’ispezione su piante destinate alla messa a dimora.

Fonte: Efsa

martedì 28 aprile 2020

Sos manodopera nei campi, serve competenza non braccia rubate

All'agricoltura non servono braccia rubate ma cervelli che pensano. E' il messaggio lancia il dirigente dell'Istituto agrario Ciuffelli di Todi, Gilberto Santucci, sul settimanale Terra e Vita, entrando nel merito di come gestire la mancanza di manodopera nel settore primario. L'aspro confronto politico, infatti, secondo Santucci, "cade in contraddizione: da una parte si parla di agricoltura 4.0, precision farming e digital agricolture, con tutto un carico necessario di innovazione e specializzazione, dall'altra si pensa ad un'occupazione nei campi come ad una sorta di attività punitiva, se non addirittura di rieducazione al lavoro (vedi le proposte di utilizzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza)". "Occorre che ci si renda conto che l'agricoltura non ha bisogno soltanto di generica manodopera - spiega Santucci - ma di personale qualificato, preparato e specializzato, con competenze tecniche, agronomiche, di comunicazione". Da qui la proposta di coinvolgere periti agrari, agrotecnici e laureati in agraria, visto il successo di questo indirizzi in questi ultimi anni, che a loro volta, hanno bisogno di confrontarsi fattivamente con le realtà imprenditoriali. "Si tratta di mettere a frutto questa reciproca esigenza - conclude Santucci - sfatando anche quel pregiudizio culturale che il lavoro dei campi tutti lo possono fare". In sintesi sarebbe un incontro tra le competenze teoriche e la pratica dell'attività agricola.

Fonte: Ansa

Coronavirus, Giansanti: più coraggio e meno burocrazia per la ripresa

“Ci avviamo ad affrontare la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, ma serve maggiore coraggio. L’agroalimentare è tra settori che hanno garantito continuità produttiva, ma oggi, a quasi due mesi dall’avvio del lockdown, ogni giorno di limitazione ulteriore al generale sistema imprenditoriale confina l’Italia a una recessione troppo pericolosa e difficilmente recuperabile”.

All’indomani della presentazione del nuovo DPCM da parte del premier Conte, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, pone l’attenzione alla fase di ripartenza, evidenziando l’esigenza di un cambio di passo.

“L’agroalimentare è strategico e rientra tra i settori ‘protetti’ dal Golden Power, – afferma – dobbiamo pensare di affrontare questo periodo con capacità di visone e strategia. Serve uno scatto di coraggio da parte della politica, che deve delineare la strada della ripresa assumendosi le responsabilità delle scelte ed evitare che ogni incertezza possa pesare gravemente sulla tenuta economica e sociale del Paese”.

“Analogamente, – continua Giansanti – non possiamo permettere alla burocrazia di essere così soffocante, soprattutto in un periodo di grave crisi in cui è necessario e urgente semplificare. Lo abbiamo visto con la questione manodopera in agricoltura: ad un mese dalle nostre proposte per affrontare l’emergenza, ad oggi non si è ancora trovata una soluzione”.

“Ciascuno deve fare la propria parte, e le imprese hanno dimostrato di saperla fare, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma chiediamo che ci siano chiare strategie nazionali, ed europee, per rafforzare l’agroalimentare, aumentandone la capacità produttiva e competitiva per garantire l’autoapprovigionamento e non permettere all’Italia di perdere spazi di mercato e risorse preziose. Il nostro Paese deve mantenere la leadership in Europa per valore aggiunto e recuperare terreno sulla Francia in termini di PLV”.

Fonte: Confagricoltura

Emergenza Coranavirus – Agrofarma e Assofertilizzanti hanno raccolto le principali Ordinanze regionali e delle Province autonome

Per supportare le attività delle imprese del settore, a fronte del continuo aggiornamento delle misure volte a contenere l'emergenza COVID19, Agrofarma e Assofertilizzanti, hanno raccolto le principali Ordinanze regionali e delle Province autonome, relative in particolare alla gestione delle attività agricole e delle filiere connesse al comparto, nonché su disposizioni di carattere trasversale ma con possibili riflessi sul settore.

Tutti i documenti sono disponibili online, cliccando sul banner “Emergenza coronavirus. Ordinanze regionali” dal sito sito https://agrofarma.federchimica.it/

Tutte le informazioni e i documenti riportati provengono dal sito ufficiale di ciascuna Regione e Provincia autonoma. 

Dpcm_26 Aprile 2020

lunedì 27 aprile 2020

FOGLIE TV - Misure di contrasto al vettore della Xylella fastidiosa, pa...

Emergenza manodopera nelle campagne: i portali CIA, Confagricoltura e Coldiretti fanno incontrare domanda e offerta di lavoro

CIA AGRICOLTORI ITALIANI: La mancanza di manodopera nei campi è un problema serio e, in attesa di soluzioni concrete dal Governo, Cia-Agricoltori Italiani lancia “Lavora con agricoltori Italiani”, una piattaforma di intermediazione per mettere in contatto, in tutte le province, aziende agricole e lavoratori.

Il portale (https://lavoraconagricoltoriitaliani.cia.it), riconosciuto dal Ministero del Lavoro, consente a chi cerca occupazione di entrare in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati con la massima trasparenza e legalità. Utilizzare il sito è molto semplice: le aziende inseriscono la propria offerta di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste, le mansioni da svolgere, luoghi e tempi, mentre il lavoratore dichiara semplicemente la propria disponibilità.


CONFAGRICOLTURA: si è attivata per fare incontrare domanda e offerta di lavoro attraverso AgriJob, la piattaforma che facilita l’incontro tra aziende agricole e lavoratori.

Si tratta di un servizio di intermediazione, riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati.

Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodopera.

COLDIRETTI:  Job in Country è la piattaforma di intermediazione della manodopera autorizzata dal Ministero del Lavoro della Coldiretti che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale on line e poi sul campo. Si pone infatti l’obiettivo di mettere in contatto nei singoli territori i bisogni delle aziende agricole in cerca di manodopera con quelli dei cittadini che aspirino a nuove opportunità di inserimento lavorativo, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. Vanno infatti specificate mansioni, luogo e periodo di lavoro ma anche disponibilità e competenze specifiche in un settore dove è sempre più rilevante la richiesta di specifiche professionalità. L’attività è svolta direttamente nelle singole provincie attraverso le Società di servizi delle Federazioni provinciali ed interprovinciali della Coldiretti, secondo un modello di capillare distribuzione sul territorio.

Sul portale JobinCountry raggiungibile anche dal sito www.coldiretti.it è possibile:

per le aziende, inserire offerte di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste e le condizioni relative alle offerte (come mansioni e retribuzione);
per chi è in cerca di occupazione, è possibile inserire il proprio curriculum e la propria disponibilità alla nuova occupazione, e mantenere sempre aggiornati i propri dati professionali.

ISMEA rilancia la cambiale agraria e della pesca

30 milioni di euro per credito immediato e a tasso zero

Per venire incontro alle difficoltà delle aziende agricole e della pesca, ed in particolare di quelle colpite dalla crisi per la elevata deperibilità del loro prodotto e per la chiusura dei normali canali commerciali, il Consiglio di Amministrazione dell'ISMEA ha deliberato uno stanziamento di 30 milioni di euro.
I fondi serviranno ad erogare mutui di importo fino a 30 mila euro a tasso zero con una durata di 5 anni, di cui i primi 2 anni di preammortamento.

L'intervento, grazie all'utilizzo della cambiale agraria e della cambiale della pesca, si distingue per la semplicità della procedura e le tempistiche estremamente ridotte che consentono di poter erogare gli aiuti al massimo entro una settimana dalla richiesta.

L'iniziativa si inserisce nel "Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza COVID" e, all'esito dell'autorizzazione della Commissione europea, la domanda potrà essere presentata tramite il portale dell'ISMEA.

L'aiuto va a sommarsi alle altre misure straordinarie assunte dall'Istituto nei giorni scorsi tra cui la sospensione delle rate dei mutui, l'estensione dell'operatività delle garanzie ISMEA e l'allungamento dei termini per la partecipazione alla Banca della terra.

giovedì 23 aprile 2020

Coronavirus: la Ue propone nuove misure per l'agricoltura

La Commissione europea proporrà di attivare entro fine aprile aiuti all'ammasso privato per i prodotti lattiero-caseari e le carni. La Commissione renderà inoltre più flessibili i programmi di sostegno per il vino, la frutta e la verdura, l'olio d'oliva, l'apicoltura e per la distribuzione di latte, frutta e verdura nelle scuole. Il nuovo pacchetto di aiuti prevede inoltre una deroga eccezionale alle regole di concorrenza per i settori del latte, dei fiori e delle patate che consentirà agli operatori di auto-organizzarsi.

Il regime di aiuto all'immagazzinamento consentirà il ritiro temporaneo dei prodotti dal mercato per un minimo di 2-3 mesi e fino a un periodo massimo di 5-6 mesi. Con programmi di sostegno settoriali più flessibili, spiega una nota dell'Esecutivo Ue, sarà possibile reindirizzare il finanziamento verso misure anti-crisi per tutti i settori.
Infine, con la deroga eccezionale alle regole di concorrenza il settore del latte sarà autorizzato a pianificare collettivamente la produzione e i settori dei fiori e delle patate saranno autorizzati a ritirare i prodotti dal mercato. Tali accordi e decisioni dovrebbero essere valide solo per un periodo massimo di sei mesi. "Oggi - ha detto il commissario Ue all'agricoltura Janusz Wojciechowski - stiamo annunciando un nuovo ed eccezionale pacchetto di misure per sostenere i settori agroalimentari più colpiti" dalla crisi "affrontando i problemi già osservati e i rischi futuri. Sono fiducioso che queste misure alleggeriranno i mercati e mostreranno rapidamente risultati concreti".

Il Biologico accende la speranza

Covid-19 – Assobio suggerisce nuovi contratti a termine per rispondere ai picchi di lavoro e ribadisce l’importanza di pagamenti giusti e puntuali verso gli operatori agricoli

Assobio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali, a fronte della gravissima emergenza in atto, se da un lato osserva che ci sono aree in grande difficoltà, specialmente per quanto riguarda il mondo della ristorazione e delle mense, che attualmente sono costrette all’utilizzo della cassa integrazione, dall’altro constata che sempre più consumatori utilizzano e apprezzano la qualità delle filiere biologiche italiane con conseguente aumento della produzione e delle vendite.

Fatta salva la particolare attenzione che deve essere rivolta alla salute dei lavoratori, fornendo presidi sanitari adeguati, Assobio consiglia di utilizzare tutte quelle iniziative di job rotation che aiutano a non appesantire il lavoro di chi si trova in prima linea, grazie alla disponibilità, all’impegno e al coraggio dei quali è possibile mantenere questo servizio indispensabile alla nostra società.

Oltre ad una collaborazione fra i vari reparti delle aziende, è indispensabile che, specialmente nei punti vendita, si cerchi di limitare il più possibile il formarsi di assembramenti, deleteri per il rischio di contagio, con orari adeguati alle necessità dei consumatori.

“Per fare questo e per evitare stress eccessivi e non sopportabili da parte dei lavoratori – sostiene il presidente Roberto Zanoni – si suggerisce l’inserimento di giovani, magari a tempo determinato, per ricoprire ruoli che integrano e alleggeriscono il lavoro degli altri operatori”.

In questo modo si potrà contribuire a creare nuovi posti di lavoro, anche se solo temporanei, in un momento di grande incertezza occupazionale.

“Una particolare attenzione sarà rivolta anche alla filiera agricola, garantendo pagamenti puntuali e il giusto prezzo a tutti gli operatori che coraggiosamente continuano a garantirci l’approvvigionamento alimentare” aggiunge Roberto Zanoni.

L’individuazione del prezzo giusto dei prodotti biologici per la salvaguardia di aziende agricole e consumatori è un tema caro ad Assobio. Per assicurare un futuro prospero alla filiera del biologico e garantire al consumatore un prodotto sano e sicuro, è necessario salvaguardare prima di tutto gli agricoltori. Il fatto che ciò venga sostenuto da Assobio non è sorprendente per chi vuole indirizzare in modo coerente i processi produttivi del biologico, sostenere il mercato e proteggere l’ambiente. Gli agricoltori devono essere messi nelle condizioni di lavorare serenamente ed essere adeguatamente compensati, specialmente in questo momento in cui è divenuta complessa l’esportazione e sono stati vietati i mercati locali. E’ determinante per il futuro del biologico e del pianeta pagare in modo corretto chi produce in maniera coerente.

AssoBio è l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali. Fondata nel 2006 da 11 tra le più significative imprese biologiche italiane a oggi AssoBio conta 90 soci del settore agroalimentare e cosmetico, è retta da un consiglio direttivo costituito da imprenditori e conta su un team dedicato di professionisti. L’associazione nata per rispondere alle esigenze di tutela, di sviluppo e di partecipazione delle imprese ha l’obiettivo di orientare un sano sviluppo del sistema agroindustriale italiano verso la responsabilità ambientale e sociale, in linea con le attese del nuovo consumatore.



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FOGLIE TV - TG Foglie al servizio dell'agricoltura

martedì 21 aprile 2020

Ministra Teresa Bellanova ribadisce: “La ripartura dei negozi di fiori e la vendita anche al dettaglio è permessa a livello nazionale”

Con il DPCM del 20 Marzo e le successive FAQ interpretative avevamo garantito la riapertura delle attività di vendita di piante e fiori anche al dettaglio. D'altra parte so bene che per chi si occupa di floricoltura, l'alternativa alla vendita è la distruzione del prodotto. Un danno devastante per chi si occupa di questo settore e una perdita economica gravissima.
In questi giorni però ho ricevuto lettere e messaggi da tanti di voi, perchè in molti territori continuano a ripetervi che i vostri negozi devono restare chiusi. Voglio ribadirlo: la ripartura dei negozi di fiori e la vendita anche al dettaglio è permessa a livello nazionale, sebbene - è necessario ricordarlo - possano comunque esserci disposizioni diverse a livello regionale ed anche comunale.
Per chiarire ulteriormente la questione abbiamo sollecitato il Ministero dell’Interno affinché inviasse una nota ai Prefetti, allegando una nostra chiarificazione dove si ribadisce che fiori e piante rientrano fra i prodotti agricoli, e il funzionamento della filiera di produzione e comercializzazione di questi prodotti è permessa. Sono fiduciosa che questa ultima circolare possa eliminare ogni dubbio, al netto di ordinanze regionali e comunali, che hanno priorità.
E voglio anche fare un appello a tutti: compriamo fiori e piante, abbelliamo i nostri giardini, le nostre terrazze, le nostre case. Sosteniamo questa filiera importantissima del Made in Italy e aiutiamola a ripartire ancora più forte di prima.

Xylella, 3 campi su 4 ancora senza interventi. Italia Olivicola lancia l’allarme

«Il 75% dei terreni in Puglia, anche a causa delle restrizioni imposte per l’emergenza coronavirus, al momento non sono ancora adeguatamente curati e trattati, queste sono le settimane decisive per le buone pratiche agricole essenziali per il contenimento della xylella e tutti gli agricoltori e i proprietari dei campi devono lavorare per evitare l’avanzata del batterio». È l’allarme lanciato dai presidenti delle organizzazioni dei produttori olivicoli pugliesi (Apo Foggia, Terre degli Ulivi, Oliveti Terra di Bari, Aproli, Assoproli, Apol Lecce), aderenti a Italia Olivicola.


Solo un campo su 4, infatti, risulta adeguatamente trattato con potature, arature e trinciature, essenziali in questo periodo per evitare che l’insetto vettore del batterio, la sputacchina, possa continuare ad avanzare indisturbata.

«Il momento è difficile per tutti ma non possiamo rimanere fermi perché, purtroppo, la xylella continua a mangiare i nostri uliveti – spiega Gennaro Sicolo, Presidente di Oliveti Terra di Bari – è essenziale che gli agricoltori ed i proprietari dei terreni, con sacrifici e responsabilità, facciano la propria parte per cercare di arginare il batterio che ha già distrutto l’olivicoltura salentina».

«Molto positiva è stata la decisione del presidente Emiliano di consentire agli hobbisti di spostarsi e lavorare nei campi in questo momento decisivo della battaglia alla xylella – continua Sicolo – invitiamo anche le amministrazioni comunali a emettere ordinanze, controllare il territorio e ad accelerare i tempi della manutenzione del verde pubblico, occorre fare gioco di squadra per evitare la distruzione completa del nostro patrimonio ambientale ed economico».

Fonte: Italia Olivicola

venerdì 17 aprile 2020

Aziende agricole: vendita possibile in comuni diversi per quelle autorizzate alla vendita diretta

Le imprese agricole autorizzate alla vendita diretta, penalizzate dalle limitazioni imposte agli spostamenti in queste settimane, possono proseguire la loro attività organizzando punti vendita in Comuni anche diversi da quelli in cui è situata l'azienda, purché i luoghi in cui si svolge l'attività commerciale siano adeguatamente organizzati per assicurare il distanziamento sociale previsto dalle prescrizioni sanitarie.
Lo precisa la faq pubblicata sul sito del Governo nella Sezione Agricoltura, Allevamento e Pesca, affrontando le criticità delle imprese agricole autorizzate alla vendita diretta in azienda che in queste settimane, per le limitazioni imposte agli spostamenti delle persone, non possono essere raggiunte dai propri clienti, con notevole danno a causa della riduzione delle vendite.

FOGLIE TV - Tg Foglie al servizio dell'agricoltura

Agrinsieme: nel DL Cura Italia numerose novità a favore del primario; anticipo 70% premi Pac 2020 misura necessaria, ma per renderla efficace si faccia chiarezza

“Sono numerose le novità e le misure a favore del settore agricolo nazionale duramente colpito dalla pandemia del COVID-19, o Coronavirus, contenute nel Disegno di legge di conversione del DL ‘Cura Italia’, licenziato dal Senato e ora al vaglio della Camera dei deputati. Tra queste, c’è sicuramente l’anticipazione per il 2020 del 70% dei regimi di sostegno previsti dalla PAC agli agricoltori che conducono superfici agricole alla data del 15 giugno 2020; la precedente data del 15 maggio 2020, infatti, indicata dal Governo, è stata poi modificata”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in relazione all’evolversi dei lavori parlamentari sul testo.

“L’anticipazione del premio PAC è una misura quantomai necessaria soprattutto in questa fase emergenziale allo scopo di garantire liquidità alle nostre aziende e imprese agricole; ci aspettiamo che quanto già comunicato dalla ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e contemplato nelle disposizioni AGEA abbia quindi un seguito, permettendo alle aziende di avere disponibilità immediata”, prosegue il Coordinamento.

“In ragione di quanto sopra, riteniamo perciò necessario chiarire urgentemente questi aspetti, affinché nessuno di coloro i quali hanno diritto agli aiuti venga penalizzato, e in modo tale che già a partire dal prossimo mese di maggio le aziende agricole possano accedere agevolmente e senza intoppi burocratici agli anticipi della PAC previsti nella conversione del ‘Cura Italia’”, conclude Agrinsieme.

giovedì 16 aprile 2020

Intervento Ministra Teresa Bellanova – Informativa alle Camere

Signor Presidente, stimati Colleghi e Colleghe,

l'informativa di oggi mi dà l'occasione di illustrarvi le prime necessarie azioni che abbiamo portato avanti come Governo e come Ministero per affrontare queste drammatiche settimane.

Appena insediata, nel settembre scorso, ho assunto un impegno: portare l'agricoltura e l'agroalimentare al centro dell'agenda politica, sociale ed economica del Paese.

Lo dicevo certa delle enormi potenzialità di questo settore, della sua forza sui mercati globali, della intrinseca qualità delle sue imprese, dei milioni di donne e uomini che ogni giorno lavorano per garantire il cibo sulle nostre tavole, della sua straordinaria capacità di parlare al futuro e per questo divenire territorio d'elezione per le nuove generazioni.

Oggi, la centralità di questa FILIERA DELLA VITA che in questi mesi non si è mai fermata, garantendo approvvigionamenti in maniera costante nonostante difficoltà evidenti, è sotto gli occhi di tutti.

E se tutti siamo grati a chi si è preso e continua a prendersi cura della salute delle persone con un senso di abnegazione e responsabilità assoluti, nella stessa misura voglio e dobbiamo esserlo verso chi, migliaia di donne e uomini spesso alle prese con mansioni umili, sta garantendo al Paese un bene essenziale come il cibo, dimostrando, loro sì, un alto senso dello Stato.

Per questo ho detto in sede europea ai miei colleghi ministri dell'Agricoltura, e lo ripeto oggi davanti a voi perché sia un'assunzione di responsabilità condivisa e collettiva: garantire la filiera alimentare è una priorità europea.

Non un agricoltore, un allevatore o un pescatore dovranno smettere il proprio lavoro.

Nessuno tra quanti operano nella filiera agroalimentare e nella ristorazione.
Quando dico nessuno dico anche magazzinieri, trasportatori, banconisti, commessi. Nessuno.

Muove da qui la strategia che abbiamo messo in campo, e che dovrà essere rafforzata obbligatoriamente nei successivi provvedimenti.

Per continuare a fronteggiare l'emergenza che, non illudiamoci, sarà ancora lunga. Per saper mettere a dimora il dopo.

La qualità delle risposte che diamo al presente deciderà la bontà della ripresa, il futuro che inauguriamo.

Nella consapevolezza, adesso sì, che filiera alimentare e interesse nazionale coincidono.

Per questo sarà indispensabile proseguire nella strettissima collaborazione tra Governo e Parlamento.

E per questo dovremo avere ben chiaro che la complessità con cui stiamo facendo i conti si governa solo con il primato della politica, solo se la politica assume fino in fondo la sua responsabilità nel governo dei processi.

Con quel coraggio che in altri momenti della storia del nostro Paese le classi dirigenti hanno saputo dimostrare.

Sono convinta che questo significa, assolutamente, lavorare subito per riprendere i sentieri di una normalità che dobbiamo saper prefigurare e costruire.
In queste settimane abbiamo detto: nulla sarà come prima.
Io invito tutti noi all'impegno, all'umiltà, alla sobrietà, al coraggio, che questo significa. E a guardare le cose per quello che sono.

E' vero, la filiera alimentare non ha interrotto un solo giorno di lavoro. Eppure criticità e problemi sono all'ordine del giorno.

Non sono stati indolori le prime settimane i blocchi alle frontiere, e la richiesta inconcepibile di certificati virus free per i nostri prodotti.
Né il blocco totale del settore ho.re.ca, e la chiusura di canali commerciali fondamentali come i mercati esteri, con le conseguenti perdite economiche importanti e in alcuni casi rilevantissime.

Settori eccellenti, nostri ambasciatori sui mercati mondiali, oggi sono in grande affanno.

Difficoltà cui si sommano debolezze antiche, i danni che eventi climatici e fitopatologici pregressi avevano già arrecato, criticità che attendono soluzioni strutturali che ci eravamo impegnati a individuare nel Collegato agricoltura.

E' a questo che si salda, drammaticamente, l'allarme lanciato dalle imprese e dalle associazioni sulla carenza di lavoratori stagionali e difficoltà di reperimento della manodopera che può mettere in ginocchio irrimediabilmente le lavorazioni e la raccolta dei prodotti.

Non può accadere.

Non mentre in questo Paese cresce il numerodi nostri concittadini che, costretti dall'emergenza al fermo lavorativo, oggi purtroppo hanno difficoltà a sfamarsi.

Non quando significa piegare lavoro e investimenti di anni, la vita stessa delle imprese, la sicurezza occupazionale di milioni di lavoratori.

Questa filiera così determinante potrebbe non reggere l'impatto di tanti eventi concomitanti. Non possiamo permetterlo.

Muovo allora dal tema forse più sensibile, per la necessità di quel primato della politica che ho prima sottolineato.

Le associazioni ci parlano di una carenza di manodopera stagionale tra le 270 e le 350mila unità.
Sappiamo che migliaia di lavoratori stranieri, soprattutto dell'est, finora occupati nelle nostre campagne come stagionali, hanno fatto rientro nei loro Paesi.
Nel nostro settore agricolo trovano occupazione oltre 346mila lavoratrici e lavoratori di ben 155 Paesi diversi che, con oltre 30 milioni di giornate lavorative, rappresentano il 26,2% del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane.
La nostra agricoltura è quindi anche un grande laboratorio di integrazione.
Una buona metà degli stranieri occupati si concentra in 15 province dove nei molti "distretti agricoli" i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale.
Allo stesso tempo, altri lavoratori, invisibili ai più, cosiddetti irregolari - 600mila secondo le stime - vivono in insediamenti informali, sottopagati e sfruttati spesso in modo inumano.

Persone che nella maggior parte dei casi già lavorano sul nostro territorio.

Alla mercé, insieme alle imprese a cui danno le braccia, di quella criminalità che chiamiamo caporalato. E che per me significa mafia.

Nella situazione attuale, le condizioni di questi irregolari sono ancora più complicate e fragili.

E queste persone ancora più esposte al rischio sanitario e alla fame.

Senza furori ideologici o ipocrisie abbiamo il dovere di una assunzione di responsabilità: o è lo Stato, cari colleghe e care colleghe, a farsi carico della vita di queste persone o sarà la criminalità a sfruttarla.
Il Governo ha giàadottato misure di potenziamento delle azioni di tutela della salute dei cittadini migranti, residenti negli insediamenti irregolari, al fine di prevenire la diffusione del contagio da Covid-19 in tali contesti, particolarmente a rischio. Ma non è sufficiente.

Al tempo stessoso bene come questa crisi provocherà, e anzi lo sta già facendo, l'uscita dal mondo del lavoro di molte persone, come ad esempio gli stagionali del turismo e della ristorazione, come tanti precari di altri settori.
Per questo ieri, alla Camera, ho rimarcato l'indispensabilità di intraprendere percorsi necessariamente strutturali, più coraggiosi e incisivi.

Perché abbiamo da dare risposte a una platea così ampia e complessa, e perché non è più possibile tollerare in questo Paese la piaga del lavoro nero.

Il mio impegno segue tre direttrici: agevolazione dei rientri in Italia e proroghe dei permessi degli immigrati; lotta al caporalato anche mediante la regolarizzazione; facilitazione delle assunzioni di lavoratori al momento inoccupati.

Occorre un Piano di azione emergenziale per il lavoro agricolo le cui azioni prioritarie sono:
* attuazione delle misure del Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato con un'urgente mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo e l'utilizzo delle progettualità già finanziate dai ministeri del lavoro e degli interni per affrontare l'emergenza;
* accelerazione della piattaforma utile all'incontro domanda e offerta presente nel Piano, da attivare anche in forma emergenziale;
* sblocco del "DPCM flussi 2020", il cui testo, già pronto e condiviso tra le amministrazioni, può garantire la conversione dei contratti stagionali già in essere e l'utilizzo delle 18 mila quote di ingressi stagionali riservate ad agricoltura e turismo.

Sarà dirimente l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro attraverso una Piattaforma di iscrizione dei potenziali lavoratori agricoli, e stiamo lavorando perché si realizzi in tempi molto rapidi.

Ritengo fondamentale nella fase emergenzialeregolarizzare gli extracomunitari che ricevano offerte di lavoro ma anche, al contempo, assicurare la cumulabilità delle prestazioni di sostegno al reddito con rapporti di lavoro.

Questo impianto si connette a quanto sullo specifico del tema lavoro abbiamo voluto nel Cura Italia, arricchito dal confronto in quest'Aula.

Per dare sollievo alle imprese e aiutare i lavoratori, anche della pesca, abbiamo previsto la possibilità da parte delle Regioni di concedere il trattamento di integrazione salariale in deroga per la durata della sospensione del rapporto di lavoro.

Abbiamo lavorato per un'indennità in favore anche dei coltivatori e imprenditori agricoli professionali e per un'indennità in favore degli operai agricoli a tempo determinato.

Per facilitare gli impieghi di quanti già stanno lavorando, abbiamo esteso la validità dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale fino al 31 dicembre e, per agevolare le imprese che utilizzano manodopera saltuaria, garantito l'operatività in campagna anche per i parenti dell'imprenditore.

La visita medica per i lavoratori stagionali varrà finalmente un anno, rendendo la vita più semplice a lavoratori e imprese.

Le crisi precedenti che vi ho citato e questa terribile pandemiaci devono fare riflettere su quanto sia fondamentale l'autoapprovvigionamento alimentare e quanto sia essenziale garantire la tenuta della filiera italiana per il nostro Paese.

La pandemia, l'emergenza climatica, l'insorgenza di fitopatologie, impongono obbligatoriamente una riflessione su quanta strada è necessario percorrere per tutelare l'agricoltura più efficacemente nei momenti di forte crisi di mercato.

E questo comporta la necessità di un profondo ripensamento dell'impianto della PAC.

La politica comunitaria, oggi più di ieri, deve essere più semplice, meno burocratica. Soprattutto deve prevedere - per casi di crisi come l'attuale - meccanismi di tutela per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la sicurezza della produzione di cibo.

Ho intenzione di ribadire con forza questa necessità, come d'altra parte ho fatto in questi mesi, nel prosieguo del negoziato sul futuro della PAC e sul Green Deal: perché l'agricoltura garantisca la tutela del territorio, e contribuisca al cambiamento verde, deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Solo così garantiremo un sistema sostenibile di produzione di cibo.
In queste settimane ho chiesto espressamente ai miei uffici di mantenere alto il grado di efficienza e di tenere aperto il dialogo con le Associazioni e con le Istituzioni.

Io stessa in questo momento sono particolarmente vigile a tutte le segnalazioni di disagio e di criticità che mi vengono segnalate, anche da Voi colleghi.

Credo che questo modo di lavorare sia l'unico efficace per affrontare le gravi difficoltà che sta vivendo il nostro comparto.

Molte delle azioni che passerò ad illustrarvi sono state avviate attingendo dalle segnalazioni emerse nel dialogo costante con le parti sociali e la filiera istituzionale, in particolar modo con le Regioni, e anche raccogliendo i Vostri suggerimenti.

Il contributo di tutte le forze è fondamentale per far fronte a questa crisi epocale.

Ce lo siamo detti altre volte e lo stiamo dimostrando concretamente: l'agricoltura ha bisogno di collaborazione e di condivisione, è una filiera della vita e come tale merita attenzione e concretezza.

Da fine gennaio ad oggi ho firmato 54 provvedimenti.

Alcuni di questi hanno riguardato azioni per fare fronte alle emergenze climatiche e fitopatologiche che hanno colpito duramente alcuni settori quali la cimice asiatica che ha danneggiato fortemente il settore ortofrutticolo, le declaratorie sulle avversità atmosferiche eccezionali occorse in alcune Regioni, la concessione di aiuti a sostegno delle imprese nel settore pesca e acquacoltura colpite da calamità naturali.

Il Ministero sta procedendo anche sulla linea della totale trasparenza al consumatore sulla etichettatura di origine e a questo proposito abbiamo prorogato le norme in tema di indicazione dell'origine in etichetta del grano duro, del pomodoro, del riso e previsto un nuovo decreto anche per estendere l'indicazione di origine in etichetta per le carni suine trasformate, ora in attesa di parere delle commissioni parlamentari.

Non dobbiamo dimenticare che la sostenibilità per le nostre imprese passa anche attraverso la corretta e trasparente informazione in etichetta.

Ho firmato, inoltre, il decreto relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici e alle mense scolastiche biologiche per la riapertura del termine di presentazione dell'istanza di iscrizione all'elenco delle stazioni appaltanti.

Lo sviluppo dell'agricoltura biologica è un tema che dobbiamo continuare a sostenere per il futuro della nostra agricoltura.

Oltre a questi provvedimenti ne ho firmati molti relativamente alla emergenza del Covid-19.

Credo si tratti di un numero notevole di atti a testimonianza di quanto sia alta l'attenzione alle varie necessità del mondo agricolo e al contempo di quanto sia necessario intervenire sulla grave situazione del comparto.

Sulla emergenza Covid-19 ci siamo attivati essenzialmente su due linee di indirizzo: massima facilitazione degli adempimenti delle aziende e sostegno economico.

Le norme garantiscono, dunque, la maggiore flessibilità possibile, la proroga delle scadenze differibili, alcuni snellimenti amministrativi.

Oltre a queste azioni di facilitazione mi sono concentrata su azioni di sostegno economico alle imprese, inserendo specifici provvedimenti sia nei Decreti di Governo che nei decreti ministeriali per iniettare liquidità nel sistema attraverso linee di credito, contributi sulla produzione, sgravi fiscali e previdenziali.

Passo ora in rassegna le principali azioni che abbiamo predisposto.

Le prime norme varate dal Governo hanno avuto l'obiettivo primario di bloccare la diffusione del virus limitando i rischi di contagio.

Ora credo sia necessario iniziare a riaprire gradualmente le attività, con la massima sicurezza per i lavoratori e senza sprecare i sacrifici fatti. La capacità di governo deve dimostrarsi non nel chiudere le imprese, ma nel riaprirle garantendo la tutela della salute sui luoghi di lavori e la sicurezza nella mobilità verso gli stessi.

Con il Decreto del 10 aprile abbiamo incluso anche la silvicoltura e la manutenzione del verde dei boschi.

Inoltre, stiamo lavorando per pubblicare una FAQ che consenta l'attività di cura delle piccole superfici agricole adibite alle produzioni per autoconsumo.

Un altro tema oggetto di attenzione e preoccupazione riguarda il florovivaismo.

Nel merito, era necessario un chiarimento sulla norma e ho voluto una FAQ che desse maggiori certezze alla filiera e ai consumatori.

Il Ministero dell'Interno, su nostra sollecitazione, sta diramando alle Prefetture disposizioni molto chiare in merito all'interpretazione della stessa.

Sono consapevole che il comparto ha subito e sta subendo danni enormi e che in certe Regioni è di vitale importanza economica e per questo motivo ripresenteremo una proposta specifica nel decreto Cura Italia bis.

Per sostenerla con vigore chiedo un'alleanza in parlamento di tutte le forze politiche.

IL DIALOGO CON L'EUROPA

Per quanto riguarda la PAC, ci siamo concentrati su diverse linee per tutti i settori interessati.

Alcune misure eranogià attuabili a livello nazionale, per altre era ed è necessaria l'interlocuzione con la Commissione Europea che stiamo portando avanti.

Il principio di base che ho chiesto ai miei uffici di seguire nella predisposizione delle misure nazionali e nel negoziato con Bruxelles è stato facilitare quanto più possibile gli adempimenti per gli agricoltori, posticipando le scadenze, anticipando i pagamenti della PAC, consentendo modifiche ai progetti già presentati, semplificando i controlli, riorientando le risorse.

Inoltre, ho chiesto di attingere a tutte le risorse comunitarie previste nei diversi settori e coperti dal regolamento OCM unica e dello Sviluppo rurale.

Molti risultati li abbiamo già ottenuti e la Commissione europea ha dato ampie aperture sui posticipi, sulle deroghe ai controlli, sugli ammassi privati e sulla distillazione per il vino.

Credo che per i nostri produttori si tratti di notevoli facilitazioni per poter continuare a lavorare senza il peso di una burocrazia insostenibile soprattutto in questa fase.

Sugli ammassi privati abbiamo inviato alla Commissione un documento, predisposto e concordato con le regioni, per attivare l'ammasso privato per formaggi, burro, carni bovine, carni suine, carni ovicaprine.

Attendiamo riscontro dalla Commissione nei prossimi giorni.

Per il latte abbiamo chiesto in tutti i tavoli comunitari di attivare un intervento di portata europea.

Sullo Sviluppo rurale è necessario assicurare la piena attuazione dei Programmi 2014-2020, introducendo semplificazioni procedurali e flessibilità sui programmi.

A partire dal 2021, occorre attivare un'unica misura a livello nazionale, in modo da prevedere un pagamento commisurato alla superficie o agli animali su cui insiste un impegno, da finanziare con parte dei fondi FEASR dell'esercizio 2021.

Inoltre, una percentuale di fondi FEASR 2021 dovrà essere utilizzata per assicurare continuità alla programmazione 2014-2020, in attesa dell'avvio della nuova.

Come vi dicevo, l'altra linea sulla quale ci stiamo muovendo è garantire la necessaria liquidità per le aziende.
Dobbiamo assicurare che la filiera non si fermi garantendo le risorse e sbloccando i pagamenti.

Al riguardo delle misure che abbiamo intrapreso come Governo, abbiamo varato importanti provvedimenti di sostegno imprese del settore agricolo e della pesca.

Il settore agricolo è a pieno titolo nel Decreto credito.Gli anticipi PAC porteranno 1.4 miliardi di euro di liquidità a partire dal mese di giugno.
Lo strumento ovviamente non è nuovo.

E' nuova la percentuale, al 70per cento invece che al 50,
anticipata notevolmentela data di erogazione con procedure semplificate e senza bisogno di domanda,
enormemente più ampia la platea coinvolta anche per la nostra azione di coinvolgimento e puntuale informazione alle associazioni.
Oltre 650mila beneficiari.

La semplificazione per i pagamenti nazionali ci consentirà inoltre ulteriori sblocchi di fondi fermi da tempo.

Il Decreto Cura Italia come modificato al Senato dà ossigeno in questo senso.

Abbiamo stanziato 100 milioni di euro per concedere le garanzie in favore dell'agricoltura e della pesca attraverso ISMEA.

Abbiamo inoltre istituito un Fondo da 100 milioni per la copertura degli interessi sui finanziamenti bancari e sui mutui contratti dalle imprese, nonché per l'arresto temporaneo dell'attività di pesca, compresa quella delle acque interne.

Su questo punto già la prossima settimana potremo condividere un primo testo del decreto attuativo, per dare risposte immediate alle aziende.

Abbiamo rafforzato l'accesso al Fondo rotativo per le imprese di Cassa depositi e prestiti per il finanziamento a tasso agevolato degli investimenti realizzati dalle imprese della filiera avicola.

Inoltre, abbiamo esteso il pegno rotativo a tutti i prodotti agroalimentari DOP e IGP.

Infine, non appena le esportazioni potranno riprendere, sarà necessario promuovere adeguatamente le nostre produzioni e a questo scopo abbiamo previsto la realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione.

Ritornando alle attività del Ministero, ci tengo ad evidenziare che il mio obiettivo è stato di organizzare la struttura in modo da essere performanti e non rallentare in nessun modo la macchina.

Con la scorsa Conferenza Stato Regioni abbiamo approvato il Decreto che concede proroghe e semplificazioni nell'attuazione dei relativi programmi su OCM vino, ortofrutta, olio, zootecnia, apicoltura.

Questa misura consentirà alle aziende di realizzare gli investimenti e le attività già programmate, fronteggiando in questo modo l'emergenza in atto.

Ogni impresa avrà più tempo a disposizione su domande, rendicontazioni, realizzazione delle attività.

Una volta terminata l'emergenza, quanto previsto potrà comunque essere realizzato con i risultati attesi e anche in questo modo le aziende di queste importanti filiere avranno una carta in più per il rilancio.

Come misure di sostegno economico nazionale ci siamo concentrati su alcune linee di intervento cardine: filiere e prodotti di qualità.

Uno dei temi critici emerso prepotentemente durante questa crisi è che abbiamo necessità di rafforzare il nostro auto-approvvigionamento di materie prime.

I decreti riguardanti le filiere hanno questo preciso obiettivo.

Sono state adottate misure per istituire il Fondo grano duro per 40 milioni di euro, il Fondo suinicolo nazionale per 5 milioni di euro, il Fondo Commissioni uniche nazionali per 200 mila euro annuali, il Fondo per la competitività delle filiere per un totale di 29,5 milioni di euro.

Su quest'ultimo punto è stata fondamentale la collaborazione con le Regioni per approvare in tempi rapidi la misura.

Si tratta di un primo strumento, in cui credo molto, che interviene su filiere strategiche come quella del mais, della soia, dei legumi, dove siamo fortemente deficitari.

In questo provvedimento è stato previsto anche un intervento di emergenza per la filiera ovina, con aiuto consistente per gli agnelli italiani.

Per evitare lo spreco del latte di bufala ho destinato risorse per fare fronte a questa fase di compressione della domanda a causa della chiusura di ristoranti e pizzerie.

Stiamo seguendo con attenzione anche tutte le filiere in crisi o con prospettive di peggioramento.

Ad esempio, per il settore suinicolo ieri si è tenuta al Ministero una riunione tecnica dedicata a individuare ulteriori azioni urgenti a tutela del comparto.

Per il latte è in pubblicazione in Gazzetta ufficiale il decreto da 6 milioni di euro per la fornitura di latte per gli indigenti ed è altrettanto imminente la pubblicazione del bando per l'acquisto.

Gli uffici stanno studiando un intervento a tutela del reddito per questo comparto, con un sostegno diretto prendendo come base la produzione dell'anno precedente per avere dati certi e poter erogare più rapidamente.

La stima del fabbisogno è di 50 milioni di euro.

Il vino è un altro dei settori fortemente coinvolti dal blocco dei canali commerciali. 

Per questo motivo sto valutando un intervento per la distillazione volontaria. 

La priorità è utilizzare i fondi OCM, chiedendo l'attivazione della misura distillazione di crisi a livello UE.

Prima però occorre verificare quante risorse dell'OCM saranno spese entro il 15 ottobre 2020. 
Nel caso l'intervento non dovesse essere sufficiente, proporremo nel DL una misura specifica integrativa.

La sospensione di molte attività produttive e la limitazione degli spostamenti ha anche colpito duramente il settore agrituristico provocando un crollo economico e riproporrò una proposta di indennizzi nel prossimo DL anche per questo comparto.

Occorre, inoltre, prestare particolare attenzione al comparto zootecnico degli equidi, che si trova in grande sofferenza soprattutto per quanto riguarda le attività turistiche, di ippo-turismo ed equitazione.

Passando ai prodotti di qualità, è concluso l'iter del Decreto sulle rotazioni biologiche e per i prodotti DOP e IGP. Abbiamo concesso le deroghe temporanee ai disciplinari del Parmigiano, della Mozzarella di Bufala e della Bresaola per facilitare le produzioni in questa fase storica e concesso proroghe per la rendicontazione dei progetti.

Al contempo, per il rilancio di queste produzioni di qualità, abbiamo previsto la concessione di contributi ai Consorzi per la promozione e la comunicazione con lo sblocco di pagamenti per oltre 2 milioni di euro.

La chiusura delle attività, i blocchi commerciali e le limitazioni al commercio stanno comportando la creazione di eccedenze alimentari.

Al riguardo di questi surplus alimentari vorrei riprendere il discorso sull'importanza del fondo nazionale indigenti finanziato per 50 milioni di euro con il decreto Cura Italia.

Il Fondo è una opportunità economica perché ci consente di poter dare nuova vita a prodotti che non hanno trovato collocazione sul mercato, ma al contempo di dare una risposta sociale alle tante persone che sono in difficoltà e che non hanno accesso al cibo.

Il paniere è stato costituito insieme al Tavolo, cui partecipano tutte le Istituzioni, la filiera e gli enti caritativi, ed ha tenuto conto dei comparti maggiormente in crisi di mercato.
Ho riconvocato il Tavolo per il 22 aprile, anche per definire eventuali ulteriori proposte.

Si tratta di uno strumento spesso sottovalutato ma che offre potenzialità enormi se inquadrato in un'ottica programmatoria.

Il paniere copre una serie di prodotti oggi maggiormente a "rischio spreco" tra cui le carni bovine e ovine, i prosciutti e i salumi, i formaggi, le conserve di ortofrutta.

Questo stanziamento si somma ai 6 milioni già stanziati per l'acquisto di latte e ad altri 14 milioni per l'acquisto di pecorino.

In questa fase emergenziale non sono mancate anomalie nei rapporti contrattuali che sembravano andare oltre i corretti rapporti di filiera.

Ci sono stati segnalati diversi casi e per fermare da subito ogni potenziale pratica sleale abbiamo attivato un indirizzo di posta elettronica dedicata e monitorata dall'ICQRF.

Ad oggi attraverso questo strumento sono stati segnalati circa una ventina di casi da approfondire.

Complessivamente, dall'inizio del mese di febbraio, il nostro Ispettorato ha effettuato, su tutto il territorio nazionale, oltre 15.500 controlli antifrode, e oltre 2.200 controlli analitici.

I prodotti controllati sono stati 17.400. I tassi di irregolarità registrati, sia per le attività ispettive sia per le attività analitiche, sono risultati in linea con gli indici riscontrati prima dello stato emergenziale.  

Molte delle ispezioni sono state effettuate presso gli stabilimenti di produzione, anche nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia.

Questi dati mi danno la possibilità di evidenziare e ringraziare il prezioso lavoro svolto dagli ispettori dell'ICQRF che, nonostante le difficoltà oggettive che devono affrontare quotidianamente, continuano a garantire con grande senso delle istituzioni la qualità della filiera agroalimentare italiana



Al riguardo del settore ippico, segnalo lo sforzo del Ministero per accelerare i pagamenti dei premi.
Inoltre, è stato firmato il decreto per le anticipazioni pari al 40% delle sovvenzioni del 2020.

Auspico che la filiera ritorni alla normalità il prima possibile e con tutte le condizioni di sicurezza riprendendo quanto prima le attività degli ippodromi, anche se a porte chiuse.

La pandemia ha colpito duramente anche i settori della pesca e dell'acquacoltura.

La domanda di prodotto fresco è drasticamente calata e la situazione è molto grave.

Nel decreto "Cura Italia", come già detto, vi sono misure specifiche anche a tutela dei settori della pesca e dell'acquacoltura.

Altrettanto importante è la possibilità di interventi flessibili attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Non dimentichiamo che la pesca rimane competenza esclusiva dell'Unione europea, e l'esercizio di un potere comporta l'assunzione di responsabilità.

Per questo ho stimolato la Commissione europea, anche con una lettera personale al Commissario Sinkevicius, a varare misure immediate e adeguate a sostenere il settore pesca e acquacoltura.

La sostanza delle nostre richieste è stata accolta e questo ci dà motivo di particolare soddisfazione e ci rafforza nell'impegno per dare risposte concrete a questo settore molto importante per il nostro Paese.

Il quadro che Vi ho delineato restituisce in parte l'azione a tutto campo su cui siamo impegnati, e la strategia complessiva che perseguiremo anche nei mesi a venire, implementando le linee di forza perché le nostre imprese e la filiera alimentare siano messe nella condizione di fare quello che più sanno fare e che il mondo ci invidia: cibo di qualità, altissima qualità.
E questo significa proseguire il dialogo in atto anche in questa Aula, per condividere ed elaborare nuovi tasselli.

Un dato si impone su tutti: rafforzare la nostra filiera alimentare, il nostro sistema produttivo, per non trovarci mai più deboli come siamo stati in queste settimane.

Vale per le linee di politica nazionale di settore e vale anche per la Politica agricola comune.

Per me questo significa continuare ad affermare la centralità, in Italia e in Europa, della "Filiera della Vita".

E lavorare per risolvere e affrontare, una per una, puntualmente, tutte le criticità che ne incrinano la forza.

Sono certa di poter dire che tutti noi, in quest'Aula, condividiamo questo obiettivo.

Conto molto sul vostro contributo. E ascolterò con attenzione tutti i vostri interventi.