
L’iniziativa, lanciata da
Cia nell’ultima assemblea nazionale richiama, infatti, l’attenzione sulle
azioni ritenute non più rinviabili e necessarie all’Italia. Dagli interventi di
manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio,
dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione
della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali per il rilancio
delle aree interne in Europa: queste le urgenze individuate da Cia e ora
oggetto di una serie di tavoli tematici, organizzati da Nord a Sud Italia,
proprio nelle aree rurali e interne dove crescono criticità legate alla
geografia del territorio e soprattutto ai ritardi in manutenzione e
ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali.
Si parte da Liguria e
Piemonte con l’incontro interregionale il 2 settembre a Sassello (Savona) e a
seguire la Campania con Benevento il 4 settembre. Toccherà poi alle Marche con
l’evento a Castelsantangelo sul Nera, tra i Comuni nel cratere del sisma 2016,
e infine all’Abruzzo. Questo il calendario provvisorio del roadshow di Cia
lungo la dorsale appenninica, ideato per rinnovare l’impegno assunto a livello
nazionale,in sinergia tra gli Agricoltori Italiani e le istituzioni nazionali e
locali.
Ogni tavolo tematico
svilupperà il suo focus sui cinque punti di riforma del Paese secondo Cia, coinvolgendo
di volta in volta nel dibattito le rappresentanze istituzionali protagoniste a
livello territoriale: da enti parco a camere di commercio, associazioni di
categoria per artigianato e turismo, telecomunicazioni, industria,
distribuzione e trasporti, consorzi di bonifica, ma anche organi scolastici e
sanitari, mondo scientifico e accademico di riferimento.
L’obiettivo del roadshow,
promosso dagli Agricoltori Italiani di Cia, è quello di attivare un confronto
costruttivo a più voci che vada al di là degli obiettivi formali. Occorre,
infatti, approfondire e dettagliare “Il Paese che vogliamo” con specifiche
azioni di messa in sicurezza delle aree interne e più a rischio d’Italia,
programmandone anche il futuro. Pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia,
passando per la valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto del
consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali,
e salvaguardando il patrimonio boschivo. E ancora: favorire reti d’impresa
territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna
selvatica, che ha assunto una dimensione insostenibile anche in termini di
sicurezza nazionale e i cui danni accertati al settore agricoloammontano ormai
a 50-60 milioni di euro l'anno. Occorre, quindi, spingere la riforma radicale
della legge 157/62 in materia, partendo dalla proposta presentata da Cia alle
Istituzioni. Infine, se ben orientate, anche le risorse europee con la nuova
Pac potranno sostenere il rilancio delle economie locali, mettendo assieme
Fondi strutturali, incentivi e programmi di sviluppo territoriale.
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