venerdì 29 maggio 2020

Xylella, questa mattina è partito il monitoraggio Arif: si inizia dal territorio di Monopoli

Sono iniziati questa mattina da parte di Arif, il monitoraggio della Xylella fastidiosa per l’annualità 2020. Lo ha annunciato il Commissario Straordinario dell’Arif, Gennaro Ranieri.

 

Si comincia dal territorio di Monopoli, in contrada Capitolo.  In base a quanto deliberato dalla Giunta regionale pugliese, recependo le direttive della Comunità europea, il monitoraggio viene avviato entro il mese di maggio e terminerà a ottobre. Quindi a partire da domani le squadre degli agenti fitosanitari dell’Arif saranno in campo per avviare le operazioni di monitoraggio.

 

Come previsto si comincia nell’area di 1 chilometro della zona cuscinetto, in cui ricade il territorio di Monopoli, a confine con la zona contenimento e nell’area di 1 chilometro della zona contenimento a confine con la zona cuscinetto. Contestualmente il monitoraggio sarà effettuato nella Piana degli ulivi secolari e procedendo dalla costa adriatica a quella jonica. Questo per quanto riguarda la prima fase.

 

Nella seconda si procederà nelle rimanenti zone cuscinetto e contenimento a partire sempre dalla Piana degli ulivi secolari e procedendo sempre dall’Adriatico allo Jonio. Nella terza fase il monitoraggio sarà effettuato nella zona indenne, quella più a nord rispetto alle altre 2 e con priorità per la Piana degli ulivi secolari ricadenti in questa zona.

 

Fonte: Confagricoltura Bari

giovedì 28 maggio 2020

Competere.Eu lancia l'Osservatorio Sustainable Nutrition

Nasce l'Osservatorio Sustainable Nutrition di Competere.Eu con l'obiettivo di fornire ai cittadini le conoscenze per compiere scelte alimentari e ambientali consapevoli; aiutare le istituzioni ad elaborare politiche in grado di favorire la crescita di filiere sicure e sostenibili; creare occupazione e prosperità, aumentando i diritti e le libertà dei cittadini; collaborare con le aziende per meglio comprendere e rispondere alle sfide della nutrizione sostenibile.

 

A promuovere il think tank impegnato nella promozione di filiere agricole e alimentari sempre più produttive e sostenibili, in Italia e nel mondo, come annunciano in una nota, il presidente Pietro Paganini e il segretario generale Roberto Race. "Con l'Osservatorio Sustainable Nutrition - spiegano Paganini e Race - vogliamo facilitare l'accesso dei cittadini ad alimenti sicuri prodotti in modo sempre più sostenibile e rispettoso della biodiversità. É una sfida a cui anche noi di Competere.Eu vogliamo contribuire. Partecipiamo al dibattito pubblico con idee e proposte che elaboriamo con chi si occupa di nutrizione e sostenibilità adottando il metodo della scienza per superare l'emotività e gli slogan ideologici e degli interessi commerciali. Siamo 7,6 miliardi, e nel 2050 saremo quasi 10 miliardi. Tante bocche da nutrire in modo sicuro. Grazie all'innovazione e a tecniche sofisticate la produttività è migliorata insieme all'efficienza. Rendere i processi di produzione sostenibili, riducendo l'impatto sull'ambiente e la biodiversità, è la chiave per un futuro migliore e con meno disuguaglianze". "Non vogliamo - conclude Race - stabilire cosa è buono per il consumatore e per il Pianeta, ma aiutare il consumatore a scegliere attraverso il metodo della scienza e il senso critico. E questo è l'approccio che dovrebbero avere le istituzioni". (ANSA).

Fico Eataly World si prepara alla riapertura: stai sicuro e goditi l’emozione

Fico Eataly World, il parco del cibo, riapre il 2 giugno con un grande abbraccio alla città di Bologna. Molte e importanti le novità di prodotto e di fruizione cercando di rispondere al meglio alle nuove esigenze e ai gusti dei visitatori di tutte le età.

Alla riapertura una nuovissima esperienza dell’emozione del gusto. Un percorso coinvolgente che tocca fabbriche, allevamenti e coltivazioni di Fico per scoprire le storie dietro ai prodotti del territorio italiano e svelare i segreti dei piatti della tradizione.

 

FICO riapre e lo fa simbolicamente il 2 giugno. Spalancheremo le porte dei nostri 100 mila metri quadrati di parco, di cui 20 mila in esterno e FICO diventerà il più grande dehors dove pranzare e cenare all’aperto. Apriremo i cancelli delle coltivazioni in fiore e quelli per tornare a vedere gli animali che si coccolano a vicenda. In ognuno di questi luoghi non vediamo l’ora di vederti sorridere, anche con la mascherina, divertirti ed emozionarci nuovamente insieme.

 

FICO | ORARI DI APERTURA

Dal 2 giugno FICO riapre con nuovi orari e tutte le misure adeguate per garantire il benessere e la salute tua e di tutte le persone che lavorano e visitano FICO.

 

Leggi le misure di sicurezza che abbiamo attuato prima di venire nel Parco e tienile a mente durante la tua visita a FICO. Solo così, insieme, potremo godere di una bellissima emozione in totale sicurezza

 

ORARI:

 

Dal 2 al 7 giugno:

Dalle ore 11.00 alle 23.00

 

Dall’11 giugno:

Aperti dal giovedì alla domenica

Dalle ore 11.00 alle 23.00

 

FICO | MISURE DI SICUREZZA EXTRA

La natura ci insegna ad avere cura dei suoi elementi e noi non abbiamo mai smesso di farlo. FICO si impegna a garantirti tutta la sicurezza, tu aiutaci a rispettarla per goderti l’emozione di essere qui in totale sicurezza.

 

Sorridi anche con la mascherina

Indossa mascherina e guanti. FICO ti mette a disposizione mascherine e guanti per proteggerti e rendere emozionante la tua esperienza.

 

Disinfetta le mani

FICO ti mette a disposizione il gel disinfettante. Dacci una mano a garantire la tua sicurezza e quella di tutti.

 

Rispetta le distanze

FICO ti invita a mantenere almeno 1 metro di distanza con le altre persone e a rispettare le linee di distanziamento nelle code e in prossimità delle casse. Porta a casa l’emozione di FICO in sicurezza.

 

Gustati il cibo mantenendo le distanze

FICO ha predisposto i tavoli in modo che siano rispettate le distanze di 1 metro. Per brindare e condividere il nostro buon cibo in sicurezza.

Agricoltura, da Enpaia 15 milioni in aiuti per le imprese

Via libera dal consiglio di amministrazione dell'Enpaia a una delibera che prevede lo stanziamento di 15 milioni di euro per le imprese del Made in Italy, per quelle iscritte ai settori del florovivaismo, agriturismo e filiera corta e per quelle colpite da una flessione del proprio fatturato di almeno il 33% nell'ultimo semestre.

 

A dare notizia della misura adottata dall'ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura è la Fai Cisl. "Si tratta- spiega Raffaella Buonaguro, segretaria nazionale del sindacato agroalimentare e componente del Cda dell'ente- di misure molto importanti. Sono rivolte a sostenere tante nostre imprese appartenenti a comparti colpiti duramente dal lockdown a seguito dell'emergenza sanitaria, nonché ad aiutare le imprese del Made in Italy, alle quali avevamo già indirizzato un supporto di 10 milioni". La sindacalista segnala inoltre che "questo finanziamento va ad aggiungersi a tante altre misure scelte dall'ente per sostenere i lavoratori e le imprese dell'agroalimentare, in particolare la sospensione, per le imprese iscritte, del pagamento dei contributi fino al 30 settembre, che saranno oltre che posticipati anche rateizzabili e ai 10 milioni già stanziati per le imprese con produzioni legate a marchi Dop e Igp". Buonaguro ricorda inoltre il bonus di 100 euro per tutti i lavoratori iscritti alla Fondazione che nel mese di marzo erano impegnati al lavoro, anche in modalità smart working e al contributo di 30 mila euro per strutture sanitarie impegnate nella cura delle persone colpite dal Covid-19. Infine è segnalata la proposta che prevede la possibilità, per i lavoratori, di anticipare fino al 50% il fondo depositato presso Enpaia.

 

Fonte: Ansa

mercoledì 27 maggio 2020

Federchimica Agrofarma, il punto sull'agroalimentare

Nei giorni scorsi si è tenuta l’Assemblea annuale di Federchimica-Agrofarma (l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica), che ha visto confrontarsi rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni di settore e del mondo delle imprese per fare il punto sullo stato di salute del settore agroalimentare e sulle misure necessarie a livello italiano ed europeo per superare l’emergenza generata dal Covid-19.

 

Alla tavola rotonda hanno partecipato l’On. Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, l’On. Giuseppe L'Abbate, Sottosegretario alle Politiche Agricole e Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

 

“Le recenti strategie pubblicate dalla Commissione europea pongono obiettivi estremamente sfidanti, che andranno discussi in maniera approfondita nella loro implementazione  - dichiara Alberto Ancora, Presidente di Federchimica-Agrofarma –  La sostenibilità è un concetto caro a tutti noi, ma già oggi ci muoviamo in un contesto fatto da un’agricoltura di eccellenza, che ha ottenuto importanti risultati e che ci deve far sentire parte di un grande progetto. Le industrie del comparto degli agrofarmaci giocano un ruolo chiave in un settore strategico per il nostro Paese come quello agricolo, e lo abbiamo visto anche durante questo periodo di crisi. Le nostre imprese continueranno a dare il proprio contributo, introducendo sul mercato prodotti innovativi, più efficienti e sempre meno impattanti. Dobbiamo lavorare per costruire un futuro con decisioni basate su dati ed evidenze scientifiche, che veda la partecipazione di tutte le componenti della filiera”.

 

"Il Parlamento europeo è pronto a raccogliere le nuove sfide di sostenibilità ambientale, economica e sociale lanciate dalla Commissione con il New Green Deal - osserva Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell'Eurocamera – E le strategie Farm to Fork e Biodiversità appena presentate dallo stesso Esecutivo Ue ci vedono altrettanto pronti, sebbene non a qualunque prezzo. Certo, si tratta dell’inizio di un percorso che deve portare alla creazione di un patto fiduciario tra produttori e consumatori europei basato sulla qualità, la trasparenza e la sicurezza dei processi produttivi e dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Tuttavia, siamo anche molto preoccupati che gli obiettivi di riduzione dell'utilizzo di fondamentali mezzi tecnici, tra cui gli agrofarmaci, in prospettiva possano pregiudicare la capacità produttiva dei nostri agricoltori. Per questo, qualunque vincolo dovrà essere accompagnato dalla messa a disposizione di strumenti alternativi, e in questo senso l'apertura della Commissione alle nuove biotecnologie sostenibili per l'evoluzione assistita delle piante ci lascia ben sperare".

 

“Abbiamo cercato di fronteggiare le ripercussioni dovute alla pandemia Covid-19 nel comparto primario attraverso provvedimenti in grado di accelerare l’erogazione dei contributi Pac, con un importante snellimento burocratico, stanziando risorse dirette alle filiere maggiormente colpite e sostenendo l’accesso al credito per garantire liquidità e finanziamenti – commenta Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario alle Politiche agricole. Dopo aver trovato le risorse, oltre 1,15 miliardi di euro dedicati all’agricoltura solo nel Dl Rilancio, lavoriamo per affinare gli interventi con l’obiettivo di ottenere risultati efficienti per i diversi settori colpiti.”

 

“L’emergenza Coronavirus ha reso evidente la centralità del settore agricolo e agroalimentare, che nonostante le difficoltà non si è mai fermato, garantendo sempre il cibo sulle tavole degli italiani - è il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - In questo scenario sono emerse anche alcune criticità, come la necessità di aumentare la nostra capacità produttiva. Come Confagricoltura chiediamo una capacità di visione per cercare di puntare sull’autoapprovvigionamento alimentare, in modo da soddisfare totalmente le richieste dei cittadini italiani. Per questo è urgente definire una strategia nazionale ed europea che accompagni l’agricoltura già in questa fase di ripartenza e ne permetta il rilancio”.

 

Federchimica – Agrofarma è parte integrante della filiera e del comparto agro-alimentare. Gli agrofarmaci sono uno strumento indispensabile per gli imprenditori agricoli per assicurare la massima produttività e il pieno soddisfacimento della richiesta alimentare che il nostro Paese ha affrontato in questi mesi. Per questo, tutte le imprese del comparto si sono attivate fin da subito per mettere in atto le disposizioni del Governo, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini e, al contempo, garantire i beni e servizi necessari. Federchimica – Agrofarma e le Imprese associate continueranno a fare la propria parte, garantendo la disponibilità di prodotti di qualità e che rispettano i massimi standard internazionali in tema di sicurezza alimentare e ambientale.

 

Fonte: Ufficio stampa Federchimica Agrofarma

 

Enoturismo in tempi di Covid, stop a tour tra le botti

Dopo il lungo lockdown imposto dall'emergenza coronavirus, riparte l'accoglienza nelle cantine italiane ma con nuove regole.

 

L'emergenza Covid-19, secondo un'indagine condotta dal Movimento Turismo del Vino in Italia, ha picchiato duro contro il turismo enogastronomico, ed in particolare con le cantine, che nell'87% dei casi si sono dichiarate molto danneggiate soprattutto in termini di vendita (91%) e di presenze dirette.

 

"Tuttavia ripartire è possibile, con qualche novità che potrebbe portare ad una rivalorizzazione di aspetti fino ad oggi ritenuti secondari" afferma Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata Cantine aperte e del Movimento del Turismo del vino nel sottolineare che, almeno per un periodo, la visita fra botti e tini sarà pressoché impossibile: "È dovere dei titolari salvaguardare la salute di visitatori e dipendenti, quindi le aree per il turismo e la produzione enologica dovranno essere rigorosamente separate. Gli ambienti sotterranei o raffreddati con impianti a ricircolo d'aria, devono essere riservati solo al sonno del vino".

 

Inoltre, osserva l'imprenditrice toscana, "i wine lover si dovranno abituare a prenotare la visita nelle aziende di produzione ma, probabilmente, ne troveranno molte di più aperte nel week end e all'ora di pranzo. E con più attività, dalle degustazioni ai trekking in vigna, all'aperto per godere di una sorta di 'terapia del paesaggio".

 

"Crediamo che il turismo in cantina sarà la forma più sicura e responsabile di turismo – ha detto Nicola D’Auria, presidente di Movimento Turismo del Vino –, grazie agli ampi spazi – al chiuso e all’aria aperta – di cui dispongono le aziende vinicole: come Presidente del Mtv Italia sento la responsabilità di operare per il rilancio del fascino dell’Italia partendo dalle basi del patrimonio e della reputazione e promuovendo i nostri territori, con prodotti nuovi, audaci e innovativi che possono tradurre l’orgoglio italiano in esperienze tangibili per i visitatori. La nostra Associazione intende favorire la collaborazione tra i settori vinicoli, alimentari e turistici, promuovendo le bellezze dell’Italia presso i principali mercati-target, sia nazionali sia internazionali e sostenendo lo sviluppo di un prodotto di turismo sostenibile. Insieme possiamo assicurarci che l’Italia prenda il suo legittimo ruolo/posto come una delle più grandi destinazioni enogastronomiche del mondo".

 

Intanto proprio il Movimento Turismo del vino e l'esperta del settore Roberta Garibaldi hanno presentato il protocollo internazionale "Tranquillamento Enoturismo" con linee guida e buone pratiche per viaggi Covid-free alla scoperta del mondo di Bacco.

Grano duro: scorte mondiali ai minimi e prezzi su del 25%, incertezza su campagna 2020 mentre cresce domanda di frumento italiano e di qualità

La filiera del grano duro e della pasta è riuscita durante l’emergenza COVID19 a rispondere all’improvviso picco di domanda garantendo costantemente le forniture sul canale distribuzione, pur trovandosi a fronteggiare difficoltà logistiche e un aumento complessivo dei costi di produzione. Sforzo che non mette però al riparo da tensioni, visto che le scorte di grano duro a livello mondiale continuano a calare, il prezzo è da mesi in rialzo e sulla qualità della prossima campagna produttiva incombono non poche preoccupazioni. È questo il quadro che emerge dal Durum Days 2020, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della prossima campagna produttiva e che ha visto in questa quinta edizione confrontarsi via web Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con la partnership tecnica di Areté, con la collaborazione del Crea e con la partecipazione in veste di sponsor di Syngenta-PSB.

 

La filiera del grano duro – è emerso da uno studio elaborato dall’istituto di ricerca Areté e presentato per l’occasione – è alle prese con uno scenario non facile e assai imprevedibile, contraddistinto da fattori mutevoli e contrastanti; sul fronte della domanda, accanto all’azzeramento del canale della ristorazione, la grande distribuzione tra marzo ed aprile ha visto crescere i consumi di pasta del 24%. I picchi di aumento dei consumi (fino a oltre il +40%) registrati a marzo si sono però altrettanto repentinamente contratti fino ad attestarsi, già a partire da fine aprile, a cali fino al 10% rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente.

 

Quando la domanda è schizzata in alto, la filiera industriale si è subito messa in moto a ritmi sostenuti. La produzione di semola nei due mesi di lockdown ha avuto una crescita a due cifre (+15%), mentre molti pastifici, in alcune settimane, hanno raggiunto ritmi di produzione superiori al 100% della loro capacità, ottenuti attraverso una rimodulazione dei turni e una riduzione dei formati lavorati. L’introduzione delle procedure per garantire la sicurezza dei lavoratori e delle produzioni, nel rispetto delle indicazioni del Governo, ha comportato strozzature e rallentamenti logistici lungo tutta la filiera, con un conseguente aumento generale dei costi di produzione.

 

Gli sforzi produttivi di questi mesi hanno contribuito a soddisfare la domanda dei consumatori in un momento di emergenza, ma a monte della filiera pasta rimane un mercato del grano duro con scorte ai minimi degli ultimi dieci anni e che, secondo le stime di Areté, saranno ancora in calo del 27% anche nel corso della prossima campagna. Il tutto in presenza di prezzi del grano duro che, all’inizio del lockdown, erano superiori del 25% rispetto all’anno precedente.

 

Pertanto, anche per la prossima campagna il mercato rimane scarsamente approvvigionato, nonostante il leggero aumento delle superfici seminate in Italia rispetto alla campagna precedente (+6%) che, a parità di rese, daranno un analogo incremento produttivo. Ma c’è preoccupazione per la qualità del prossimo raccolto, per via della prolungata siccità. Ciò in uno scenario che vede crescere nel nostro Paese la richiesta di frumento di qualità e di origine italiana, in linea con l’attenzione crescente da parte dei consumatori verso la provenienza della materia prima e verso prodotti di qualità, di formati speciali e con più alto contenuto proteico.

Virus Tristeza degli agrumi, dalla Regione 10 milioni alle aziende siciliane danneggiate

Dieci milioni di euro per ripristinare gli agrumeti siciliani danneggiati dal virus della Tristeza e dal malsecco. Lo prevede il bando voluto dal governo Musumeci e pubblicato sul sito web dell’assessorato all’Agricoltura. L’iniziativa rientra nell’ambito della Misura 5.2 del Programma di sviluppo rurale.

 

Ricostruzione degli impianti arborei a destinazione produttiva, distruzione ed estirpazione delle piante infette, smaltimento del materiale di risulta dell’impianto arboreo danneggiato, acquisto e reimpianto di varietà di piante resistenti o tolleranti, sono alcuni degli interventi realizzabili, per riportare gli agrumeti siciliani nelle condizioni di efficienza nella quali si trovavano prima della diffusione del virus. Potranno presentare istanza gli agricoltori che hanno subito un danno non inferiore al 30 per cento.

 

«Si tratta – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – di una ulteriore risorsa compensativa per i nostri agricoltori costretti a subire i cospicui danni causati dalla patologia agli agrumeti dell’Isola, dall’altro rappresentano un significativo passo in avanti sul fronte della spesa comunitaria del Psr».

 

Gli agricoltori potranno avvalersi dei portinnesti e delle varietà oggetto di una lunga attività di ricerca del Centro di ricerca per l’agrumicoltura e le colture mediterranee di Acireale, anche per ampliare il calendario di maturazione dell’arancia rossa, notoriamente concentrato in due mesi, ma che può essere ampliato da novembre a maggio, con conseguenti vantaggi commerciali.

 

«Attraverso questo bando ripristiniamo non soltanto gli agrumeti danneggiati dal dilagante virus della Tristeza – afferma l’assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera – ma anche il livello di competitività e le perdite del potenziale produttivo delle imprese agrumicole siciliane».

 

Le istanze di finanziamento potranno essere presentate – dal 15 giugno al 31 ottobre 2020 – attraverso il portale Sian della Regione Siciliana e inoltrate informaticamente all’Ispettorato provinciale dell’agricoltura competente per territorio.

 

Fonte: Sicilia Agricoltura

martedì 26 maggio 2020

Covid-19: come sono cambiate le nostre abitudini alimentari durante il lockdown?

Il lockdown ha inciso radicalmente sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti. Ma, oltre ad impastare di più, come sono cambiate le abitudini alimentari? Per rispondere a queste domande l’OERSA (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari)  del CREA Alimenti e Nutrizione ha condotto un’indagine nazionale, mediante un  questionario appositamente messo a punto, con l’intento di documentare ed analizzare i mutamenti intercorsi nell’alimentazione quotidiana durante la quarantena.

 

Il campione Hanno risposto circa 2900 persone, provenienti da tutte le regioni di Italia, di cui il 75 %  costituito da femmine e il 25% da maschi. L’85% vive in famiglia e, di questi, il 22 % con bambini di meno di 12 anni, mentre l’11% vive da solo. La fascia di età più rappresentata è quella di 30-49 (38,6%) e 50-69 (36%) anni. I giovani tra i 18 e i 29 anni sono il 24%.  Gli intervistati sono caratterizzati da un elevato livello di istruzione - il 68%  è laureato e il 28,5% diplomato - e da una scarsa aderenza alla dieta mediterranea per il 60%.

 

I risultati   Durante la quarantena, gli intervistati hanno dichiarato di aver aumentato il consumo di alimenti sani: verdura ( il 33%), frutta( il 29%), legumi ( il 26,5%), acqua (il 22%), olio extravergine d’oliva (il 21,5% ). Ma parallelamente, ben il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino. Questo periodo è stato, inoltre, l’occasione per sperimentare nuovi cibi (40%) e nuove ricette (31%), migliorando le proprie abitudini alimentari (24%) e maturando abitudini ecosostenibili (fare la raccolta differenziata 86%, conservare e consumare alcuni alimenti acquistati in eccesso 83%, oppure mangiare tutto, inclusi gli avanzi 80%).

 

Il 44% degli intervistati, infine, è aumentato di peso per il maggiore apporto calorico, correlato ad una minore attività fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Dato che viene confermato dall’esigenza di mettersi a dieta, espressa in oltre il 37% dei casi.

 

Il commento “Pur con i limiti di un questionario auto-riferito e con un campione opportunistico – spiega Laura Rossi, ricercatrice CREA Alimenti e Nutrizione e coordinatrice OERSA -  si può osservare che le limitazioni imposte dalla quarantena non hanno avuto effetti totalmente negativi sulla alimentazione e sullo stile di vita del campione in esame. A fronte dell’aumento di comfort food (dolci), abbiamo però anche maggiori quantità di frutta, verdura e soprattutto legumi. Si tratta in realtà di dati che  sono in linea con quelli sulla spesa degli italiani nel primo trimestre del 2020. E che indicano che il tempo trascorso in cucina è stato orientato alla preparazione di piatti con ingredienti salutari. Tutto ciò ha favorito  momenti di convivialità e di condivisione del pasto e ha portato inevitabilmente - complice l’ assenza di attività fisica – ad un impatto sul percezione del peso.”.

 

 “Più in generale  – continua la Rossi – si conferma l'attenzione degli italiani ad una gestione attenta del cibo che va da evitare gli sprechi all’impegno nel fare la raccolta differenziata. L’approvvigionamento di cibo non sembra essere stato un problema e l'attitudine alla spesa si è rivolta anche verso alimenti nuovi, con un occhio fisso ai costi troppo alti. I bambini sono stati più coinvolti nelle attività della cucina, mentre per gli anziani si evidenzia una percezione di difficoltà nel fare la spesa.”

 

 

 

Contatto stampa Cristina Giannetti  cell 345 0451707

Agricoltura biologica, nuovo strumento per le aziende

In un contesto di crescita esponenziale del settore biologico sia sul fronte della domanda sia dell’offerta, FederBio Servizi, la società di servizi di riferimento per il biologico italiano, e Agri 2000 Net, uno dei più autorevoli e organizzati centri di ricerca nel settore delle biosoluzioni per l’agricoltura del Sud Europa, mettono insieme le forze per rispondere a un’esigenza condivisa degli operatori delle filiere bio. Al centro dell’accordo: l’individuazione di soluzioni,  ammesse in agricoltura biologica, efficaci per il controllo delle patologie e dei parassiti e per il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni.

 

Attraverso esperienze di campo, le due società di servizi per l’agricoltura testeranno le migliori soluzioni per la biodifesa, la biofertilizzazione e la biostimolazione delle colture, in risposta alle esigenze emergenti in ambito biologico, rendendo poi disponibili al mondo della produzione i risultati sperimentali e le valutazioni degli esperti sull’uso e sull’efficacia dei prodotti testati.

BioSolutions Field Masters sarà un punto di riferimento autorevole per le imprese agricole, gli attori delle filiere produttive e per i produttori di mezzi tecnici autorizzati per l’agricoltura biologica.

 

“Considerato l’obiettivo lanciato dalla Commissione Europea di raggiungere nei prossimi anni almeno il 25% di superficie agricola coltivata con metodo biologico e ridurre nel contempo del 50% l’utilizzo nei campi di chimica di sintesi - afferma Paolo Carnemolla, presidente di FederBio Servizi - è necessario che si mettano rapidamente a disposizione degli agricoltori italiani ed europei percorsi e soluzioni conformi ed efficaci per convertire al biologico e ottenere rese produttive migliori e stabili. Per questo - continua Carnemolla - FederBio Servizi intende affiancare le proprie competenze, capacità in agricoltura e mezzi tecnici per il biologico all’esperienza e professionalità consolidate di Agri2000 per offrire, sia ai produttori agricoli che alle imprese del comparto mezzi tecnici, un supporto in questo momento indispensabile ma non ancora disponibile sul mercato”.

 

“Da 35 anni - racconta Camillo Gardini, responsabile Agri 2000, - realizziamo prove agronomiche di campo e studi economici sui mezzi tecnici utilizzati in agricoltura, con un’attenzione prioritaria verso tutto ciò che è innovativo e che risponde a criteri di sostenibilità. In quest’ottica - continua Gardini - convinti che l’agricoltura del futuro, per essere competitiva e rispondere alle istanze della società e della politica, dovrà essere smart e bio, abbiamo deciso di investire nella partnership con FederBio Servizi e in un settore come quello dei mezzi tecnici per l’agricoltura biologica, che consideriamo strategici anche per tutti i nostri interlocutori italiani e internazionali”.

 

Fonte: ufficio stampa FederBio Servizi

Simonit, in vigna c'è lavoro per tutti, italiani preparatevi

"Italiani, volete lavorare in vigna? Preparatevi, imparate, c'è lavoro per tutti!". L'appello viene da Marco Simonit, Ceo di Simonit&Sirch Vine Master Pruners e fondatore della Scuola Italiana di Potatura della Vite , che interviene nel dibattito suscitato dalla notizia che Martin Foradori Hofstätter, vignaiolo di Termeno, ha addirittura dovuto noleggiare un aereo per far arrivare dalla Romania un gruppo di lavoratrici specializzate nel lavoro in vigna, non trovando personale altrettanto competente in Italia.

 

"Il problema sta emergendo in modo drammatico in questo momento di pandemia, che ha bloccato le frontiere - dice Simonit - Eppure - sottolinea - per chi vuole imparare un lavoro qualificato, e quindi anche ben retribuito, ci sono tutti gli strumenti per poterlo fare. Da anni stiamo formando squadre di manodopera specializzata per le principali aziende vinicole del mondo, che ricorrono alla nostra consulenza perché sono ben consapevoli che il lavoro nei vigneti (che sono il loro grande patrimonio) non può essere affidato a personale impreparato. Ma gli italiani sono assenti. Bisogna ricreare un 'saper fare in vigna' che stanno perdendo e che viene quindi necessariamente affidato a stranieri Per creare un vero Made in Italy del vino, bisogna riprendere a lavorare fra i filari. Un lavoro sostenibile, local, senza impatto ambientale, sano perché fatto all'aria aperta e, in questi tempi, anche sicuro perché è facile mantenere il distanziamento. E nelle aziende vinicole c'è lavoro fin che ne volete!" conclude Simonit".(ANSA)

L’Enoliexpo di Bari si riposiziona dall’11 al 13 Marzo 2021

Dopo una attenta valutazione degli eventi ed in virtù della lenta risoluzione dell’emergenza Coronavirus, ci vediamo costretti a riprogrammare EnoliExpo (già precedentemente spostata da marzo a giugno 2020) nel mese di marzo 2021.

D’intesa con la Fiera del Levante di Bari e con FederUnacoma - nostro partner nell’organizzazione dell’evento - abbiamo deciso di ripristinare la biennalità negli anni dispari, cadenza con la quale si è sempre svolta in passato.

La decisione, seppur sofferta, si è resa inevitabile al fine di garantire un corretto e sicuro svolgimento dell’evento che, per la sua caratteristica, prevede un assembramento di persone che allo stato attuale non è consigliato (oltre che potenzialmente proibito da decreti che ne potrebbero bloccare lo svolgimento).

Consapevoli del nostro dovere di garantire una fiera con esito positivo a fronte degli investimenti economici previsti dagli espositori, della necessità di ricevere potenziali buyer da tutta Italia e dall’estero, della volontà di avere i più autorevoli esperti e ricercatori all’interno dei nostri convegni, è del tutto evidente che lo svolgimento nel programmato mese di giugno 2020 non ci avrebbe certamente permesso di offrire queste aspettative.

Inoltre, considerando che da settembre a febbraio sia i produttori di olive ed olio che di uva e vino - vale a dire la quasi totalità dei nostri visitatori - sono impegnati nelle campagne di raccolta e trasformazione, non è auspicabile valutare l’inserimento di EnoliExpo nel calendario dell’ultimo quadrimestre dell’anno.

Volendo guardare al futuro con ottimismo, riteniamo pertanto che la scelta certamente più opportuna ricada nel mese di marzo 2021, e precisamente nelle giornate di giovedì 11, venerdì 12 e sabato 13, date che non prevedono alcuna sovrapposizione con altre manifestazioni di settore.

Ringraziando per la fiducia che il mondo olivicolo-oleario e quello vitivinicolo ci ha voluto accordare in questi anni, riaffermiamo il nostro impegno nel restare al fianco dei produttori di questi due settori strategici per l’agroalimentare italiano, così da confermare EnoliExpo l’appuntamento di riferimento di entrambe le filiere dove presentare le innovazioni su macchinari, attrezzature, tecnologie, prodotti e servizi.

 

Segreteria Organizzativa

Via M. Fardella, 7 – 44124 FERRARA (FE) – T. +39 0532 909396 – F. +39 0532 907330 Email: info@enoliexpo.com

lunedì 25 maggio 2020

Canapa, innalzare limite UE di THC allo 0,3% per tenere il passo con i competitor mondiali

“Per lo sviluppo della canapicoltura nazionale è importante tenere alta l’attenzione sul nuovo regolamento della PAC recante norme sul sostegno ai Piani Strategici Nazionali-PSN, che non prevede l’aumento del tenore di tetraidrocannabinolo (THC) proposto dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, la quale ha approvato lo scorso anno un emendamento che innalza il limite allo 0,3%”. Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha scritto una lettera in proposito al Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate.

 

“Il mantenimento dell’attuale limite dello 0,2%, infatti, metterebbe i Paesi dell’Unione in una posizione di svantaggio rispetto ai maggiori competitor mondiali, ovvero Cina, Canada, USA, Svizzera e Australia, che hanno tassi di THC consentiti che vanno dallo 0,3% all’1%”, afferma il Coordinamento, spiegando che “i canapicoltori italiani oggi sono fortemente limitati nella scelta delle sementi, poiché le varietà del Catalogo UE con molta difficoltà si adattano alle condizioni pedoclimatiche della Penisola, mentre l’innalzamento della soglia di THC consentirebbe un ampliamento delle varietà del 50% circa”.

 

“Quella della canapa industriale è una coltura di grande importanza per la diversificazione del reddito degli agricoltori, che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita importante delle superfici coltivate e i cui margini di crescita sono molto più ampi tenuto conto di tutte le filiere attivabili da questa coltivazione; parliamo di una coltura dal grandissimo potenziale, agricolo e non solo, che vanta una tradizione secolare nel nostro Paese che fino alla metà del Novecento, era il maggior produttore comunitario e il secondo a livello mondiale”, fa notare Agrinsieme.

 

“Guardiamo pertanto con fiducia all’annunciato tavolo di coordinamento interministeriale, che a partire dal Mipaaf coinvolgerà i ministeri della Salute, dell’Interno, della Giustizia e dello Sviluppo Economico, quale importante strumento di confronto tra Istituzioni e attori della filiera per la definizione di un piano di settore che parta dall’agricoltura e arrivi alla più ampia bioeconomia, nonché per affrontare e auspicabilmente superare norme e regolamenti specifici, così da dipanare quelle incertezze normative legate alle singole destinazioni d’uso della canapa industriale che stanno oggi frenando lo sviluppo di questa coltura che, ancora di più in un momento di crisi di alcune filiere, può rappresentare un’integrazione importante per le imprese e le cooperative agricole”, conclude il Coordinamento.

Assomela sugli stagionali: «C'è ancora tanto da fare»

Le necessità di lavoro stagionale nel settore delle mele collimano con le operazioni di diradamento manuale, che avranno inizio a breve nei frutteti italiani, dove si colloca circa il 25% delle necessità totali annuali del settore. Per la raccolta bisognerà andare ad inizio agosto per le regioni ed aree più precoci ed in questa seconda fase la domanda di supporto è di circa il 60% del totale, che si stima, a livello nazionale, in circa 20.000 occupati.

Sono numeri importanti, per un settore che rappresenta il 20% della produzione europea di mele, vicino ad 1.500.000.000 € di fatturato lordo totale, di cui la metà indirizzato all’esportazione.

 

Il blocco delle frontiere e la quarantena hanno allertato da subito Assomela, come molti enti rappresentativi del settore frutticolo, con cui si sono condivise diverse tappe di analisi e proposte per indirizzare il Governo e le autorità locali verso una soluzione in grado di coniugare da un lato la garanzia di un adeguato livello di sicurezza per gli operatori, i datori di lavoro e le loro famiglie, ma dall’altro per attivare formule di assunzione e lavoro semplici, flessibili e rispondenti alle necessità di lavoro in campo. Un esercizio certo non facile, ma assolutamente necessario.

 

Nei mesi di aprile e maggio, fruendo anche della ampia rete di contatti a livello europeo, in modo particolare attraverso gli scambi periodici organizzati dalle associazioni Freshfel e Areflh tra i principali produttori ortofrutticoli di altri paesi Ue,  si sono monitorati gli strumenti e meccanismi messi in atto da altri stati membri, in particolare la Germania, che già da metà aprile ha autorizzato i “corridoi verdi” e la “quarantena attiva”, seguita progressivamente da Spagna, UK ed altri per arrivare alla Francia. La stessa Polonia ha nella sostanza permesso la “quarantena attiva” per facilitare il lavoro degli operai stagionali che in tal paese provengono in misura importante dall’Ucraina e quindi da un paese extra EU.

Il sofferto percorso di “regolarizzazione dei migranti”, può essere valutato per la portata sociale, ma non può essere giudicato sufficiente per dare risposta alle necessità del settore agricolo.

 

L’ultimo DPCM del 17 maggio scorso ha dato invece una decisa spinta nella direzione auspicata ed accoglie diverse delle proposte inviate, in particolare con l’apertura delle frontiere dal 3 giugno prossimo ai viaggiatori provenienti da paesi Eu ed area Schengen, per i quali non sarà più prevista la “quarantena”. I lavoratori stagionali di paesi come Romania e Polonia potranno così arrivare in Italia ed essere immediatamente impiegati nei frutteti.

Resta peraltro viva la richiesta di chiarire e formalizzare la formula della “quarantena attiva” che potrebbe aiutare i lavoratori stagionali provenienti ad esempio dall’area Balcanica (Bosnia, Serbia, Kosovo, Albania, Montenegro, Macedonia), da paesi del continente africano, India ed altri paesi terzi.

Allo stesso modo, resta valida l’idea di favorire l’assunzione di lavoratori italiani disponibili, sulla base di una concreta facilitazione delle procedure di assunzione (Voucher).

Attualmente, si sta lavorando a diversi livelli, nazionale e locale, per la definizione di appositi protocolli per guidare le aziende alla corretta gestione del rischio Covid, inclusivi delle buone pratiche per l’alloggio, per i trasferimenti in campo e per gestire eventuali casi di contagio che dovessero verificarsi.

Una decisione rapida, a completamento del percorso già attivato, è necessaria ed urgente per permettere alle aziende frutticole di procedere con il delicato lavoro di diradamento manuale dei frutti, alla impostazione accurata del programma di raccolta per poter mettere sul mercato frutta sicura e di qualità anche per la prossima stagione e di lavorare in condizioni di sicurezza e certezza.

 

Fonte: Ufficio stampa Assomela

 

Dal 7 aprile 30mila richieste per lavoro in campi su AgriJob

Dal 7 aprile a oggi sono 30mila le persone in Italia che hanno fatto richiesta per andare a lavorare in un'azienda agricola grazie alla piattaforma AgriJob di Confagricoltura, che facilita l'incontro tra aziende e lavoratori. Lo fa sapere l'Organizzazione all'ANSA, nel precisare che per la maggior parte delle candidature si tratta di giovani laureati e laureandi in diverse discipline, anche Scienze agrarie e disoccupati provenienti soprattutto dal settore Horeca della ristorazione e ospitalità. Circa l'80% di chi ha fatto richiesta è di nazionalità italiana e il 30% sono donne. Confagri precisa che in questo periodo di emergenza Covid-19 per molti l'agricoltura sta facendo da 'ammortizzatore sociale'. "E' una vera e propria valvola di sfogo - commenta il presidente Massimiliano Giansanti - in un momento cruciale del Paese in cui spesso il lavoro è scomparso". Agrijob è un progetto a cui Confagri pensava da tempo, che ha avuto un'accelerazione con la pandemia che ha causato la perdita di lavoro per molti italiani.

 

Sono tanti in Italia i lavoratori per i quali l'emergenza sanitaria si è trasformata in emergenza occupazionale, sottolinea la Confagricoltura, prima tra le associazioni imprenditoriali ad attivarsi per fare incontrare domanda e offerta di lavoro anche alla luce della mancanza della manodopera nei campi. Ad AgriJob si accede dal portale Internet dell'Organizzazione e il funzionamento della piattaforma di intermediazione è molto semplice. Il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner in homepage sul sito indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene, quindi, smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala alle imprese che cercano manodopera. Anche le aziende agricole associate possono usare la piattaforma, pubblicando le offerte di lavoro. "Mi fa piacere evidenziare che molti italiani hanno risposto alla richiesta delle aziende agricole e hanno trovato un'occupazione, sebbene temporanea, grazie alla piattaforma AgriJob - ha detto il presidente - questo ci deve far riflettere comunque sulla necessità di impegnarci per la formazione di nuove professionalità, a partire proprio da chi si avvicina con interesse, per la prima volta, all'agricoltura".

giovedì 21 maggio 2020

FOGLIE TV - TG Foglie puntata n.9

Vespa samurai, iniziato l’allevamento in FEM: tra un mese i lanci in campo

Sono una ventina i siti al momento individuati in Trentino in cui verranno effettuati a partire dalla metà di giugno i lanci della vespa samurai utili a contrastare la diffusione della cimice asiatica marmorata. Il gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento-FEM), ha però in programma di raddoppiarli. Intanto è iniziato quindici giorni fa, nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, l’allevamento del Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice sulla base del primo prezioso nucleo di microvespe da moltiplicare arrivato dal CREA.

 Nonostante l’emergenza Covid-19 ricercatori e tecnici sono, dunque, in piena attività, soprattutto dopo il via libera ai rilasci della Conferenza Stato-Regioni, e assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all'interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l'uomo e per gli altri organismi. In parallelo sta procedendo l’allevamento della cimice: ad oggi grazie al piano di raccolta che ha coinvolto i cittadini sono stati raccolti oltre 17 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 1200 ovature. Ma la raccolta non si è fermata, anzi l’obiettivo è raggiungere quota 30 mila.

L’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, esprime grande soddisfazione per questo ulteriore traguardo che sarà raggiunto a breve con i lanci della vespa samurai. “Ciò -evidenzia Zanotelli- è frutto di un percorso che ha visto Provincia, Fondazione Mach e mondo agricolo lavorare fianco a fianco, arrivando anche all’istituzione negli scorsi mesi del Piano provinciale di contrasto alla cimice i cui contenuti sono già stati in larga parte attuati. Ringraziamo la Fondazione Mach del grande lavoro svolto, sottolineando che la stessa sta lavorando tra le altre cose anche sulla lotta biologica alla Drosophila suzukii. Sul tema più generale delle fitopatie l’Assessorato non è mai stato fermo in questi due anni e continuerà a portare avanti con i soggetti preposti progetti e dialogo”.

I lanci: si inizia a  metà giugno, individuati 20 siti con l’obiettivo di raddoppiarli

Saranno rilasciate 100 femmine di vespine samurai, T. japonicus, in ambienti semi-naturali caratterizzati da presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi.

A seconda della disponibilità di ovature di cimice è intenzione del gruppo di lavoro FEM incrementare il numero di siti. I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica (giugno-luglio) in modo da massimizzare il successo dell’operazione. La tempistica precisa verrà stabilita in base ai dati del monitoraggio.

FEM nel programma nazionale di lotta biologica

FEM ha aderito al piano operativo del programma nazionale di lotta biologica per il controllo della cimice asiatica (Halyomorpha halys) mediante l'impiego del suo antagonista naturale: Trissolcus japonicus, un imenottero di ridotte dimensioni (1,3 mm), il principale agente di controllo della cimice asiatica in Cina, che in Trentino è stato individuato nel mese di settembre scorso.

La cimice asiatica è una specie invasiva originaria dell’Asia orientale. Fuori dal suo areale originario, ed anche in Trentino dal 2016, è divenuto il fitofago chiave in numerosi agroecosistemi causando ingenti danni economici su colture arboree come melo, pero e pesco, nonché su molte orticole.

Progetto SWAT, FEM in prima linea in campo e nei laboratori

Sulla base di tali sviluppi e grazie agli investimenti in competenze e strutture di FEM e PAT, il gruppo di lavoro sulla lotta biologica si è organizzato in un progetto triennale chiamato SWAT, acronimo di Samurai Wasps Action Team. SWAT è rappresentato nei tavoli nazionali in cui si stanno discutendo le strategie di lotta biologica alla cimice.

Il progetto SWAT prevede di sviluppare un programma di lotta biologica classica anche nei confronti di un’altra devastante specie aliena invasiva, Drosophila suzukii, il moscerino asiatico che dal 2009/2010 sta procurando danni ingenti alla produzione di ciliegie e piccoli frutti in Trentino.

Il gruppo di lavoro

Per far fronte quindi a questa minaccia è stato creato all’inizio del 2019 un gruppo operativo a San Michele all’Adige che coinvolge ricercatori e tecnici della Fondazione Edmund Mach (Centro Ricerca e Innovazione e Centro Trasferimento Tecnologico) e del Centro Agricoltura Alimenti e Ambiente (FEM-Università di Trento) per il coordinamento di tutte le attività di ricerca e sperimentazione in corso su questo tema.

Grazie al lavoro di monitoraggio condotto in questo progetto è stato possibile rilevare per la prima volta la presenza sul territorio trentino delle due specie esotiche Trissolcus japonicus, la cosiddetta microvespa samurai, e Trissolcus mitsukurii. Queste due specie sono i due principali antagonisti naturali della cimice in Asia e la loro presenza in equilibrio con il fitofago impedisce pullulazioni devastanti della cimice nelle aree di origine. Essi sono probabilmente arrivati in Europa in maniera accidentale seguendo le stesse rotte di invasione del loro ospite. La loro presenza sul nostro territorio ha aperto prospettive importanti per un controllo sostenibile ed integrato della cimice asiatica nei nostri ambienti in cui la lotta biologica classica costituisca il metodo più efficace e duraturo, soprattutto alla luce del nuovo quadro normativo nazionale in materia.

Le novità normative

Sulla spinta infatti dell’emergenza cimice asiatica, una nuova normativa nazionale è stata recentemente promulgata (pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 05/09/19, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102). La nuova legge, dopo anni di chiusura totale, regola l'immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone ed i criteri per tali immissioni ai fini di lotta biologica sono contenuti in un successivo decreto attuativo pubblicato nel mese di aprile 2020.

Il Crea di Firenze, come capofila nazionale del tavolo di lavoro sulla lotta biologica alla cimice asiatica, ha prodotto uno specifico studio di valutazione del rischio al fine di richiedere la definitiva autorizzazione al rilascio della microvespa samurai, consegnando tale studio alle regioni, le quali nei giorni scorsi hanno sottomesso la richiesta formale al Ministero dell’ambiente. Si tratta delle province di Trento e Bolzano, e delle regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto.

 

Guarda il video

https://youtu.be/Q0PXy9VWvpE

 

Fonte: Fondazione Edmund Mach

Farm to Fork: meno chimica e incentivi al biologico da 20 mld l’anno nel Green Deal Ue

Riduzione del 50% dell’uso dei fitorfarmaci in agricoltura e del 20% dei fertilizzanti, entro il 2030. Taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti e l’acquacoltura e incremento del 25% delle superfici coltivate a biologico, oltre all’ulteriore estensione dell’etichetta d’origine sugli alimenti. Sono alcuni dei principali obiettivi della strategia sulla sostenibilità presentata oggi dalla Commissione europea, con le due comunicazioni su biodiversità e “Farm to Fork” che definiscono il ruolo dell’agroalimentare nell’ambito del Green Deal europeo. Bruxelles punta a raggiungere una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette, e a trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità.

 

La strategia prevede un finanziamento di 20 miliardi l’anno tra fondi Ue, nazionali e privati. Le comunicazioni, che aprono la strada anche all'utilizzo delle nuove biotecnologie in campo, non sono vincolanti ma indicano le linee guida per futuri atti legislativi da concordare con Consiglio e Parlamento europeo.

 

«La crisi del coronavirus ha dimostrato quanto siamo tutti vulnerabili e quanto sia importante ristabilire l'equilibrio tra attività umana e natura – ha dichiarato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans, responsabile dell’attuazione degli obiettivi del Green Deal –. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono un chiaro e attuale pericolo per l’umanità. Al centro del Green Deal le strategie di biodiversità e Farm to Fork puntano a un nuovo e migliore equilibrio tra natura, sistemi alimentari e biodiversità; proteggere la salute e il benessere dei nostri cittadini e allo stesso tempo aumentare la competitività e la resilienza dell'Ue. Queste strategie sono una parte cruciale della grande transizione che stiamo intraprendendo».

 

Dal mondo agricolo italiano sono arrivate reazioni di segno diverso. Per il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, «l’estensione dell’obbligo di etichette con l’indicazione dell’origine degli alimenti è una vittoria per 1,1 milioni di cittadini europei che hanno firmato l'iniziativa dei cittadini europei promossa dalla Coldiretti ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea» ma, ha sottolineato Prandini, non mancano le criticità nella strategia che «presenta preoccupanti zone d'ombra nei fuorvianti bollini nutriscore e nei pregiudizi sui consumi di carne e sugli allevamenti».

 

Negativo il giudizio di Confagricoltura. «Le proposte della Commissione penalizzano il potenziale produttivo dell’agricoltura e del sistema agroalimentare europeo. È una prospettiva che non condividiamo, anche perché aumenterebbero le importazioni da Paesi terzi che applicano regole diverse e meno rigorose – ha detto il presidente dell’organizzazione, Massimiliano Giansanti –. Nel contesto dell’emergenza sanitaria in atto l’agricoltura e il sistema agroalimentare sono stati considerati alla stregua di attività essenziali, anche dalla Commissione Ue. I prodotti destinati all'alimentazione hanno una valenza pubblica che, in futuro, non dovrà essere sottovalutata e sacrificata».

 

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Alessio Romeo

Fondo indigenti: Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la rettifica al decreto rilancio. Il Fondo sarà gestito dal MIPAAF per sostenere l'emergenza alimentare e contrastare lo spreco alimentare

E' stata appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale la rettifica al Decreto rilancio per quanto riguarda il Fondo Indigenti.

 

Il Fondo, che già con il Cura Italia veniva dotato di risorse per 50milioni di euro, è stato adesso implementato di ulteriori 250milioni di euro, sempre con la regia del Ministero delle Politiche Agricole, e con un duplice obiettivo: sostenere il bisogno alimentare delle famiglie in difficoltà, contrastare lo spreco alimentare.

 

"Per puro errore materiale", dice la Ministra Teresa Bellanova, "il testo pubblicato stamane in Gazzetta Ufficiale recava indicazioni sbagliate e imprecise, corrette poi dalla successiva rettifica, così come condiviso nel Consiglio dei Ministri in cui il Governo ha dato il via libera al Decreto Rilancio.

 Ho voluto fortemente assumere come obiettivo irrinunciabile l'implementazione per 250milioni di euro del Fondo, con il duplice obiettivo di fronteggiare i bisogni delle famiglie e delle persone in difficoltà e al tempo stesso contrastare lo spreco alimentare acquistando esclusivamente prodotti italiani e di qualità. Obiettivi peraltro condivisi pienamente con il Tavolo Indigenti, che torneremo a incontrare domani mattina in videoconferenza".

 

 

 

Di seguito la nuova formulazione dell'articolo 226

 

 

 

Art.226

 

(Fondo Emergenza Alimentare)

 

 

1. A valere sulle disponibilità del Fondo di Rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987, n.183, è destinato l'importo di 250 milioni di euro ad integrazione delle iniziative di distribuzione delle derrate alimentari per l'emergenza derivante dalla diffusione del virus Covid-19 e con le procedure previste dal fondo di cui all'art. 58, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n.83 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.134, cui concorre il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) 2014/2020, istituito dal regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento Europeo  e del consiglio dell'11 marzo 2014.

2. Alle erogazioni delle risorse di cui al comma 1 provvede l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura.

mercoledì 20 maggio 2020

Meccanizzazione agricola, Cai: bene FederUnacoma e Unacma su agromeccanici

“La filiera della meccanizzazione agricola si è finalmente esposta apertamente a sostegno delle imprese agromeccaniche, spingendo per un loro ingresso nella platea dei beneficiari delle risorse del Programma di sviluppo rurale. Ora che il comparto, con FederUnacoma e Unacma, ha finalmente capito il ruolo dei servizi terziarizzati in agricoltura anche nel sostenere l’economia delle macchine agricole, ci aspettiamo che il ministero delle Politiche agricole ponga fine alla situazione discriminatoria in cui gli agromeccanici sono confinati”.

 

Così il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, ha commentato la posizione espressa in maniera chiara dai presidenti di FederUnacoma (Alessandro Malavolti) e da Unacma (Roberto Rinaldin), in occasione del webinar organizzato venerdì scorso da Vado e Torno Edizioni e Orsa Maggiore International (editori anche della rivista Trattori) sul futuro della meccanizzazione agricola dopo il Coronavirus.

 

“Evidentemente il crollo delle immatricolazioni lo scorso marzo, conseguenza del confinamento per la pandemia, ha messo in evidenza la necessità di sostenere nuove formule per rilanciare le vendite di macchine e mezzi agricoli – prosegue Dalla Bernardina – e ha messo in luce il ruolo del contoterzismo agricolo come driver non soltanto dell’innovazione, ma anche come leva per la produzione e la commercializzazione di trattori”.

 

Per la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani è giunto il momento di convocare un tavolo di filiera al ministero delle Politiche agricole per affrontare il nodo della meccanizzazione, l’apertura delle misure del Programma di sviluppo rurale agli agromeccanici professionali e delineare un piano di rilancio della filiera.

 

Occorrono progetti ambiziosi e nuove modalità, concertate con tutto il settore, per affrontare la fase della rinascita, in cui innovazione, digitalizzazione e agricoltura 4.0 saranno al servizio della produzione agroalimentare e della società.

 

 

 

 

 

Servizio Stampa CAI

 

Roberto Guidotti                                                                               Matteo Bernardelli

 

Cell. 3384098060                                                                              Mob.: +39 338 5071198     

 

guidotti@caiagromec.it                                                                                             

 

 

Viticoltura digitale: riparte il monitoraggio cocciniglia per la vite da tavola

Al terzo anno dal lancio, con diverse centinaia di iscritti, riparte Monitoraggiococciniglia.it, il primo sito dedicato al monitoraggio della cocciniglia farinosa su vite da tavola. Un servizio sviluppato da Bayer in collaborazione con enti di ricerca in Puglia e Basilicata.

In breve

 

Monitoraggiococciniglia.it è la risposta di Bayer alla richiesta di chi opera su uva da tavola di un servizio migliore, più accessibile, più preciso e più facile per la gestione della cocciniglia farinosa. In poche parole, più digital!

 

Come funziona?

Monitoraggiococciniglia.it è uno strumento moderno per rendere la viticoltura ancora più sostenibile, aiutando sia i produttori che i tecnici a prendere le giuste decisioni, evitando sprechi e  rischi!

Collegandosi al sito e registrandosi, si avrà la possibilità di seguire l’evoluzione del ciclo biologico della cocciniglia farinosa nelle zone più vocate alla produzione della vite da tavola, con dati aggiornati settimanalmente e il grafico dell’andamento del monitoraggio.

 

Inoltre, si riceveranno mail di allerta quando il fitofago raggiunge una soglia critica nelle aree di interesse, in modo tempestivo, senza dover seguire di continuo il monitoraggio e riuscendo così ad ottimizzare gli interventi di difesa. Le zone monitorate sono ben 14, per offrire la migliore rappresentatività della situazione nei diversi areali di produzione dell’uva da tavola pugliese e lucana.

 

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martedì 19 maggio 2020

Parlamento Ue, nomi dei beneficiari Pac per evitare frodi

"Divulgare i nominativi dei beneficiari finali della Pac" e "rafforzare i sistemi di controllo per evitare" le frodi mafiose sui fondi agricoli Ue, come quella scoperta in Sicilia lo scorso gennaio. Lo chiede l'Europarlamento nella relazione di accompagnamento del discarico di bilancio 2018 dell'Ue.

 

Nella risoluzione gli eurodeputati esprimono "profonda preoccupazione dinanzi alle recenti indagini delle autorità italiane che hanno messo in luce frodi per un valore di 5,5 milioni di euro e diverse strutture mafiose che abusano delle sovvenzioni agricole dell'Unione a fini criminali".

 

Citando casi di frode dei fondi Pac scoperti di recente in Italia e Slovacchia, i deputati chiedono un meccanismo di denuncia a livello Ue, che consenta agli agricoltori di informare la Commissione quando si verificano casi di appropriazione indebita di terreni, di cattiva condotta delle autorità nazionali, di pressione della criminalità organizzata e di lavoro forzato.

Vinitaly-Nomisma: Horeca in riparetura ossigeno per il consumo di vino

Con la riapertura, da lunedì 18 maggio, della ristorazione e del ‘fuori casa’ si riattiva anche per il vino italiano un canale naturale che vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno. E secondo l’instant survey dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, realizzata ad aprile su un campione rappresentativo di 1.000 consumatori di vino, solo il 23% degli italiani (in particolare donne, del Sud, che hanno avuto problemi sul lavoro) dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve le adeguate misure di sicurezza da prendere (45%). Non manca, anche se molto misurato, il revenge spending, ovvero la ‘spesa della vendetta’ post- lockdown per i beni voluttuari come il vino: il 10% prevede infatti di spenderne più di prima fuori casa, valore che sale al 15% per i millennials (25-40 anni) e per chi non ha avuto problemi sul lavoro (13%).

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “La nostra speranza è che gli storici partner dell’horeca – tra i più penalizzati dall’emergenza - possano essere messi al più presto nelle condizioni di poter riprendere il proprio cammino. Vino, accoglienza e ristorazione rappresentano il primo fattore distintivo del nostro Paese nel mondo, e trovano in Vinitaly il luogo di incontro per eccellenza, con una media di 18mila buyer italiani dell’horeca, dei quali 2/3 legati alla ristorazione. A ciò si aggiunge il tradizionale evento autunnale wine2wine business forum con l’innovativo wine2wine exhibition, primo vero appuntamento internazionale on e off line di quest’anno dedicato al vino”.

Per il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “Il ruolo della ristorazione e gli effetti del lockdown sulle vendite di vino – sia in Italia che all’estero – sono anche desumibili dalle giacenze a fine aprile di quest’anno, che evidenziano le penalizzazioni subite da alcune blasonate denominazioni che trovano nell’horeca il principale canale di commercializzazione. Si pensi al +9% di volumi in giacenza del Montefalco Sagrantino e del Nobile di Montepulciano, dell’8% del Chianti Classico o alle maggiori eccedenze di bianchi importanti come Falanghina (+16%) e Soave (+24%). Ma il danno inferto dalla chiusura non è solo prerogativa dei vini di fascia premium: si pensi al +36% in giacenza di Castelli Romani o al +22% di Frascati, vini tipicamente somministrati dalle trattorie della Capitale, non solo rimaste chiuse ma purtroppo anche a corto di avventori stranieri”.

In Italia, rileva l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor circa un terzo dei consumatori beve prevalentemente fuori casa (42% i millennials), con un valore che incide per il 45% sul totale delle vendite in Italia (14,3 miliardi di euro nel 2018). Il prezzo medio alla bottiglia è di 15,4 euro, mentre al calice la spesa è di 5,7 euro, secondo l’indagine.

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Agronomi, periti agrari e agrotecnici insieme per la modifica della convenzione AGEA-CAA

I Presidenti del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari laureati, del Collegio nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati hanno inviato oggi le proposte emendative della convenzione AGEA-CAA 2020 al Direttore dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, Papa Pagliarini.

 

I tre rappresentanti nazionali di Ordine e Collegi hanno lavorato congiuntamente alla proposta dopo l’incontro con AGEA del 15 maggio 2020, durante il quale è stata illustrata la proposta di convenzione AGEA-CAA che vede l’operatività dei Centri di Assistenza Agricola (CAA) limitata a un’unica forma di gestione che prevede l’assunzione degli operatori dipendenti, penalizzando il qualificato apporto di competenze e professionalità apportato dai libero-professionisti. Il documento inviato oggi, quindi, nel rispetto delle norme sui CAA, introduce alcune semplici proposte per favorire il miglior funzionamento dei CAA ritenendo l’apporto dei professionisti fondamentale del nuovo e moderno modello organizzativo indicato da AGEA.

Secondo i Presidenti Diamanti, Braga, Orlandi, infatti, la “comprovata esperienza e affidabilità” a cui si sommano competenza e professionalità, possono essere dimostrate dall’operatore se possiede un titolo di studio in discipline agrarie, forestali o equipollenti ed è rafforzata e garantita dall’iscrizione all’Albo professionale e dalle leggi e dagli ordinamenti professionali che lo regolano, nonché se dimostra un’adeguata esperienza nel settore dell’assistenza alle imprese agricole in materie afferenti alla politica agricola.

 

I tre Consigli dell’Ordine e dei Collegi nazionali, infine, nella loro funzione pubblica, hanno ritenuto opportuno apportare il loro positivo contributo alla stesura della “Convenzione AGEA-CAA 2020”, già in avanzata fase di discussione, per consentirne la rapida e condivisa definizione con le modifiche proposte.

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari laureati, del Consiglio nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, inoltre, hanno manifestato la loro disponibilità a partecipare a un tavolo tecnico che affronti un progetto di razionalizzazione e modernizzazione dei CAA per offrire alle imprese agrarie del nostro Paese un efficiente servizio che le aiuti a riprendere il cammino dello sviluppo e dell’innovazione, soprattutto in questo tempo segnato dalla pandemia.

 

Fonte: Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali