Un'intesa storica per rilanciare la filiera dell'olio
extravergine di oliva.
L'accordo è stato sottoscritto da tutte le principali
associazioni (Aipo, Assitol, Assofrantoi, Cno, Federolio, Unapol, Unaprol e
Unasco) e prevede la valorizzazione di tutti i passaggi della filiera, dalla
produzione olivicola all'industria, fino alla fase di commercializzazione. Un
primo passo verso il tanto aspettato Piano olivicolo nazionale, attualmente in
cantiere.
Fra i punti cardine dell'intesa c'è un adeguato sostegno al
settore olivicolo italiano, per riconoscere ai produttori capaci di fornire un
olio di elevato livello qualitativo un vero e proprio premio, ovvero il
pagamento di 40 centesimi al chilo in più rispetto al prezzo di mercato. Per
ottenere ciò, l'olio in questione dovrà possedere un'acidità massima di 0,4 e
requisiti chimici e fisici migliori rispetto a quelli previsti dalla normativa
attualmente vigente.
Inoltre, il tavolo delle associazioni si è impegnato a
costituire una commissione di lavoro per un miglioramento dell'applicazione del
panel test anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di
identità genetica. Si rende quindi necessario un aggiornamento del metodo, che
deve coinvolgere tutta la filiera, allo scopo di rafforzare tale tipologia di
test e garantire così gli operatori che lavorano con serietà e trasparenza.
Per quanto riguarda la commercializzazione, la filiera ha
concordato sulla necessità di applicare norme già vigenti volte alla
corresponsabilità della distribuzione riguardo la conformità dei prodotti
commercializzati. Le associazioni hanno poi infine lanciato un appello al
Mipaaf sulla promozione e la valorizzazione del comparto oleario, oltre che un
lavoro di studio e analisi, con l'obiettivo di definire per il futuro il Piano
olivicolo nazionale.
Il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina saluta con
soddisfazione all'accordo di filiera.
“E' un risultato molto positivo per uno dei settori più
rappresentativi e strategici di tutto il patrimonio agroalimentare italiano
come quello oleario. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente con la
filiera per raggiungere una posizione unitaria da parte delle associazioni di
categoria, che finalmente valorizza di più le qualità delle nostro produzioni.
Allo stesso tempo abbiamo definito il nuovo Piano olivicolo nazionale, uno
strumento fondamentale per sostenere le politiche di aggregazione del comparto
e lavorare al recupero anche quantitativo della produzione di olio made in
Italy”.
“Stiamo lavorando in sinergia con la Conferenza
Stato-Regioni – precisa Martina - per arrivare all'approvazione nelle prossime
giornate e per integrare le risorse nazionali con quelle regionali. Sul lato
dei controlli continuiamo a tenere ben alta la guardia, proseguendo un lavoro
che abbiamo rafforzato già dallo scorso anno”.
Fra i punti chiave del Piano, in fase di definizione al
Mipaaf, c'è l'incremento della produzione nazionale di olive, in modo
sostenibile senza accrescere la pressione sulle risorse naturali; c'è poi la
promozione dell'attività di ricerca per migliorare l'efficienza
dell'olivicoltura, la valorizzazione del made in Italy, il recupero varietale
delle cultivar italiane e infine il sostegno all'aggregazione della filiera
olivicola.
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