Si è svolta un'audizione di rappresentanti della Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome presso la commissione Agricoltura della
Camera in merito alle ricadute sul sistema agroalimentare italiano dell'accordo
di partenariato transatlantico su commercio e investimento (Ttip). A guidare la
delegazione e ad illustrare la posizione delle Regioni è stata l'assessore
della regione Emilia-Romagna, Simona Caselli, che ha lasciato agli atti un
documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e due risoluzioni approvate
il 25 giugno dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Richiamandosi
alle conclusioni contenute nella nota di approfondimento "Indagine
conoscitiva sulle ricadute sul sistema agroalimentare italiano dell'accordo di
partenariato transatlantico su commercio e investimenti (presentato da Paolo De
Castro alla Camera alle esportazioni agroalimentari italiane verso gli Usa)
totalmente condivisa, la Conferenza delle Regioni e delle province autonome ha,
in aggiunta, consultato alcune rappresentanze del mondo imprenditoriale del
settore agricolo e alimentare al fine di raccogliere ulteriori informazioni in
merito alle difficoltà che si riscontrano attualmente nelle relazioni
commerciali fra Europa e Stati Uniti, affinché anch'esse possano trovare
soluzione nell'ambito della trattativa. Il primo tema affrontato dall'assessore
Caselli è il riconoscimento delle indicazioni geografiche il cui valore in
termini numerici ed economici è molto alto, "per questo è necessario che
sia garantita una tutela analoga a quella europea". Secondo recenti
indagini - sottolinea il documento della Conferenza - il valore alla produzione
complessivo delle Dop, Igp e Stg italiane è oggi stimato in 6,6 miliardi di
euro, che corrispondono a 13,2 miliardi di euro fra mercato nazionale ed
esportazione, mentre il settore coinvolge oltre 80.000 imprese, 75.000 delle
quali agricole. L'Emilia-Romagna rappresenta una parte notevole di tali valori:
l'8% delle imprese agricole concorrono a realizzare oltre il 40% del valore
delle Dop e Igp". "Il problema - ha spiegato Caselli - è che la
tutela nel territorio statunitense è garantita solo attraverso complesse e
costose iniziative legali" ed è quindi quanto mai "opportuno fare in
modo che la normativa USA conceda alle produzioni Dop e Igp registrate le
stesse garanzie vigenti in Europa"
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