Con il voto favorevole, in seconda e definitiva lettura, del
Parlamento europeo, è stato dato il via libera all’ulteriore importazione,
sempre a dazio zero, nell’Ue di olio d’oliva tunisino in aggiunta all’attuale
contingente. L’Assemblea plenaria del Pe ha approvato quasi all’unanimità con
500 voti favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti, la proposta della Commissione
di aumentare di 35mila tonnellate all’anno il contingente d’importazione di 57mila
t oggi vigente, per venire incontro alla grave situazione politica in cui versa
il paese africano dopo i ripetuti attacchi terroristici che ne compromettono
l’economia. La decisione dell’Assemblea è intervenuta a sorpresa in quanto il
Parere della Commissione agricoltura aveva dato concrete speranze ad una
riformulazione della proposta della Commissione con tempi di attuazione
prolungati nel tempo. Ed invece una lettera della presidenza di turno olandese
del 28 febbraio scorso ha dato il via libera degli Stati membri – inclusa
l’Italia – al nuovo testo, e ha accelerato a sorpresa i tempi e spinto
l’Assemblea di Strasburgo a cambiare l’ordine del giorno per inserire
immediatamente il voto del provvedimento in agenda. Una decisione soprattutto
politica, quanto mai apprezzabile, ma fatta esclusivamente sulla pelle degli
olivicoltori comunitari e soprattutto di quelli italiani e greci, principali
paesi destinatari delle esportazioni tunisine. La proposta della Commissione è
infatti stata sostenuta con estremo vigore dal Commissario italiano Francesca
Mogherini a capo della politica estera comunitaria e a nulla sono servite le
pressioni di tipo tecnico ed economico sull’esecutivo comunitario. Certo
l’import di altre 35mila t avrà quanto meno un effetto calmierante sul mercato
comunitario e in particolare su quello italiano che non vive una delle migliori
stagioni. Gli euro deputati che hanno votato contro, costituiti soprattutto da
italiani, spagnoli e greci, non si sono fatti convincere neppure dal parere
espresso dalla Commissione agricoltura dello stesso Pe che aveva posto qualche
paletto al sistema d’importazione dell’olio tunisino.
Una suddivisione mensile
Le importazioni di tali quote extra, secondo il parere della
Comagri saranno per ora limitate a due anni e non saranno prolungabili oltre il
2017. La Commissione si è impegnata a prevedere una suddivisione mensile delle
35mila tonnellate annue in più, quando verrà il momento di scrivere il
regolamento attuativo del provvedimento. A queste misure si aggiunge l’obbligo
di tracciabilità delle merci per verificare che i dazi zero si applichino “solo
all’olio d’oliva effettivamente prodotto in Tunisia”, così da evitare
“l’invasione” dell’olio extra-Ue. Il ministro delle Politiche agricole,
Maurizio Martina, ha commentato: «Rimango fermamente contrario a qualsiasi
aumento permanente del contingente di olio tunisino. Come Mipaaf abbiamo posto
delle condizioni chiare sull’attuazione e sulle quote mensili dei contingenti e
su questi punti non intendiamo cedere». La Commissione ha assicurato che non ci
saranno rischi, anche perché l’Ue ha necessità di importare. Viste le ridotte
produzioni dell’annata si ritiene che tale quantità «non consentirà agli stock
Ue di recuperare, rimanendo ben al di sotto la media storica».
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