Sono circa duemila gli agricoltori e gli allevatori giunti
al Brennero da ogni regione d'Italia per il presidio della Coldiretti contro
l'assenza di regole sull'etichettatura e la provenienza dei prodotti
agroalimentari d'importazione. Altri sono attesi nel corso della giornata. Con
l'intervento della polizia, vengono fermati tir provenienti da oltre confine e
controllate le merci trasportate. Tra l'altro, sono state trovate partite di
latte e carne con origine in altri Paesi dell'Ue e destinate ad aziende di
trasformazione italiane. Tutto in regola, perché le regole non ci sono o sono
poche. I carabinieri del Nas, ad esempio, hanno messo i sigilli ad un camion
che trasportava carne con etichetta non indelebile. Le merci trovate nei camion
fermati al presidio della Coldiretti al Brennero "sono l'esempio di
prodotti che arrivano in Italia senza l'indicazione della provenienza e che
magicamente diventano prodotti agroalimentari italiani". Lo afferma Ettore
Prandini, vicepresidente della Coldiretti. "Anche a fronte del tavolo che
si apre a Bruxelles che discute misure di sostegno al settore agroalimentare -
aggiunge Prandini - la richiesta principale della Coldiretti è di arrivare,
prima ancora di pensare a forme di supporto economico, a stabilire l'obbligo di
indicare l'origine di tutti i prodotti agroalimentari, perché questo tutela
agricoltori ed allevatori italiani". "Come abbiamo visto qui al
Brennero - prosegue il vicepresidente della Coldiretti - ci sono prodotti che
entrano dal confine già con brand made in Italy". "L'obbligo di
indicazione dell'origine dei prodotti non è solo un aiuto al settore
agroalimentare italiano, indebolito dall'assenza di regole, ma anche una
risposta etica per mettere i consumatori nelle condizioni di sapere cosa acquistano",
conclude Prandini.
Coldiretti, chiuse 60 stalle e fattorie al giorno -
Dall'inizio della crisi sono state chiuse in Italia oltre 172.000 stalle e
fattorie, ad un ritmo di oltre 60 al giorno, con effetti drammatici
sull'economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. E' quanto
emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti al valico del Brennero dove sono
giunti migliaia di agricoltori "per fermare i traffici di una Europa che
chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze alimentari -
osserva l'organizzazione agricola -, mentre a Bruxelles si sono mobilitati i
giovani della Coldiretti per chiedere un cambiamento delle politiche
europee". Sono oggi meno di 750mila le aziende agricole sopravvissute in
Italia - calcola Coldiretti - ma se l'abbandono continuerà a questo ritmo, in
33 anni non ci sarà piu' agricoltura lungo la Penisola, "con conseguenze
devastanti sull'economia e sull'occupazione e sull'immagine del Made in Italy
nel mondo ma anche sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei
cittadini".
"Bisogna cambiare verso anche in agricoltura - prosegue
Coldiretti - dove la chiusura di un'azienda significa maggiori rischi sulla
qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio,
lasciato all'incuria e alla cementificazione". "Sono questi - ricorda
Coldiretti - i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è
sottoposta giornalmente l'agricoltura: da una parte il furto di identità e di
immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da
chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore
aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i
consumatori per colpa di una filiera inefficiente". "Rischiamo di
perdere un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa
economica sostenibile e duratura che faccia bene all'economia all'ambiente e
alla salute", afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
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