
In
un articolo di approfondimento Firstonline parla della relativamente nuova
tendenza nella gdo, dovuta a un’avvisaglia di crisi, che però sembra
paradossale visti i dati del 2018 raccolti dall’Area Studi di Mediobanca, che
evidenziano una crescita dei ricavi delle grandi catene di supermercati
presenti in Italia (+2,2%), pur in un contesto di economia ferma, sull’orlo
della recessione.
Nell’indagine,
che prende i considerazione i gruppi con almeno mezzo miliardo di fatturato e
specializzati in una distribuzione “a prevalenza alimentare” (quindi
sostanzialmente i noti big, da Esselunga a Conad, dalla Coop al Carrefour),
viene fuori che la concorrenza dei discount inizia ad essere spietata, il che
sta già innescando una corsa alla diminuzione dei prezzi e di conseguenza un
return on investment che per i grandi gruppi è in calo da ormai tre anni
consecutivi.
In
soldoni: nel 2015 le principali catene avevano realizzato profitti per 722
milioni di euro, tre anni dopo, messe insieme, sono scese sotto i 300 milioni.
Di contro i ricavi, complessivamente, sono stati pari l’anno scorso a 56,4
miliardi e questo dato è invece in aumento rispetto ai 51,5 miliardi del 2015.
Le prospettive inoltre non sono esattamente incoraggianti: secondo quanto
emerge da un’inchiesta pubblicata su Repubblica Affari&Finanza, nel 2019
saranno stati aperti in Italia altri 150 discount, e altri 200 arriveranno nel
2020.
La
soluzione è dunque rappresentata da fusioni e acquisizioni. Già chiusa
l’operazione Conad-Auchan, con il gruppo italiano che rileva i punti vendita
della catena francese e che di conseguenza si rafforzerà molto in tre regioni
chiave del Nord Italia, dove fino ad oggi non era particolarmente presente:
Piemonte, Veneto e soprattutto Lombardia. Grandi manovre anche in casa Coop,
alle prese con la ristrutturazione, e Esselunga, dove è ancora da sciogliere il
nodo dell’eredità del patron storico Caprotti prima di definire le nuove
strategie.
Il
gruppo più in difficoltà è il francese Carrefour, che nel 2018 in Italia ha
segnato un -4,4% delle vendite: per ora però non ci sono M&A in vista ma i
transalpini hanno già annunciato 590 esuberi e l’apertura di negozi più
piccoli.
(fonte:
Firstonline)
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