"Le PMI agricole hanno fame di sviluppo ed
innovazione" e non solo, "sono informatizzate e prediligono fare
rete". I numeri parlano chiaro: l'80% è interessato alle attività di
ricerca e innovazione, altrettante usano sistemi informatici, 3 su 4 ritengono
le reti di aggregazione "vantaggiose, tra marketing e competitività".
E' quanto emerso dall'indagine "Fabbisogni di ricerca e sviluppo nel
settore primario" di FNIFC, Federazione Nazionale dell'Impresa familiare
Confagricoltura e PRIA, Progetti di Ricerca e Innovazione in Agricoltura,
condotta tra aprile e settembre 2015 su un campione di 130 imprese, presentata
questa mattina a Roma presso Palazzo della Valle.
Secondo l'indagine l'interesse per ricerca e innovazione
cresce con l'innalzarsi del titolo di studio dell'imprenditore.
"Una spinta motivata - spiega Roberto Poggioni
presidente FNIFC - anche dalla volontà di rispondere in modo efficace ai
consumatori e ai fornitori per mantenersi concorrenziali con aspettative tra
incremento quali-quantitativo e riduzione dei costi di produzione, e aumento
del valore aggiunto del prodotto". Tra chi è restio emergono: mancanza di
figure professionali ad hoc in azienda e di risorse economiche, scarso
interesse/utilità. Tra i fattori agevolanti: collaborazione tra aziende o
Università, centri di ricerca e l'accesso ad agevolazioni finanziarie; il 68%
delle imprese intende realizzare progetti in cooperazione e utilizzare anche
fondi FEASR (87%). Per quanto riguarda i sistemi informatici: sono usati nella
gestione aziendale (per 84% delle imprese), per contabilità e amministrazione
(70%), tra chi non ne fa uso, il 61% intende farlo in futuro. L'88% non
utilizza Internet nelle attività.
Solo il 42% ha un sito web e il 34% fa e-commerce
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