L'obiettivo
era trovare una soluzione accettabile sia per l'Italia, che deve attuare
concretamente le misure anti-Xylella, sia per gli altri Paesi dell'Unione
europea più direttamente coinvolti, come la Francia. Ma, dopo essere rimasto
incerto per tutto il giorno, l'esito è stato il peggiore tra quelli previsti.Il
Comitato UE per la salute delle piante ha adottato la linea dura e deciso per
"rigide misure di eradicazione" (vedi rimozione e distruzione) delle
piante infette, e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, a
prescindere dal loro stato di salute. Non solo, è prevista "la possibilità
per l'Italia di applicare misure di contenimento nell'intera provincia di
Lecce, dove l'eradicazione non è più attuabile". In questo caso,
"viene mantenuto il requisito di rimuovere sistematicamente tutte le
piante infette e di testare le piante circostanti nell'arco di 100 metri in una
zona di 20 km adiacente le province di Brindisi e Taranto". Anche la
movimentazione e le importazioni nell'UE di piante note per poter essere
suscettibili al batterio "saranno soggette a condizioni rigorose",
con un veto specifico per l'import di piante di caffè provenienti da Honduras e
Costarica, considerato l'elevato rischio di infezione. Le nuove misure
impongono agli Stati membri anche di notificare nuovi focolai, di effettuare
indagini ufficiali e di delimitare rapidamente le zone colpite. Secondo il
Comitato per la salute delle piante "la mancanza di trattamenti efficaci
per curare le piante, una volta infettate, l'ampia gamma di specie di piante
note per essere sensibili" alla Xylella e "l'alta probabilità di
diffusione all'interno della Unione europea fanno di questo batterio una
gravissima minaccia per il settore agricolo comunitario". Per diventare
esecutiva a tutti gli effetti, la decisione del Comitato necessita ora di due
passaggi: l'approvazione del nuovo documento di indirizzo da parte della
Commissione europea e, in secondo luogo, la pubblicazione del Regolamento. Con
tempistiche del tutto variabili.
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