Sugli appalti delle mense scolastiche che fatturano 1,3
miliardi all'anno si allunga l'ombra delle agromafie, mettendo peraltro a
rischio la salute a l'alimentazione di due milioni di bambini tra i 3 ed i 10
anni. E' quanto emerge nell'incontro "Corruzione e Agromafie"
promosso dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e da Gian Carlo
Caselli, presidente del Comitato scientifico "Osservatorio sulla
criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare".
Un pericolo di grande attualità - sottolinea Moncalvo -,
come dimostra l'apertura quest'autunno della maxi-inchiesta sulla fornitura di
pasti in scuole elementari e materne delle provincia di Napoli, Avellino e
Salerno, con 17 misure cautelari nei confronti di imprenditori e amministratori
pubblici per attivita' di dossieraggio per sbaragliare la concorrenza e cibo di
qualita' scadente, talvolta avariato. Si tratta in realtà - aggiunge Moncalvo -
solo dell'ultimo della lunga serie di episodi che riguarda l'insieme degli
appalti pubblici per la ristorazione, dalle scuole agli ospedali fino agli
immigrati come hanno dimostrato le recenti cronache di Mafia Capitale.
"Si tratta di un crimine particolarmente odioso poiché
ai danni provocati al sistema economico ed all'occupazione si aggiungono i
pericoli per la salute in una fase delicata della crescita", afferma il
presidente della Coldiretti riportando i dati dell'indagine Coldiretti/Ixè
secondo cui un italiano su cinque (20 per cento) ha una valutazione negativa
dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti, mentre il 42 per
cento la ritiene appena sufficiente.
In questo contesto la Coldiretti denuncia il ritardo
applicativo degli appalti verdi previsti per le mense di scuole e ospedali
gestite dalla pubblica amministrazione che devono garantire solo frutta e
verdura di stagione, almeno il 25 per cento di prodotti a denominazione di
origine (IGP e DOP), almeno il 15 per cento di carne biologica, mentre almeno
il 20 per cento del pesce deve provenire da acquacoltura bio.
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