Non sono buone le prospettive per i redditi agricoli nei
prossimi dieci anni: "il valore totale della produzione infatti, che al
2025 dovrebbe aumentare di oltre il 10%, non riuscirà a coprire un aumento dei
costi del 15%". Di segno positivo invece, soprattutto nei nuovi Stati
membri, é il reddito per unità di lavoro annuale il cui incremento é dato dal
calo del numero di addetti "che dovrebbe scendere, rispetto al 2014, da
9,9 a 7,3 milioni di unità".
Le prospettive sul reddito e sui principali mercati di
materie prime agricole in Europa, sono state discusse durante due giornate nel
convegno sulle "Grandi sfide che attendono la Pac", svoltosi a
Bruxelles su iniziativa del commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan. Al
convegno hanno partecipato decine di responsabili degli Stati membri, delle
istituzioni Ue e del settore agroalimentare e Ong.
In sintesi, dalle prospettive a medio termine (2015-2025)
per la Pac, emerge che, in un contesto di prezzi dell'energia e delle materie
prime più più bassi, "i prezzi dei cereali si manterranno al livello
attuale o di poco superiore (in una forchetta tra 150 e 190 euro la
tonnellata), mentre i prezzi abbordabili dei mangimi dovrebbero favorire il
settore zootecnico". Pertanto, nonostante le difficoltà che al momento
incontra il mercato del latte, "il settore lattiero caseario potrebbe
cogliere queste opportunità per espandersi ulteriormente, spinto anche da una
crescente domanda interna dell'Ue". Sul fronte della produzione di carne,
gli analisti Ue sottolineano che, "dopo una forte ripresa nel 2014 e 2015,
il consumo procapite dovrebbe diminuire leggermente tranne per le carni di
pollame. Lieve aumento invece é atteso per la carne di maiale, sostenuta dalle
esportazioni, mentre si prevede un calo della produzione di manzo. Nel suo
rapporto Bruxelles tiene comunque a sottolineare la difficoltà di quantificare
alcuni rischi sotto il profilo produttivo e sanitario, oltre al fatto che i
mercati tendono ad essere molto volatili.
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