Complice un andamento meteo tutt'altro che normale per il
periodo, sui mercati all'ingrosso non è un gran momento per la
commercializzazione di pesche, nettarine e albicocche. Si segnalano consumi
piuttosto bassi, in particolare per le albicocche che, oltre allo scarso
appeal, pagano più delle altre drupacee una bassa qualità del prodotto, causa
le abbondanti piogge che in questi giorni hanno colpito la frutta sulle piante,
poi raccolta e commercializzata.
Sulla piazza di Bologna, nello stand Spreafico, riferiscono
di quotazioni che, per delle pesche gialle origine Emilia-Romagna, oscillano
intorno all'euro al chilo per i calibri 24/26, poi a salire anche di molto per
le pezzature più sostenute. Il prodotto pugliese spunta invece, per i calibri
maggiori, tra 1,50 e 1,70 euro/kg. Ma si lamenta una bassa qualità a causa
delle piogge; chi va meglio da questo punto di vista è il prodotto siciliano,
che ha preso meno acqua, ma che d'altra parte manca di pezzatura.
In assoluto, però, la drupacea del periodo che va peggio è
l'albicocca, che in questi giorni spunta prezzi tra l'euro e l'euro e mezzo al
chilo, segnando una flessione anche importante, se si considera che due
settimane fa si battevano anche 1,70 euro/kg e che varietà che di solito
spuntano 1,30 euro/kg oggi veleggiano sull'euro al kg.
L'anno scorso, in questo stesso periodo, la situazione era
migliore. Il problema vero, però, «è che manca la qualità: la maggior parte
delle albicocche che arrivano sul mercato non sono eccelse da mangiare perché
troppo acquose; le rosse si macchiano facilmente. Manca il gusto e se hai delle
Orange Ruby buone, di qualità, puoi arrivare anche a 2, 2,50 euro/kg, sempre
che tu le abbia. La stagione delle albicocche è iniziata male, con quelle
spagnole che hanno il nostro stesso problema, ed è proseguita ugualmente male
con l'arrivo delle italiane», osserva Wainer Marzola, commerciale della
Spreafico. Intanto, visto l'anticipo di stagione delle albicocche (circa un -15
giorni sulla norma) aumentano i timori di una carenza di prodotto sulle varietà
tardive, sul finire di stagione.
La campana suona lo stesso requiem anche nello stand al
mercato di Bologna del Consorzio Agribologna, dove ci spiegano che «la
commercializzazione è lenta, ma va peggio con le albicocche, che sono ferme:
sono piene d'acqua, crepano, scoppiano, sono insipide. È un problema di
stagione, ma tutto il nostro mestiere è legato alla stagione e, se migliora, la
situazione può cambiare in 24 ore»; a questo punto altri grossisti invece non
sono così ottimisti.
Dal Consorzio bolognese segnalano quotazioni che per delle
pesche gialle categoria A oscillano intorno all'euro al chilo, mentre per delle
AA si parla di 1,20/1,30 euro/kg. Per delle nettarine occorre invece aggiungere
20 centesimi di euro al chilo; quotazioni che si stima dureranno ancora per
poco perché «stanno arrivando volumi maggiori e, se il meteo continuerà con
quest'andazzo, i consumi si fermeranno».
Come già detto, peggio ancora vanno le albicocche. «C'è
tanto macchiato che le deprezza – riferiscono allo stand Agribologna – e se il
prodotto fosse buono, con varietà come Kyoto e Orange Ruby si potrebbero
spuntare anche 1,80/2 euro al chilo; per il resto si viaggia intorno
all'euro/kg, 1,30 al massimo».
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