Sono aumentate del 680% le importazioni di concentrato di
pomodoro dalla Cina e hanno raggiunto circa 70 milioni di chili nel 2015, pari
a circa il 10 per cento della produzione nazionale. E' l'allarme lanciato dalla
Coldiretti, nel denunciare "il rischio concreto che il prodotto venga
spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri per la mancanza
dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza". "Dalla Cina -
sottolinea la Coldiretti - si sta assistendo ad un crescendo di navi che
sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da
rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è
obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di
coltivazione del pomodoro". "Un commercio che va reso trasparente -
continua la Coldiretti - con l'obbligo ad indicare in etichetta l'origine degli
alimenti che attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro ma non
per il concentrato o per i sughi pronti". A rischio - sostiene la
Coldiretti - c'è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo, a causa
della concorrenza sleale del prodotto importato. Al nord come al sud - spiega
la Coldiretti - non sono ancora state definite le condizioni contrattuali per
il raccolto 2016 perché, insieme ad un contenimento delle superfici coltivate,
viene proposta anche una riduzione anche superiore del 10-15% del prezzo pagato
agli agricoltori che non è sostenibile. Aumento record delle importazioni,
riduzioni dei prezzi pagati agli agricoltori e taglio delle superfici secondo
l'organizzazione agricola prefigurano uno scenario preoccupante per il prodotto
simbolo della dieta mediterranea. "La Cina ha iniziato la coltivazione di
pomodoro per l'industria nel 1990 e oggi rappresenta il secondo bacino di
produzione dopo gli Stati Uniti. Ma il gigante asiatico - conclude Coldiretti -
anche nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti
alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine,
additivi e coloranti al di fuori delle norme di legge Ue".
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