L'affitto in agricoltura è in continua crescita in Italia,
ma "troppo spesso norme soprattutto fiscali hanno l'effetto di
disincentivare l'affittanza agraria penalizzando i proprietari concedenti la
terra in affitto rispetto alla proprietà diretto coltivatrice". Lo afferma
la Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria nel precisare che, dal
Rapporto 2013 dell'Istat, risulta che la Superficie Agricola Utilizzata (Sau)
in affitto a livello nazionale ammonta a oltre 5,2 milioni di ettari, pari al
42,1% della Sau totale.
Nel 2010 l'affitto, con circa 4,9 milioni di ettari,
rappresentava il 38,2% della Sau totale. Prendendo in esame anche i dati del
Censimento generale del 2000 si vede che la Sau in affitto in 13 anni è
aumentata dal 23,2% al 42,1%, passando da 3 milioni di ettari a 5,2 milioni,
con un aumento di oltre il 70%.
Con questo strumento, sostiene la Proprietà Fondiaria,
"si rende più mobile il fattore fondiario e si elimina la necessità, per
ampliare le aziende, di rilevanti investimenti che sottraggono risorse alla
gestione dell'impresa. Ciò vale anche nell'ambito del ricambio generazionale:
un giovane senza terra e senza grandi risorse economiche ha una sola
possibilità per iniziare un'attività agricola, quella di prenderla in
affitto", sottolinea la Proprietà Fondiaria evidenziando l'opportunità di
valorizzare la funzione dei proprietari concedenti la terra in affitto
nell'ambito dell'intero contesto del mondo rurale italiano.
"La campagna - conclude l'Organizzazione - non è solo
di chi la conduce ma anche di chi ne è proprietario ed entrambi sono chiamati a
rispondere e a garantire il suo uso nell'interesse dell'intera
collettività".
Un Convegno sul tema "L'affitto punto di incontro tra
proprietà e impresa per lo sviluppo dell'agricoltura" si terrà a Roma il
27 aprile presso la sede di Confagricoltura.
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