Danni per milioni di euro al settore primario,
in particolare a quello dell'allevamento. Organizzazioni agricole, associazioni
e consorzi in campo a sostegno delle aziende colpite.
Anche l’agricoltura e l’allevamento hanno
subito forti ripercussioni negative con il terremoto che ha colpito il Centro
Italia nella notte del 24 agosto 2016. Capannoni e stalle devastate, perdite
fra i capi d’allevamento, aziende in ginocchio. Fin da subito il bilancio del
sisma, anche fra le attività produttive, è apparso gravissimo.
“Ad Amatrice il 90% delle stalle sono
danneggiate – sottolinea Coldiretti - con crolli che hanno provocato molte
morti tra gli animali in un territorio dove ci sono 2800 pecore e 3mila mucche.
Anche fienili e casolari sono lesionati o distrutti, con gli allevatori che non
li possono abbandonare. C’è bisogno di roulotte per stare vicini agli animali
che devono mangiare tutti i giorni, oltre al fatto che le mucche vanno munte
due volte al giorno”.
“Si temono furti e abigeato nelle campagne
isolate dove più difficile è l’attività di controllo della forza pubblica –
continua Coldiretti – ed è grave anche il problema della conservazione del
latte con l’energia elettrica in tilt e le frane e smottamenti e strade rurali
distrutte, che impediscono la consegna del latte”.
“I danni ammontano a milioni di euro in un
territorio a prevalente economia agricola – spiega il presidente di Coldiretti
Roberto Moncalvo – Si tratta di una risorsa imprescindibile per contrastare lo
spopolamento e l’abbandono, e dare un futuro alla popolazione. In questa fase è
importante garantire quindi liquidità alle aziende agricole per assicurare
continuità all’attività delle imprese agricole, che non può essere interrotta.
E’ necessario procedere al più presto con la verifica dei danni con sostegni
per la ricostruzione e la perdita dei redditi”.
“Chiediamo una moratora dei debiti da parte
degli istituti di credito, la sospensione delle bollette e delle scadenze
fiscali e tributarie, oltre all’anticipo delle risorse dovute dall’Unione
Europea – continua Moncalvo – sono tutte misure necessarie per ammorbidire una
situazione di grave difficoltà e creare i presupposti per interventi di
carattere strutturale riducendo al minimo la burocrazia. L’accertamento dei
danni è funzionale per attivare gli interventi nazionali e comunitari anche
attraverso i piani di sviluppo rurale”.
Da Confagricoltura arriva pieno sostegno ai
volontari. “Le nostre strutture territoriali e i nostri agricoltori hanno dato
la loro piena disponibilità e già stanno collaborando attivamente con la
Protezione civile, mettendo a disposizione i trattori, le ruspe e gli altri
mezzi a disposizione, oltre all’impegno personale per i soccorsi alla
popolazione. Ora è fondamentale l’aiuto umanitario, più avanti faremo le
necessarie verifiche dei danni e avvieremo opportune iniziative per la raccolta
dei fondi”.
“Lo spirito di solidarietà è prerogativa
innata degli agricoltori – ricorda Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia
– quindi ci daremo molto da fare, per quanto nelle nostre possibilità. Stiamo
pensando, oltre che a un primo aiuto materiale, di prevedere degli uffici
mobiili per garantire un adeguato supporto alle aziende agricole, che avranno
bisogno di continuità nei servizi e nelle pratiche legate alla gestione e alla
ricostruzione di eventuali danni riportati alle strutture”.
Copagri fa sapere invece che i propri
produttori agricoli associati di alcune Regioni italiane hanno attivato una
raccolta di aiuti e generi alimentari da inviare alle persone colpite dalla
tragedia. L’Aia (Associazione italiana allevatori) ha invece avviato un
monitoraggio della situazione per individuare e quantificare i danni subiti,
per cercare di fornire un concreto aiuto agli operatori zootecnici e al loro
bestiame. “Abbiamo organizzato da subito un centro di assistenza e raccolta
presso un allevamento di Ascoli Piceno in quanto più idoneo a coordinare le
operazioni di soccorso – sottolinea il presidente Aia Roberto Nocentini –
Saranno disponibili a breve sul posto gruppi elettrogeni, unità di mungitura
mobile ed altri generi di prima necessità per gli allevatori e il bestiame”.
La gara di solidarietà non si ferma e anche il
Consorzio del Parmigiano Reggiano si è mobilitato a favore delle popolazioni
colpite dal terremoto. L’intervento, denominato “Un euro per rinascere” si
protrarrà fino al 31 dicembre 2016 e va a replicare l’operazione che nel 2012
consentì di raccogliere fondi a favore dei caseifici dell’Emilia e del
mantovano colpiti dal sisma, tramite la vendita di forme presso gli spacci
aziendali.
“Ci siamo sentiti chiamati in causa – commenta
il presidente del Consorzio Alessandro Bezzi – perché quattro anni fa il sisma
devastò tanta parte del nostro territorio e tanti caseifici. Siamo rinati
grazie all’aiuto di milioni di persone e alla solidarietà di ogni caseificio
nei confronti di chi era stato colpito. La risposta della nostra base è stata
immediata e molto significativa, nella consapevolezza che il lavoro dei nostri
allevatori andrà a beneficio di chi ha perso tanto, per far sì che non perda la
speranza di una rinascita”.
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