lunedì 28 settembre 2020

Conferenza Stato-Regioni: nuove misure per le OP Ortofrutticole

Arrivano alcune novità per il comparto ortofrutticolo giungono dalla Conferenza Stato-Regioni. È stata infatti raggiunta l’intesa sul nuovo testo integrale relativo alle disposizioni nazionali in materia di riconoscimento e controllo delle organizzazioni di produttori (OP) ortofrutticoli e loro associazioni, di fondi di esercizio e di programmi operativi.

 

“La realtà operativa del settore ha fatto emergere l’esigenza di portare innovazioni alla Strategia nazionale – dichiara il Sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, il quale ha partecipato alla Conferenza Stato-Regioni – Il Ministero ha, pertanto, attivato un confronto con le Regioni, gli organismi pagatori e le organizzazioni di filiera per individuare gli adeguamenti più opportuni da apportare per rendere più efficace lo strumento dell’Organizzazione dei Produttori. Ciò è ancor più necessario – prosegue L’Abbate – in questo momento di particolare crisi causata dal Covid-19, a cui si aggiungono gli effetti di importanti fitopatie che decimano la produzione”.

Diverse, dunque, le modifiche normative introdotte dal coordinamento interregionale. Vengono ammessi al finanziamento gli spazi allestiti dalle OP, anche con proprie attrezzature, presso le strutture della distribuzione organizzata o del canale Ho.re.ca destinati esclusivamente alla promozione, valorizzazione e vendita dei propri prodotti. Viene trasferita dal Ministero delle Politiche agricole alle Regioni, l’Autorità competente ad autorizzare le operazioni di raccolta in verde e mancata raccolta nell’ambito delle misure per la prevenzione e gestione delle crisi. Si semplifica la gestione del fascicolo aziendale in presenza dei contratti di compartecipazione, a condizione che le superfici siano assoggettate alle verifiche del sistema integrato di gestione e controllo. Si interviene, inoltre, sulle condizioni minime per la concessione del riconoscimento alle OP, dando facoltà alla Regione di stabilire un fatturato minimo che ogni socio produttore deve rappresentare e, infine, sono state inserite disposizioni tese a garantire la democraticità delle decisioni e a contrastare la costituzione di filiali di comodo circoscritte agli interessi di singole aziende.

 

Fonte: Corriere Ortofrutticolo

Mense Biologiche: Ripartito il fondo da 5 milioni per le Regioni. Bellanova: Sosteniamo la nostra agricoltura e garantiamo cibo di qualità ai nostri ragazzi

 


giovedì 10 settembre 2020

Ortofrutta Italia, al via la campagna dell'uva da tavola

 Prende il via la prossima settimana la campagna di promozione collettiva a favore dell’uva da tavola italiana, che vedrà l’adesione di migliaia di punti vendita delle principali catene della grande distribuzione, nonché dei negozi specializzati e di “prossimità”, con il supporto degli operatori grossisti dei mercati agroalimentari.

I produttori interessati partecipano applicando un disciplinare contenente parametri qualitativi condivisi in sede interprofessionale che costituirà uno standard superiore di fornitura per i grappoli da esporre alla vendita nell’ambito di questa iniziativa promozionale.

L’intera filiera, in questo modo, partecipa mettendo al centro proprio il prodotto, comunicando le sue caratteristiche direttamente al consumatore, rinnovando il messaggio che lega il sapore alla salute.

 

La campagna si svolgerà nei numerosi punti vendita che aderiscono all’iniziativa con l’utilizzo di un poster informativo che illustra le principali tipologie dell’uva da tavola italiana, evidenziandone le caratteristiche peculiari e l’alta qualità che quest’anno, anche a fronte di una riduzione quantitativa del 25%, si esprimerà a livelli di eccellenza organolettica.

 

“Con questa iniziativa vogliamo dare un segnale importante a tutto il comparto dell'uva da tavola – dichiara il coordinatore del comitato di prodotto uva da tavola di Ortofrutta Italia, Donato Fanelli - dimostrando che quando le parti dialogano in modo costruttivo ci sono i risultati e quindi grazie alla collaborazione tra mondo della produzione, del commercio e della distribuzione si può veicolare in modo efficace un messaggio forte verso i consumatori, affinché preferiscano e consumino prodotti nazionali d’eccellenza e di stagione”.

 

“Proponiamo e descriviamo direttamente sul punto vendita sia le varietà tradizionali come Italia, Regina e Pizzutella che le varietà senza semi - sempre più diffuse in produzione e sempre più richieste dal mercato – ritenendo, come intera filiera, di offrire un servizio apprezzato dai consumatori”, conclude Fanelli.

 

“Questa iniziativa interprofessionale, come peraltro le altre undici previste per la stagione 2020 del progetto annuale di Ortofrutta Italia, - dichiara il presidente dell’organizzazione Interprofessionale Nazario Battelli - oltre ad avere una connotazione di “pubblica utilità”, favorisce la tenuta e lo sviluppo di una produzione molto importante per l’economia agricola nazionale e del sud Italia in particolare. Le produzioni italiane di uva da tavola, infatti, si concentrano in due grandi poli di produzione - Puglia e Sicilia - che rappresentano più del 90% della superficie agricola dedicata a questa coltura e che, insieme, consolidano normalmente poco meno di un milione di tonnellate di produzione annua”.

 

“Lo sforzo dell’intera filiera italiana per un continuo miglioramento qualitativo è utile e necessario anche per la consistente quota di export (oltre il 50%) che questo comparto esprime – conclude Battelli - e che va assolutamente strutturata ed implementata con l’apertura di nuovi mercati a fronte di una crescente concorrenza internazionale”.

 

Fonte: Ufficio stampa Ortofrutta Italia

mercoledì 9 settembre 2020

Piante officinali, si valuta l'opportunità di una filiera

Organizzato da Regione Emilia Romagna e Apt nell’ambito di Macfrut Digital, il forum sulle piante officinali ha fatto il punto su un universo molto vario e ancora piuttosto frammentato.

 

Con il Dl 75 del 2018 che ha riconosciuto queste coltivazioni come attività agricola, si sono tuttavia aperte interessanti opportunità. In particolare - come ha sottolineato conducendo l’incontro Roberta Charini della Regione Emilia Romagna – l’opportunità di strutturarsi in un’ottica di filiera, per valorizzare tutte le fasi che passano dalla produzione alla trasformazione e commercializzazione fino all’utilizzo finale del consumatore. Oggi la coltivazione delle piante officinali è in crescita per gli ampi campi di utilizzo, sono circa 7.000 gli ettari di superfici coltivate, in aumento anche la quota bio.

 

Dagli interventi è emersa la consapevolezza che il primo passo per un percorso di sistema è proprio quello di approfondirne la conoscenza con indagini statistiche, raccolta dati, formazione e assistenza tecnica, indispensabili queste ultime per orientare le scelte aziendali. 

 

Sauro Biffi del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, una vera istituzione nel campo delle piante officinali in regione (se ne coltivano oltre 480 specie), tracciando un quadro della specie coltivate in Emilia Romagna, ha sottolineato la frammentazione del settore, dove informazione e meccanizzazione sono due volani indispensabili per rendere più remunerativa la coltura.

 

L’intervento del professor Emiro Endrighi dell’Università di Modena e Reggio ha affrontato il tema della coltivazione di erbe officinali in Appennino in cui emerge maggiore parcellizzazione. “Sostegno alla meccanizzazione, valorizzazione attraverso il turismo esperienziale, attività di formazione e individuazione di canali commerciali – ha precisato - possono essere i pilastri di un progetto di sistema, indispensabile per lo sviluppo in Appennino”.

 

Un diverso punto di vista, legato alla zootecnia, è stato portato dal dottor Maurizio Scozzoli medico veterinario che è intervenuto sull’utilizzo delle piante officinali e degli oli essenziali valorizzati per la loro funzione antimicotica, antibatterica e antiossidante negli allevamenti zootecnici.

 

Infine la testimonianza di Manuela Rizzoli dell’Istituto erboristico L’Angelica che ha evidenziato le possibili opportunità della parte finale di questo percorso di filiera, con un focus sulla nutraceutica.

 

Maggiori informazioni al sito: macfrutdigital.com

 

Fonte: Ufficio stampa Macfrut

 

 

 

martedì 8 settembre 2020

La Botrite della vite

La Botrite della vite o muffa grigia è una patologia litica causata dall ‘ agente patogeno Botryotinia fuckeliana . Questo parasita saprofita ha diversi ospiti , e può infettare la vite attraverso eventuali ferite , di varia natura , che si possono trovare sulla pianta , anche se comunque le ife sono in grado di superare l ‘ epidermine degli organi suscettibili mediante la forza meccanica e le attività di diversi enzimi . Nel vigneto il fungo è presente sui tralci di varietà a maturazione tardiva sotto forma di corpi duri costituiti da ife intrecciate e ricoperte di membrane su cuisono accumulate sostanze nutritive , dette sclerozi , e come micelio all ‘ interno delle gemme e le anfrattuosità della corteccia . nel caso si abbiano forti piogge o un elevato aumento del grado di umidità il fungo si sviluppa e produce dopo 6/8 giorni una abbondante muffa grigiastra formata da conidi facilmente disseminati dal vento e dalla pioggia . il patogeno può colpire foglie , tralci , grappoli e acini maturi . Sulle foglie , che vengono comunque attaccate , raramente si ha la formazione di macchie cloritiche che portano a necrosi localizzate che , con umidità molto elevata , portano alla formazione di di un efflorescenza giallastra . Sulle gemme ed i germogli l ‘ infezione fa si che questi diventino marroni e secchi , sui tralci apicali necrotizzano verso il basso insieme alle foglioline ; sui tralci adulti invece si osservano tacche di colore bruno sui nodi e gli internodi che possono coprirsi di muffa . I fiori colpiti provocano il disseccamento dei grappoli e la loro caduta . Gli acini vengono colpiti solo quando sono maturi e solo se presentano delle lesioni o una buccia troppo sottile , negli acini colpiti si sviluppa la caratteristica muffa formata dai conidi del fungo . L ‘ attacco di questo fungo porta ad una consistente perdita di prodotto . Il primo tipo di lotta contro questo patogeno è quella agronomica : è opportuno limitare le lavorazioni del terreno , effettuare diverse potature , in modo da areare le viti  e migliorare l ‘ esposizione del grappolo alla luce riducendo l ‘ umidità , eliminare in inverno i tralci verdi e non maturi e selezionare viti con grappolo non coperto ed evitare l ‘ accesso di azoto .

La Ministra Teresa Bellanova inaugura Macfrut Digital

Tutto pronto per Macfrut Digital, l’innovativa tre giorni digitale dedicata al mondo dell’ortofrutta. Padiglioni “aperti” martedì 8 settembre dalle ore 9 (sino alle 19) sulla piattaforma macfrutdigital.com, con un’ouverture istituzionale alle ore 8.30.

 

A inaugurare la fiera sarà infatti la Ministra alle Politiche Agricole Teresa Bellanova in collegamento video. Insieme a lei ci saranno interventi di Manlio Di Stefano Sottosegretario Ministero Affari Esteri, Roberto Luongo Direttore Generale Ice Agenzia, l’Assessore alle politiche Agricole della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi e Renzo Piraccini Presidente di Macfrut.

 

Il taglio del nastro virtuale sarà seguito dallo start della fiera in programma sino a giovedì 10 settembre, che ospita 400 espositori, il 40 % dei quali esteri da quattro Continenti (Africa, Asia, Europa, Centro e Sud America), suddivisi in 10 padiglioni.

 

Nel corso della prima giornata sono previsti quattro Forum su temi centrali del settore ortofrutticolo (registrazione obbligatoria). Si parte alle 9.30 con l’evento organizzato da Anbi sul tema “Una goccia verde: il progetto Anbi per l’irrigazione sostenibile”. Alle 11.30 riflettori sulla Pac nell’evento della Cia dal titolo “L’ortofrutta italiana sulla strada del Green Deal: Pac, innovazione e chimica verde”. Il pomeriggio si apre alle 14.30 con “Le opportunità di una filiera per le piante officinali” organizzato da Regione Emilia Romagna e Apt. Alle 16 riflettori su Acquacampus, la tecnologia irrigua al servizio del risparmio idrico.

 

Da ricordare che l’accesso alla piattaforma è gratuito, previa registrazione obbligatoria. Doppio il livello di interazione dentro la piattaforma: per i visitatori che possono visitare gli stand virtuali, dialogare, chiedere informazioni e prendere contatti per eventuali incontri di business; per gli espositori incontri B2B con i buyer attraverso un lavoro di programmazione curato dallo staff di Macfrut per far collimare le agende e gli interessi specifici dei compratori e delle imprese. L’accesso a Macfrut Digital è consentito da Pc e dispositivi mobili, mentre gli incontri avverranno solo da computer attraverso l’apposita linea B2B integrata alla piattaforma.

 

Macfrut Digital è organizzato da Cesena Fiera, in collaborazione con Ice-Agenzia, Cassa Depositi e Prestiti, Crédit Agricole, Ismea, Natlive, Regione Emilia-Romagna.

 

Info: macfrutdigital.com

 

Ufficio Stampa Macfrut

PrimaPagina Cesena

(Filippo Fabbri – Giulia Fellini)

Tel. 3471567681 – 0547.24284

lunedì 7 settembre 2020

“Una molecola naturale inibisce il Covid”. La ricerca del Cnr sulla quercetina contenuta in capperi, cipolla rossa e radicchio

Il vaccino è l'arma che si spera di avere al più presto per combattere il Covid-19, ma anche lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus è un altro grosso filone di ricerca per risolvere la pandemia. E sotto questo profilo dall'ortofrutta può arrivare un grande contributo.

 

In questo contesto, infatti, si inserisce la nuova scoperta che dimostra che la quercetina, una molecola di origine naturale presente in diversi prodotti ortofrutticoli (dai capperi alla cipolla rossa, fino all'uva da tavola), funziona da inibitore specifico per SARS-CoV-2. Questa molecola ha un effetto destabilizzante su 3CLpro, una delle principali proteine del virus, fondamentale per il suo sviluppo e il cui blocco dell’attività enzimatica risulta letale per SARS-CoV-2. Il risultato è frutto del lavoro di ricerca condotto da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid ed è stato pubblicato sulla rivista International journal of biological macromolecules.

 

“Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione - afferma Rizzuti, autore della parte computazionale dello studio - Già al momento questa molecola è alla pari dei migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali è tuttavia approvato come farmaco. La quercetina ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative. Sono note anche le sue proprietà farmacocinetiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo”.

 

Inoltre la quercetina può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. Poiché non può essere brevettata, chiunque può usarla come punto di partenza per nuove ricerche.

 

“Lo studio parte da una caratterizzazione sperimentale di 3CLpro, la proteasi principale di Sars-CoV-2 - precisa Olga Abian, dell’Università di Zaragoza e prima autrice della pubblicazione - Questa proteina ha una struttura dimerica, formata da due sub-unità identiche, dotate ciascuna di un sito attivo fondamentale per la sua attività biologica. In una prima fase del lavoro è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH: un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus. Per questa proteina sono già segnalate in letteratura molecole che fungono da inibitori, ma non utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali”.

 

“La parte più interessante di questo lavoro è lo screening sperimentale eseguito su 150 composti, grazie a cui la quercetina è stata individuata come molecola attiva su 3CLpro”, conclude Adrian Velazquez-Campoy dell’Università di Zaragoza, che ha diretto il gruppo di ricerca e ha già lavorato alla ricerca di farmaci inibitori della proteina per il virus Sars originario che causò l’epidemia del 2003. “La quercetina riduce l’attività enzimatica di 3CLpro grazie al suo effetto destabilizzante sulla proteina. Ovviamente contiamo si trovi un vaccino, ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione. La ricerca di nuove molecole mira quindi a somministrare una combinazione di differenti composti, per minimizzare la resistenza ai farmaci e lo sviluppo di nuovi ceppi virali”.

 

Fonte ItaliaFruit News 

venerdì 4 settembre 2020

Agricoltura Ue, dai produttori italiani 5 suggerimenti per il piano “Farm to fork”

Cinque suggerimenti degli agricoltori italiani per  attuare gli obiettivi della strategia europea ‘Dal produttore al consumatore’ o ‘Farm to Fork’, il piano decennale della Commissione Europea che è parte integrante del nuovo Green Deal.

 

Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, è intervenuto in audizione in Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’esame della strategia europea “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

 

E l’occasione e’ servita per tratteggiare quelle che, secondo i produttori agricoli, sono le linee da seguire.

 

1) Intanto bisogna evitare di mettere mano alle risorse della PAC, che – è stato sottolineato- “risultano già consistentemente ridotte rispetto alla precedente programmazione”.

 

2) Va, inoltre, scongiurato il rischio di una diminuzione quantitativa della produzione agricola comunitaria con conseguenze dannose per i produttori agricoli e le loro cooperative, nonché una possibile contrazione dei consumi su prodotti comunitari ad alto valore aggiunto a vantaggio di produzioni extraeuropee più economiche ma meno performanti sotto il profilo della salubrità e degli standard ambientali, ha aggiunto il Coordinamento.

 

3) Per questo e’ necessaria una seria e attenta valutazione di impatto delle politiche che la Commissione UE intende perseguire e nello stesso tempo garantire una maggiore uniformità nell’applicazione delle disposizioni previste, che al momento risultano essere maggiormente vincolanti per gli agricoltori che per il resto della filiera.

 

4) Non solo. Agrinsieme, “condividendo l’esigenza di fornire maggiore trasparenza al consumatore” ha ribadito nell’audizione di rigettare l’utilizzo di “sistemi di etichettatura che rischiano di penalizzare prodotti di alta qualità come quelli a indicazione geografica, peraltro ricchi di importanti nutrienti”.

 

5) Infine è stata segnalata la necessità di puntare con sempre maggiore decisione sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, che rappresentano delle leve fondamentali per lo sviluppo del primario e per la promozione di una transizione ecologica. Esempi? Le numerose applicazioni dell’agricoltura di precisione e le infinite possibilità offerte dalla cisgenetica.

 

Fonte: EuroNews

Nasce FederBioPugliaNatura, l’associazione pugliese di FederBio

La neonata Federazione, grazie alla rappresentatività dei propri soci, raccoglie gli interessi di oltre 5000 operatori, proponendosi come principale soggetto di riferimento regionale. Un processo di aggregazione e un sistema aperto a tutti gli operatori interessati allo sviluppo del biologico pugliese

 

La Regione Puglia, con 263.653 ettari di terreni coltivati con metodo biologico, è la seconda Regione bio italiana, la prima per coltivazioni di cereali e ulivi e la seconda, dopo la Sicilia, per superficie vitata bio. Inoltre, con 9.275 addetti, è la terza Regione italiana per numero di operatori biologici (dati Sinab 2019). Rappresenta quindi uno dei territori più strategici per il settore bio sia a livello nazionale che europeo e ha un elevato potenziale di sviluppo.

 

A tal fine, per sostenere un percorso di qualità del biologico pugliese, è nata FederBioPugliaNatura come strumento aggregante delle diverse realtà operanti in Puglia e con una forte connessione a livello nazionale grazie a FederBio.

 

Nove i soci fondatori: Finoliva Global Service, O.P. Ortofrutticola Jonica Società Agricola Consortile, CIA Puglia, CIBI-Consorzio Italiano per il Biologico, Consorzio Puglia Natura, Agriplan, Legacoop Puglia e Valle Fiorita, Bio Organica Italia, che rappresentano alcune delle più importanti e storiche realtà del biologico pugliese e che hanno accolto l’invito della Federazione nazionale ad aggregarsi per maggiormente incidere nei processi di sviluppo del settore in una Regione leader in Italia. Presidente della Federazione è stato nominato Michele Gaudiano, Vice Nino Paparella e segretario Damiano Petruzzella.

FederBioPugliaNatura nasce con l’obiettivo di rappresentare, valorizzare e tutelare il settore biologico e biodinamico pugliese. Punterà inoltre a promuovere la ricerca, la sperimentazione e la formazione per sostenere la crescita delle competenze e della competitività dell’agricoltura biologica e biodinamica regionale, favorendo una politica di informazione sia in Italia che all’estero.

A tal proposito, la Federazione, si adopererà al fine di

a. rappresentare e tutelare a livello regionale le basi comuni dell'agricoltura biologica italiana;

b. proporre alle istituzioni pubbliche norme per la tutela e lo sviluppo di tutto il settore;

c. porsi – quale portatore di interessi diffusi – come interlocutore delle Istituzioni Regionali e in stretto raccordo con la Federazione nazionale, di quelle Comunitarie e Nazionali;

d. promuovere presso il consumatore la conoscenza e la diffusione della cultura e del prodotto da agricoltura biologica e biodinamica;

e. promuovere la ricerca, la sperimentazione e la formazione per favorire una crescita delle competenze e competitività dell’agricoltura biologica pugliese;

f. promuovere una politica di informazione e valorizzazione dell'agricoltura biologica e biodinamica in Puglia, Italia e all’estero;

 

In un momento particolarmente critico nell’attuazione delle politiche di sviluppo agricolo regionale 2014-20 e con l’avviata concertazione per il nuovo periodo di programmazione dei fondi regionali (2021-2027), l’invito della neonata Federazione a tutte le organizzazioni operanti in agricoltura biologica è di associarsi e partecipare per maggiormente incidere sui processi di sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica in Puglia.

 

Per poter avere maggiori informazioni sulle attività di FederBioPugliaNatura:

federbiopuglia@gmail.com

giovedì 3 settembre 2020

Prezzi ortofrutta nella norma nonostante danni maltempo

I danni alle coltivazioni causati dal maltempo degli scorsi giorni non hanno comportato criticità sui prezzi all'ingrosso. E' quanto risulta dalle elaborazioni di Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) sulle rilevazioni effettuate nei mercati all'ingrosso ortofrutticoli appartenenti alla Rete di Imprese Italmercati, che registrano situazioni di normalità rispetto alla media del periodo. La fine delle vacanze estive per la maggior parte degli italiani ha portato ad un aumento delle commercializzazioni nei mercati all'ingrosso dovuto ad un livello della domanda tornato a crescere, come sempre in questo periodo.

 

Continuano, però, ad essere al di sopra della media, secondo Bmti, i prezzi medi degli agrumi, in particolare arance (1,37 euro/Kg) e limoni (1,33 euro/Kg), dovuti ad un aumento della domanda a livello mondiale sempre come effetto dell'epidemia in corso.

 

Leggeri incrementi, seppur non consistenti, per alcune produzioni frutticole come le pesche, il cui prezzo medio si è attestato intorno a 1,33 euro/Kg e le nettarine, 1,35 euro/Kg, a causa sia delle gelate dello scorso marzo sia delle grandinate di inizio estate.

 

Quotazioni più basse rispetto agli scorsi anni, invece, per gli ortaggi che non hanno subito gli effetti degli andamenti climatici di questi mesi.

 

Per quanto riguarda il settore agroalimentare al momento non si registrano impatti sui prezzi dei seminativi quotati nei listini delle Borse Merci e Camere di Commercio nazionali.

 

Per il mais, la nuova raccolta 2020/21 è iniziata con prezzi che si attestano sui 172-173 €/t, in calo del 6% rispetto all'ultima quotazione prima della pausa estiva e in linea rispetto ad anno fa (+1,1%). Inizio di campagna nella norma anche per il sorgo sui 180 €/t (-5,8% rispetto all'ultima rilevazione della scorsa annata e +7,5% rispetto ad un anno fa).

Fruit Attraction sarà solo digitale (per un mese)

Alla fine anche Fruit Attraction ha alzato bandiera bianca. La fiera spagnola alla fine si farà solo on line attraverso un lungo evento virtuale.

 

Ancora troppo alta l’incertezza causata dall’emergenza sanitaria del Covid-19 per garantire la fiera fisica. Quindi la dodicesima edizione della rassegna madrilena, come confermato dal comitato organizzatore formato da Ifema e Fepex, si terrà solo in formato virtuale. La prossima edizione fisica di Fruit Attraction, invece, si terrà l’anno prossimo dal 5 al 7 ottobre 2021, come annunciato da Jorge Brotons, presidente del comitato organizzatore e di Fepex.

 

Una decisione, hanno spiegato dal comitato organizzatore, “che arriva dopo mesi di monitoraggio e valutazione approfondita dell’evoluzione della situazione nel mondo, dell’imprevedibile evoluzione delle misure di controllo della pandemia nei diversi Paesi e della volontà permanente di affrontare le sensibilità e le esigenze dell’intera comunità fieristica di Fruit Attraction”.

 

L’evento digitale si chiamerà Fruit Attraction Live Connect, è si terrà per un mese intero, dall’1 al 31 ottobre prossimi. Sarà una piattaforma tecnologica avanzata che potrà sfruttare un sistema di intelligenza artificiale per generare migliaia di riscontri diretti e “brand awareness” per le aziende e i loro prodotti con acquirenti, distributori e commercianti di 160 Paesi.

 

Gli organizzatori la definiscono “la più grande rete e comunità professionale al mondo specializzata nel settore ortofrutticolo”. Sarà una fiera digitale realizzata con tutte le funzionalità “per generare e promuovere nuove opportunità di acquisto e di vendita tra i professionisti di tutto il mondo, permettendo ai partecipanti di arricchire la loro rete di contatti, effettuare videochiamate e creare eB2B dalla stessa piattaforma, con sistemi di chat in diretta, organizzare sessioni e dimostrazioni da parte delle aziende espositrici e ospitare video e documenti tecnici su prodotti e servizi”.

 

“Si tratta di un nuovo strumento di networking per la comunità professionale”, ha spiegato il comitato organizzatore, “attivo per tutto il mese di ottobre, in un momento chiave per la pianificazione delle campagne che permetterà alle aziende di generare innumerevoli nuovi contatti commerciali”.

 

L’evento fornirà anche l’opportunità per gli espositori, le associazioni di categoria e i media per tenere le loro conferenze e i loro colloqui su diverse categorie di prodotti, opportunità di mercato internazionali e altri argomenti di interesse, tra cui, tra gli altri, il Biofruit Congress, il World Fresh Forum (con sessioni specifiche con i buyer di Stati Uniti, India, Cina, Giappone e Emirati Arabi Uniti) e il Grape Attraction Congress. 

Flavescenza e colpo di fuoco: importanti i controlli in campo da parte degli agricoltori durante la raccolta

La Fondazione Edmund Mach invita gli agricoltori, tramite specifica comunicazione tecnica inviata nelle scorse settimane, a prestare attenzione ai propri campi durante il periodo della raccolta. Sia nel caso delle uve per il problema della flavescenza dorata che delle mele per la malattia da quarantena del colpo di fuoco batterico, l’attenzione deve restare molto alta con adeguati e costanti controllo in campo.

Al numero whatsapp, attivato per supportare i cittadini e il mondo agricolo nel riconoscimento dei sintomi, sono state inviate in meno di due mesi oltre 300 fotografie, mentre il sito internet https://fitoemergenze.fmach.it  ha visto più di 1500 accessi in tre mesi.

Colpo di fuoco. Oltre all’epicentro rappresentato dalla Valsugana sono stati riscontrati alcuni casi di colpo di fuoco un po’ in tutta la provincia di Trento, ma la situazione appare sotto controllo. Per le mele gli attacchi del colpo di fuoco su fusto e portainnesto potranno, infatti, comparire da questo momento e fino a fine stagione, pertanto i tecnici consigliano di controllare la comparsa dei sintomi soprattutto negli impianti messi a dimora nel 2020.

A seguito dei monitoraggi effettuati da FEM su incarico dell’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento sono stati rilevati i primi cancri da Erwinia amylovora a danno del portainnesto in impianti del 2020. Il batterio sverna all’interno di cancri su fusto o portainnesto e pertanto, se questi non dovessero essere individuati e eliminati in tempo, rappresenteranno una pericolosa fonte di inoculo per il prossimo anno. Il risanamento deve essere effettuato continuamente e con attenzione ed è la base per la prevenzione del colpo di fuoco, infatti pochi cancri attivi possono infettare in caso di condizioni favorevoli un intero frutteto e quelli confinanti.

Qualora si riscontrassero piante infette è opportuno segnalarle ai tecnici FEM e procedere con l’estirpo o l’asportazione delle parti infette.

Flavescenza dorata. Per la flavescenza invece, trasmessa dalla cicalina Scaphoideus titanus, quest’anno si sono osservate in varie zone della provincia manifestazioni molto precoci dei sintomi sulle viti già a partire dalla prima metà di maggio. Per un efficace contenimento della malattia è fondamentale abbinare alla lotta dell’insetto vettore un costante controllo in campo e una tempestiva eliminazione delle viti alla comparsa dei sintomi.

Durante la vendemmia manuale le viti vengono osservate da vicino, un momento molto importante per individuare la possibile presenza di piante malate che in questa fase manifestano chiaramente i sintomi sulla vegetazione e sui grappoli. E’ stato prodotto anche un video tecnico dedicato alla problematica della flavescenza https://youtu.be/1a7gc6s9svE

 

Autore: Fondazione Edmund Mach

mercoledì 2 settembre 2020

Agrinsieme: “Farm to Fork”, agricoltori in prima linea per raggiungimento obiettivi sostenibilità UE

“Il coordinamento di Agrinsieme è in prima linea per contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità ed è pronto a impegnarsi ulteriormente, indirizzando il proprio operato verso una strategia di sviluppo che aiuti il settore agroalimentare a crescere sempre di più in termini di rispetto ambientale, a condizione però che tale strategia non vada ad inficiare il valore aggiunto dell’agricoltura e non comprometta il lavoro e la redditività del primario”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’esame della strategia europea “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

 

Ad avviso di Agrinsieme, “per attuare gli obiettivi della strategia europea ‘Dal produttore al consumatore’ o ‘Farm to Fork’, il piano decennale della Commissione Europea che è parte integrante del nuovo Green Deal e che è stato messo a punto per favorire e promuovere la transizione verso un sistema agroalimentare più sostenibile, bisogna evitare di mettere mano alle risorse della PAC, le quali risultano già consistentemente ridotte rispetto alla precedente programmazione”.

 

“Va, inoltre, scongiurato il rischio di una diminuzione quantitativa della produzione agricola comunitaria con conseguenze dannose per i produttori agricoli e le loro cooperative, nonché una possibile contrazione dei consumi su prodotti comunitari ad alto valore aggiunto a vantaggio di produzioni extraeuropee più economiche ma meno performanti sotto il profilo della salubrità e degli standard ambientali”, ha aggiunto il Coordinamento.

 

“Per questo si ritiene necessaria una seria e attenta valutazione di impatto delle politiche che la Commissione UE intende perseguire; allo stesso tempo, è importante garantire una maggiore uniformità nell’applicazione delle disposizioni previste, che al momento risultano essere maggiormente vincolanti per gli agricoltori che per il resto della filiera, con il concreto rischio di andare ad acuire ulteriormente le asimmetrie contrattuali sulla catena del valore e di scaricare il peso della transizione ecologica sulle spalle dei produttori agricoli”, ha osservato Agrinsieme.

 

“Inoltre, condividendo l’esigenza di fornire maggiore trasparenza al consumatore, rigettiamo l’utilizzo di sistemi di etichettatura che rischiano di penalizzare prodotti di alta qualità come quelli a indicazione geografica, peraltro ricchi di importanti nutrienti”, ha rimarcato il Coordinamento.

 

“Si segnala, inoltre, la necessità di puntare con sempre maggiore decisione sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, che rappresentano delle leve fondamentali per lo sviluppo del primario e per la promozione di una transizione ecologica; basti pensare, in tal senso, alle numerose applicazioni dell’agricoltura di precisione e alle infinite possibilità offerte dalla cisgenetica”, ha concluso Agrinsieme.

 

 

 

***

 

 

 

Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Fragola, Regina o Pizzutella, ecco le uve da tavola da gustare fino all’autunno

Al Sud, principalmente in Puglia ma non soltanto, trionfano le coltivazioni di varietà bianche più “commerciali”, la Vittoria, l’Italia e la Regina (la più cara delle tre) che sono quelle onnipresenti in ogni mercato del Paese. La Vittoria e l’Italia sono le più economiche, con prezzi che si aggirano sui due euro e cinquanta al chilo.

 

Come accennato il raccolto non ha problemi e la qualità è ottima, le piogge di maggio hanno dato una grande mano. Tra le scure, un poco meno diffuse sono le pur comuni black magic, cardinal, red globe o il moscato d’Amburgo (molto aromatico), uve predilette dal mercato per la loro resistenza ai trasporti e la loro conservabilità.

 

Poi c’è l’uva fragola, che insieme al moscato d’Amburgo è tra le poche che si coltivino bene anche al Nord. I prezzi in questo caso salgono un poco, mentre il massimo si raggiunge con varietà particolari o trattate in modo speciale sulla pianta. Arriviamo a cinque euro al chilo per produzioni di pregio, come a Trani dove la Regina viene resa migliore con una selezione degli acini a mano (quelli piccoli sono sforbiciati nei mesi precedenti il raccolto) o a Mazzarone in Sicilia dove gli acini raggiungono dimensioni sorprendenti.

 

Sempre tra le più costose ci sono la pizzuttella dagli acini piccoli e molto gialli e la panse, anche lei con acini tendenti al giallo carico ma morbidissimi. Quest’anno poi ci sono alcune novità tra le uve da tavola più curiose: per esempio si trova una varietà scura che si chiama uva nera dattero, perché gli acini hanno proprio la forma di un dattero, oppure la cosiddetta chewing gum o zucchero filato – varietà bianca e ibrido di origine francese – perché il suo sapore ricorda esattamente il dolce tipico da luna park.

 

Ma sono tante le uve da tavola che da qui a ottobre ci accompagneranno, varietà anche molto rare e da consumo locale. Per esempio, proprio in autunno, si raccoglierà in Abruzzo l’uva monotonico, che cresce in altitudine. È un Presidio Slow Food, ottima sia fresca che fatta appassire in previsione del Natale.

 

Carlo Bogliotti, c.bogliotti@slowfood.it

Da La Stampa del 22 agosto 2020

martedì 1 settembre 2020

Lavoro: Cia, con avvio vendemmia urgente semplificare strumenti per stagionali

 Prorogare permessi di soggiorno e modificare impianto lavoro accessorio. Ad aziende agricole serve manodopera, anche per raccolta olive.

 

Con l’imminente inizio delle campagne di raccolta, dalla vendemmia alla frutta autunnale e alle olive, è necessario modificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, così da consentire alle aziende agricole di reperire manodopera in tempi brevi. Lo chiede Cia-Agricoltori Italiani, spiegando che una semplificazione del lavoro occasionale si rende ancora più urgente ora, considerando il freno agli arrivi in Italia degli stagionali, soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, a causa dell’emergenza Coronavirus.

 

Cia ha più volte proposto uno snellimento dell’attuale impianto del lavoro accessorio, da ultimo anche con un emendamento al Dl Semplificazioni, con l’obiettivo di permettere alle aziende agricole di reperire manodopera facilmente e velocemente, come avveniva in passato attraverso il voucher, in particolare per fronteggiare situazioni emergenziali.

 

Allo stesso tempo, viste le difficoltà di ingresso da fuori Europa, Cia chiede di prorogare al 31 dicembre 2020 tutti i permessi di soggiorno stagionali, assicurando ai tanti lavoratori extracomunitari presenti sul territorio italiano di continuare a svolgere l’attività nelle aziende agricole nel rispetto della legalità.

 

Inoltre, secondo Cia, occorre incentivare e promuovere il ricorso alla manodopera italiana nei campi. Oggi il sistema produttivo nazionale è in seria difficoltà (8 milioni di cassaintegrati e 1,5 milioni di disoccupati) e questa potrebbe essere una delle soluzioni per aiutare a rilanciare l’economia nazionale.

 

Più in generale, in questa fase la politica deve guardare con più attenzione al settore agricolo, cruciale nei mesi di lockdown, ma inspiegabilmente escluso da tutte le misure del Dl Agosto legato al mondo del lavoro. Un’anomalia su cui Cia ha già interrogato il governo, per capire come mai un comparto con più di 1 milione di addetti non possa beneficiare degli esoneri contributivi in caso di assunzione o di mancata attivazione degli ammortizzatori sociali.

Uva da tavola: a Grottaglie un Centro servizi per l’agricoltura

Il Comune di Grottaglie (Taranto), riconosciuta città delle uve e dove questa coltivazione rappresenta uno dei principali settori economici, attiverà a breve il Centro Servizi per l'agricoltura.

Per Mario Bonfrate, assessore ad attività produttive e agricoltura del Comune di Grottaglie, la struttura vuole “fornire un servizio a tutti gli agricoltori. L’amministrazione è riuscita a portare a termine il progetto attraverso un finanziamento regionale. Prossimamente inaugureremo il centro direzionale”.

 

“Nel 2016 il Centro Servizi per l’agricoltura risultava nell'elenco delle opere incompiute delle Regione Puglia con lavori bloccati dal lontano 2011 - afferma Ciro d’Alò, sindaco di Grottaglie - Abbiamo quindi preso in mano la situazione e avviato tutte le procedure utili alla ripresa dei lavori e alla loro ultimazione a marzo 2020”.

 

“Abbiamo candidato Grottaglie - prosegue il sindaco - per ricevere un importante finanziamento che sarà utile per mettere a disposizione della piattaforma logistica il nostro Centro Servizi per agricoltura, facendolo diventare così un'importante hub per la filiera agroalimentare”. “Agromed, società benefit interamente partecipata dalla Camera di Commercio di Taranto - rileva D’Alò -, si occuperà di ricezione, lavorazione e stoccaggio dei prodotti agricoli, offrendo alla provincia di Taranto, una piattaforma logistica interamente dedicata alla produzione della filiera agroalimentare”.

Per il sindaco, “nel momento in cui il Governo stanzierà le risorse necessarie, Agromed e il Centro Servizi andranno di pari passo e Grottaglie potrebbe svolgere un ruolo importante avendo a disposizione l'aeroporto che, nella sua funzionalità cargo, permetterebbe la spedizione delle produzioni ortofrutticole verso mercati esteri”. Agromed è la piattaforma logistica dell’ortofrutta (tra ricezione e stoccaggio) che nascerà nello stabilimento ex Miroglio a Castellaneta utilizzando un finanziamento Cipe di circa 11 milioni.

 

“L'occasione è importante - aggiunge il sindaco a proposito della sinergia tra le due strutture -. Si pensi solo al fatto che, grazie alla costruzione della rete Agromed, si potranno iniziare a movimentare merci per diversi milioni di euro. Questo significa sviluppo e occupazione ma anche riconversione. È un punto di partenza necessario per avviare quella riconversione economica che tutti attendono, puntando così alle produzioni locali, alla logistica e ai fattori di intermodalità che favorirebbero l'apertura verso nuovi mercati”.

 

A Grottaglie, la produzione dell'uva da tavola è sviluppata su circa 2mila ettari con una produzione di 500mila quintali per un fatturato di quasi 38 milioni di euro. Tre le qualità: Vittoria, Apirene (che è senza semi) e Regina.

 

Fonte: Ufficio stampa Comune di Grottaglie